Cari amici di polso, ben ritrovati su IWS per un altro racconto di orologeria. Questa è una storia di coraggio ed ingiustizia, ambientata all’inizio del XX secolo, durante il primo grande conflitto mondiale, quando un gruppo di giovani donne divenne un simbolo involontario di intrepidezza e resistenza di fronte ad un sopruso che nel tempo si è rivelato letale.
Queste donne sono passate alla storia come “The Radium Girls”, un nome che oggi è associato a una delle tragedie più emblematiche dei rischi legati al lavoro e delle lotte per i diritti dei lavoratori. Ma prima di andare a scoprire chi erano queste ragazze e cosa hanno vissuto, dobbiamo ricordare che un tempo gli orologi e vari strumenti di misurazione, venivano ricoperti con una sostanza al Radio, l’antagonista di questa triste storia.
Perchè gli orologi erano ricoperti di Radio?
Il Radio fu scoperto nel 1898 dai coniugi Marie e Pierre Curie, due scienziati francesi che giocarono un ruolo fondamentale nello studio della radioattività. L’elemento venne isolato dalla pechblenda (più comunemente chiamata Uraninite), un minerale particolarmente ricco di uranio, che i Curie stavano studiando per la sua elevata emissione di radiazioni. Dopo un lungo processo di raffinazione, riuscirono a isolare una piccola quantità di un nuovo elemento, che chiamarono “radio” per la sua capacità di emettere radiazioni.
Il radio è estremamente radioattivo; è uno degli elementi che emette radiazioni alfa, beta e gamma, un processo che comporta la trasformazione di un elemento in un altro. La sua radioattività è così forte che può causare luminescenza, ovvero brillare al buio, una proprietà che fu sfruttata nei primi decenni del XX secolo per la produzione di vernici luminescenti, utilizzate appunto per ricoprire le sfere e gli indici degli orologi.
Esso veniva utilizzato per una vasta gamma di scopi, dalla medicina ai prodotti di consumo poichè si pensava avesse proprietà benefiche. Una delle applicazioni più diffuse, a partire dal 1917, era l’uso del radio nella produzione di vernici luminescenti per l’appunto.
Per questo i fabbricanti di quadranti iniziarono ad utilizzare il Radio miscelato a colla e ad una piccola quantità di solfuro di zinco, ottenendo cosi una vernice luminescente da applicare alle lancette e agli indici degli orologi.
Tra le aziende più note c’era la United States Radium Corporation, che aveva sede a Orange, nel New Jersey, una delle tante fabbriche che impiegava donne per applicare vernice luminescente contenente Radio su orologi e altri strumenti.
Chi erano le “Radium Girls”
Con lo scoppio della Prima Guerra Mondiale, la domanda di strumenti con quadranti luminosi crebbe vertiginosamente. Il lavoro di dipingere questi quadranti richiedeva precisione e delicatezza, qualità che venivano attribuite alle giovani donne, spesso molto giovani, che venivano assunte nelle fabbriche.
Le donne che lavoravano nelle fabbriche di Radio erano incoraggiate ad usare una tecnica nota come “lip, dip, paint” (“lecca, intingi, dipingi”). Per garantire che i pennelli fossero sempre appuntiti, veniva loro detto di bagnarli con la bocca, poi intingerli nella vernice al radio e infine applicarli ai quadranti degli orologi.
Questo processo veniva ripetuto centinaia di volte al giorno. Nessuno, o perlomeno, così veniva detto alle lavoratrici, sospettava che questa pratica potesse essere dannosa. Al contrario, l’azienda e molti esperti scientifici dell’epoca rassicuravano le operaie sul fatto che il Radio era una sostanza sicura, addirittura benefica per la salute. Si credeva, infatti, che piccole quantità di radiazione potessero essere terapeutiche.
Le giovani lavoratrici erano affascinate dalla luminescenza della vernice, tanto che spesso si divertivano a dipingersi le unghie, i denti e persino il viso, ignorando che stavano assorbendo una sostanza letale. La vernice radioattiva, non solo era maneggiata in modo incauto, ma non veniva fornita loro alcuna protezione adeguata per evitare il contatto prolungato con il Radio.
