Addio al campione Niki Lauda

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21 Maggio 2019
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Oggi è un triste giorno per il mondo dei motori, costretto a dire addio ad uno dei campioni più vincenti e capaci di sempre: Niki Lauda.

Soprannominato “il Computer” per la rapidità e la freddezza con cui analizzava ogni particolare, questo carattere lo accompagnava tanto in pista quanto nella vita.

(Photo by Alvis Upitis/Getty Images)

Ancora scossi dalla notizia, noi di ItalianWatchSpotter vogliamo dedicargli questo articolo. Perché? Perché ci ha insegnato cosa voglia dire rialzarsi dopo una caduta, per quanto dolorosa possa essere.

Da appassionati di orologi, amiamo la meccanica: che sia dentro ad una cassa da 42 mm o sotto il cofano di una monoposto. Chiunque l’abbia resa grande, vivrà sempre nei nostri ricordi.

Vincitore di tre Mondiali Formula 1 e di 25 Gran Premi, è considerato uno dei migliori piloti della storia.

(Photo by Adrian Murrell/Getty Images)

Purtroppo però, al nome di Lauda, tutti associamo subito le immagini di quel rovinoso incidente che lo coinvolse a Nürburgring il 1° Agosto 1976, lasciandolo per sempre sfigurato.

Tracciato già pericoloso di per sé, quel giorno l’asfalto  bagnato aveva spinto molti piloti a chiedere l’annullamento della gara, tra cui il Campione in carica, Niki Lauda.

Dopo pochi giri, la macchina di Lauda perde il controllo e si schianta contro un masso facendogli perdere il casco. La vettura rimbalza in mezzo alla pista dove si incendia, avvolgendo Lauda ancora cosciente nelle fiamme.

Pochi secondi dopo passa un altro pilota, Arturo Merzario che, senza esitare un secondo, scende dalla sua macchina per soccorrere il collega, anziché approfittare per superarlo. Tuffandosi nella benzina in fiamme e praticando la rianimazione che aveva imparato durante la leva, Merzario salverà la vita a Lauda, che giungerà in ospedale in condizioni disperate.

(Photo by Bride Lane Library/Popperfoto/Getty Images)
(Photo by Bernard Cahier/Getty Images)

Dopo soli 42 giorni, Lauda torna in pista con le ustioni in volto ancora sanguinanti e le palpebre a malapena aperte, ma determinato a vincere.

Non un ringraziamento al collega, neanche un saluto. Niki e Merzario non si piacevano: uno riservato, l’altro esuberante, sempre col suo cappello da cowboy in testa. Merzario non fece segreto del suo risentimento verso il comportamento di Lauda.

Tre settimane più tardi, dopo una gara in Austria, Lauda andò a trovare Merzario e si tolse l’orologio, per regalarglielo.

Dopo aver guardato per un secondo quel Rolex Datejust d’oro, Merzario lo buttò a terra molto offeso e disse a Lauda di riprenderselo, dato che era un vecchio regalo di una fidanzata a cui sapeva Lauda non tenesse affatto.

L’orologio venne poi raccolto dai meccanici dell’Alfa Romeo che pregarono Arturo Merzario di accettare il regalo.

La storia diverrà famosa e per lungo tempo Merzario non perdonerà Niki Lauda, arrivando a dichiarare che lo odiava, non potendo più indossare i propri Rolex, assalito dai curiosi che chiedevano “ma è il Rolex di Lauda?”.

Molti anni dopo, Lauda e Merzario ripresero i rapporti e diventarono persino amici. In una intervista sulla loro riappacificazione, il pilota italiano dirà “Chi ha preso l’orologio? Abbiamo promesso di non rivelarlo”.

(Photo by Marco Canoniero/LightRocket via Getty Images)

Abbiamo deciso di includere una piccola parte della sua collezione, nella speranza di mantenere vivo il suo ricordo.

Oltre al famoso Datejust, durante il corso della sua strepitosa carriera, l’abbiamo visto indossare numerosi altri orologi.

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