Le ultime due settimane si sono rivelate particolarmente complesse per l’economia globale, in seguito all’annuncio da parte dell’amministrazione Trump di nuovi dazi elevati applicati ad un’ampia gamma di Paesi.
Non solo i mercati finanziari internazionali hanno registrato una significativa flessione, ma molte industrie si sono trovate costrette a rivedere i propri piani strategici, ricalibrando produzione, distribuzione e investimenti per far fronte all’impatto immediato di queste tariffe.
Tra i settori più colpiti figura quello dell’orologeria svizzera, che ha dovuto reagire prontamente, riorganizzando la gestione degli ordini, delle forniture e delle spedizioni verso il mercato statunitense — una delle sue principali destinazioni — con effetti a catena anche su altri mercati globali.
Vediamo ora nel dettaglio cosa è accaduto, quali sono state le prime risposte del settore e cosa possiamo aspettarci nel prossimo futuro.
I dettagli dei dazi Usa imposti da Trump
Lo scorso mercoledì, il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha annunciato l’imposizione di nuovi dazi su tutti i beni importati da paesi esteri. Nel caso della Svizzera – principale nazione produttrice di orologi di alta gamma – i dazi potrebbero arrivare fino al 31%.
Sebbene queste tariffe rappresentino un’eventualità futura, un primo incremento del 10% è già entrato in vigore durante il fine settimana, con applicazione immediata e su scala globale.
Per rispondere alle preoccupazioni della popolazione e del settore economico, giovedì scorso la presidente della Confederazione Svizzera, Karin Keller-Sutter, ha dichiarato che il governo farà tutto il possibile per negoziare una revisione di queste misure. In ogni caso, la Svizzera non adotterà misure ritorsive immediate, a differenza di quanto già annunciato da altri Paesi colpiti dai dazi.
Questa situazione rappresenta un significativo passo indietro rispetto al processo di liberalizzazione dei mercati e al dialogo internazionale sul commercio. In particolare, colpisce il percorso di collaborazione tra Stati Uniti e Svizzera, che da anni stavano lavorando per arrivare ad un accordo di libero scambio duraturo.
Va inoltre sottolineato che, sebbene gli Stati Uniti abbiano spesso mantenuto un atteggiamento più cauto nei confronti della liberalizzazione commerciale, la Svizzera ha costantemente ampliato la lista dei beni importati non soggetti a tassazione. Basti pensare che, fino a oggi, circa il 99% delle merci provenienti dagli USA non era soggetto ad alcun dazio doganale — una politica che, per il momento, resta invariata.
Nella giornata di ieri l’amministrazione americana ha deciso di congelare per 90 giorni questi incrementi decisi il 2 Aprile, mostrando l’apertura di entrambe le parti nel negoziare senza fretta.
Che contromisure aspettarsi dall’industria orologiera
La situazione in cui si trova attualmente il settore dell’orologeria è senza dubbio delicata, considerando che gli Stati Uniti rappresentano uno dei mercati più importanti a livello globale per ogni marchio di prestigio. La decisione dell’amministrazione Trump è arrivata proprio durante la settimana di Watches and Wonders, il più rilevante appuntamento annuale per il settore orologiero. Di conseguenza, non abbiamo ancora potuto osservare le prime reazioni concrete da parte dei brand, con i CEO ancora pienamente coinvolti nell’evento.
È molto probabile che, nelle prossime settimane, l’intero stock di orologi già prodotti venga gestito in maniera strategica e differenziata, con una parte significativa destinata direttamente al mercato statunitense, così da evitare l’impatto di eventuali aumenti futuri delle tariffe.
Un’altra misura che con ogni probabilità verrà adottata sarà l’aggiornamento dei prezzi di listino, almeno per quanto riguarda gli Stati Uniti. In questo modo, si cercherà di ripartire l’onere delle nuove imposte doganali, evitando che il peso ricada interamente sui clienti o sulle stesse maison.
Se i mercati di tutto il mondo hanno risposto in maniera positiva al congelamento dei dazi al 10%, discorso simile riguarda l’industria orologiera, che senz’altro può tirare un sospiro di sollievo e prendere decisioni strategiche con più tranquillità.
Conclusione
In un contesto internazionale già messo a dura prova dai conflitti noti a tutti che, seppur indirettamente, coinvolgono l’intero pianeta, le tariffe imposte dagli Stati Uniti hanno rappresentato un duro colpo per l’economia globale. Anche il settore dell’orologeria, che negli ultimi anni aveva beneficiato di una domanda straordinaria, ha mostrato segni di vulnerabilità.
Nella speranza che i Paesi coinvolti riescano a raggiungere accordi soddisfacenti per entrambe le parti, i vertici dei principali marchi avranno molto lavoro da fare nei prossimi mesi, per assicurarsi che l’interesse dei clienti statunitensi rimanga vivo e costante.
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