Le conseguenze letali del Radio sulle lavoratrici
Dopo alcuni anni di esposizione quotidiana al Radio, purtroppo molte delle ragazze iniziarono a manifestare sintomi allarmanti come ad esempio la cute luminosa al buio. La malattia che le affliggeva venne poi identificata come “necrosi radiale” o “mascella del radio”, una condizione causata dall’accumulo di radiazioni nel corpo. Il Radio, infatti, si comportava in modo simile al calcio e veniva depositato nelle ossa, dove lentamente emetteva radiazioni distruttive.
Cari amici, vi risparmio dai dettagli sulle conseguenze e situazioni terrificanti a cui le ragazze sono state sottoposte, lasciandovi immaginare quanto hanno sofferto.
Insomma, nonostante i chiari segni di una malattia diffusa tra le operaie, le aziende e i medici assoldati dalle compagnie cercarono di minimizzare la gravità della situazione. In molti casi, si cercò di attribuire la colpa delle malattie a cause naturali o personali delle lavoratrici, come scarsa igiene o malattie veneree. La situazione divenne sempre più tragica quando alcune delle ragazze iniziarono a morire per le complicazioni derivanti dall’esposizione al radio.
La battaglia legale delle Ragazze del Radio
Nonostante le sofferenze fisiche, molte delle ragazze del radio non si arresero. Cinque di loro, tra cui la famosa Catherine Wolfe Donohue, decisero di intentare una causa legale contro la United States Radium Corporation nel 1927. Questo fu un passo coraggioso, soprattutto considerando che, all’epoca, il diritto del lavoro era ancora rudimentale e le tutele per i lavoratori erano limitate.
Nel 1928, le donne vinsero il loro caso e ottennero un risarcimento finanziario e il riconoscimento del danno subito. Più importante ancora, la loro vittoria aprì la strada a una serie di riforme significative nei diritti dei lavoratori, incluso il miglioramento delle normative sulla sicurezza e l’introduzione di controlli più rigorosi sull’uso di materiali radioattivi.
Nuovi materiali per la luminescenza degli orologi
Oggi, per ottenere la luminescenza negli orologi, si utilizzano materiali sicuri e tecnologicamente avanzati, che hanno sostituito il pericoloso radio utilizzato in passato. Dopo l’abbandono del pericoloso Radio da parte delle aziende orologiere, si passò all’utilizzo del Trizio.
Il Trizio è un isotopo radioattivo dell’idrogeno utilizzato in capsule sigillate per fornire una luminescenza autonoma (senza bisogno della luce solare per brillare) a lungo termine. La sua radioattività fornisce una luminescenza autonoma che può durare fino a 10-25 anni. Lo si poteva distinguere dalla dicitura in basso al quadrante ad ore sei “T SWISS MADE T“, dove la “T” sta per Trizio.
Un altro materiale utilizzato in passato, era il Promethium-147; un elemento radioattivo che veniva utilizzato in alcuni orologi come materiale luminescente e ad oggi è estremamente raro trovare orologi che lo utilizzino. Tuttavia, a causa della sua radioattività e dei rischi potenziali per la salute, è stato quasi completamente sostituito da materiali più sicuri come la LumiNova e la Super-Luminova.
La Super-LumiNova appunto, è attualmente il materiale luminescente più utilizzato nell’industria orologiera. È un composto a base di ossido di alluminio fosforoso (aluminato di stronzio) e non contiene materiali radioattivi, rendendolo sicuro per chi lo maneggia e per l’uso quotidiano al polso.
Esso assorbe assorbe energia luminosa (sia naturale che artificiale) e la rilascia sotto forma di luce visibile al buio di colore verde, blu o bianca.
Conclusioni
Le ragazze del radio non solo pagarono un prezzo altissimo in termini di salute e vite spezzate, ma lasciarono anche un’eredità importante. Le loro lotte legali furono tra le prime a stabilire la responsabilità delle aziende nei confronti della sicurezza dei dipendenti e furono un precedente per molti altri movimenti di difesa dei diritti dei lavoratori negli Stati Uniti e nel mondo.
Oggi, sono ricordate come pioniere della giustizia lavorativa, vittime di una tragica ignoranza scientifica e industriale, ma anche come eroine che non hanno esitato a combattere contro potenti corporazioni per rivendicare la loro dignità e i loro diritti. La loro storia serve a ricordarci l’importanza della sicurezza sul lavoro e il valore inestimabile della vita umana di fronte a qualsiasi progresso tecnologico.
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