Ben ritrovati sul nostro magazine, cari amici di polso. Oggi affronteremo un viaggio indietro nel tempo, fatto di spiritualità e di meditazione, narrando di una grandissima personalità che ha guidato un popolo, anzi intere masse, verso il sogno di un mondo fatto di pace, di diritti e di rispetto.
Mohandas Karamchand Gandhi, meglio conosciuto come Mahatma Gandhi, fu un sostenitore della non violenza che combatté per la parità dei diritti, l’indipendenza del popolo indiano dalla tirannia dell’imperialismo britannico e l’autodeterminazione della gente.
Dopo aver studiato in Inghilterra, intraprese la carriera giuridica e diplomatica nel suo paese natale (India), dove fu incaricato di assumere la difesa in una causa che si sarebbe dovuta svolgere in Sudafrica (all’epoca colonia britannica).
Qui il giovane avvocato Gandhi, visse un’esperienza fatta di soprusi, di aneddoti violenti, di situazioni in cui molti dei suoi connazionali (150.000 indiani in Sudafrica), erano stati ridotti quasi in schiavitù ma soprattutto, in tale contesto, venne a contatto con il fenomeno dell’Apartheid.
Situazioni ed esperienze che segnarono Gandhi profondamente, per sempre.
Questi eventi, raccontati in diverse biografie, furono il punto di svolta della sua vita che in seguito, lo portarono ad abbracciare una vita dedicata alla diplomazia e alla lotta per la parità dei diritti, consacrandolo a guida spirituale.
L’orologio Zenith di Gandhi
Ormai entrato nell’attivismo politico, Gandhi strinse amicizie con varie personalità di spicco del panorama diplomatico indiano tra cui il suo caro amico Jawaharlal Nehru (futuro Primo Ministro Indiano dal 1947 al 1964).
Per mostrare affetto e devozione al suo caro amico Gandhi, il politico Nehru regalò al Mahatma un prezioso orologio da taschino; uno Zenith Type 20 in colorazione argento sterling.
Questo modello, in particolare, era il l’orologio di punta della maison elvetica poichè veniva acquistato dai primi aviatori agli inizi del ‘900.
Si tratta infatti di un segnatempo che venne utilizzato anche dall’ingegnere e aviatore Louis Blériot il quale, nel 1909, sorvolò per primo il canale della Manica con uno Zenith Type 20 nel taschino del suo giubbotto di pelle.
Questo segnatempo presentava un elevato grado di leggibilità, grazie ai grandi numeri arabi al di sopra dell’enorme quadrante bianco e alle grandi sfere in stile “cattedrale”, entrambi resi luminescenti dal radio. Ad ore 12 trovava posto la corona di carica dei grandi dimensioni, in quanto doveva essere facilmente utilizzabile dagli aviatori che indossavano spessi guanti in pelle.
Due piccoli contatori, invece, si fanno spazio ad ore 6 e ad ore 12; il primo segna i secondi, mentre il secondo serve per poter impostare una sveglia, ossia una funzione davvero singolare di cui è dotato l’orologio di Gandhi.
Il doppio fondello con chiusura a cerniera, custodisce gelosamente il bellissimo movimento a carica manuale di casa Zenith. Giustamente vi potreste chiedere perchè mai questo orologio avesse bisogno di un secondo fondello; ebbene, questo modello presenta una “chicca” rivoluzionaria per l’epoca.
Vi ho infatti prima accennato della complicazione sveglia di cui questo orologio è dotato, ossia una funzione brevettata proprio da Zenith nel 1913 e montata per la prima volta su questo segnatempo.
Bene, ma cosa c’entra con il doppio fondello? C’entra eccome, perchè il fondello superiore si apriva permettendo l’appoggio dell’orologio in posizione verticale su una superficie piana, inoltre, funzionava da cassa di risonanza per la funzione sveglia in modo da amplificarne il suono del martelletto che picchiava contro il timbro acustico.
Questo segnatempo venne commercializzato a partire dal 1916 nei concessionari Zenith in Inghilterra, per poi essere esportato in India dopo qualche anno; divenne subito di larga diffusione grazie alla funzione “sveglia”, che aiutava la gente nei propri viaggi d’affari, abitudini e appuntamenti.
Il Mahatma, che apprezzava puntualità e precisione, utilizzava il suo pregiato orologio Zenith e la funzione sveglia quotidianamente, in particolare per le sue preghiere. Con suo grande rammarico, l’esemplare gli venne però rubato in occasione di un viaggio in treno in direzione Kampur.
Profondamente dispiaciuto per aver perso il dono prezioso di un amico a cui era molto legato, il 28 maggio 1947, due giorni dopo l’accaduto, scrisse in una nota: “Aveva anche un anello in radio, e un dispositivo per la sveglia”.
Sei mesi dopo a Nuova Delhi, il ladro che nel frattempo era venuto a conoscenza del grande dispiacere che aveva procurato a Gandhi e tormentato dal rimorso, chiese di poterlo incontrare per restituirgli l’oggetto rubato e chiedergli perdono.
Dopo la morte del maestro spirituale, l’orologio intraprese un lungo viaggio di mano in mano, passando dalla sua cara nipote ed assistente, Abha Gandhi, per poi finire nelle mani di vari collezionisti di tutto il mondo fino al 2009.
In quell’anno la casa d’aste newyorchese Antiquorum Auctioneers, ha messo in vendita, in un unico lotto, oggetti appartenuti a Gandhi: il prezioso orologio Zenith, i famosi occhiali rotondi, una ciotola, un piatto e i sandali in pelle.
Questi oggetti, tutti fedeli compagni del Mahatma Gandhi, sono rientrati in patria, venduti alla cifra record di 1,8 milioni di dollari americani al miliardario indiano Vijay Mallya.
Insomma, dopo la dipartita del suo caro vecchio proprietario Gandhi, questo magnifico segnatempo ha viaggiato in lungo ed in largo per poi tornare in India. Proprio come il grande Mahatma, ha potuto attraversare diversi continenti, al fine di conoscere le buone e le cattive azioni dell’uomo per poi tornare nella sua terra spirituale dove poter meditare e riposare.
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