Le Principali Differenze Tra Movimento A Carica Manuale E Movimento Automatico

DATA
29 Novembre 2021
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Per chi si sta avvicinando al mondo dell’orologeria vorrei fare un breve preludio sui Movimenti dei nostri orologi.

Il movimento, o calibro, è il cuore pulsante di un segnatempo. Vi sarà capitato di osservare persone intente nell’ascoltare il ticchettio di un orologio: esso risuona davvero come il battito cardiaco per gli appassionati del settore. Il susseguirsi di tic-tac è il rumore prodotto dal meccanismo che guida le lancette
e alimenta le grandi complicazioni.

Possiamo osservare anzitutto due tipologie diverse di meccanismi:

Orologi al Quarzo: probabilmente i più diffusi e comuni. Il loro funzionamento è dettato dalle
oscillazioni di un cristallo di Quarzo, il movimento è quindi di tipo elettronico e necessita di una batteria
per poter funzionare. Sono orologi meno pregiati, che richiedono una minore attività artigianale e orologiera.

Orologi Meccanici: senza dubbio i protagonisti del mondo dell’orologeria. Il loro funzionamento è pura arte e al contrario del Movimento al Quarzo, qui non vi è la presenza di batteria; il funzionamento avviene solo grazie a principi della fisica sapientemente applicati. Esistono due tipi di orologi meccanici: gli orologi con movimento a carica manuale e gli orologi con movimento automatico.

Nonostante siano le basi dell’orologeria (o forse proprio perché lo sono), i nuovi entrati nel mondo non gli dedicano l’attenzione necessaria. Proprio per questo motivo, lasciamo da parte i nostri preconcetti, pareri personali e la nostra filosofia orologiaia ed andiamo ad analizzare insieme le due tipologie.

Orologi a carica manuale

Raccontiamo dell’orologio più tradizionale ed iconico in commercio. Come si anima questo segnatempo? Siamo noi a dargli vita con la carica necessaria perché inizi il suo moto, grazie all’azione manuale che esercitiamo girando la corona. La differenza più evidente è l’assenza della massa oscillante, prerogativa degli orologi automatici.

E’ importante prestare la massima attenzione durante la ricarica poiché essa non va svolta con il segnatempo al polso e neppure su superfici non piane. Quando si avverte una resistenza meccanica bisogna interrompere la rotazione della corona in quanto l’orologio ha raggiunto la sua massima carica.

Una volta innescato esso funzionerà per un ben preciso periodo di tempo che possiamo definire come potenziale di riserva di carica. Ovviamente la sua effettiva durata è influenzata anche dall’utilizzo o meno delle funzioni e complicazioni che caratterizzano l’orologio.

Troviamo vari calibri impostati per 18, 24, 36 o addirittura 65 ore come il Patek Philippe Cronografo 5172G.

A dar vita a questo spettacolare capolavoro Patek Philippe è il calibro CH 29-535 PS (diametro 29,6 mm, spessore 5,35 mm), con 270 componenti e 33 rubini. La Maison per questo orologio ha brevettato sei nuove innovazioni meccaniche.

La meccanica richiede attenzione e cura per funzionare. Negli orologi a carica manuale la diligenza e la manutenzione sono tutto. Il cinturino dev’essere stretto in maniera consona, non deve subire urti importanti o movimentazioni errate, la stessa temperatura ne può inficiare il corretto funzionamento.

Gli orologi a carica manuale in media presentano meno componenti delle controparti automatiche e quindi possono avere casse più sottili. Parliamoci chiaro: chi indossa un orologio a Carica Manuale è un amante del prezioso e ricercato, un costruttore di riti e di routine, un attento utilizzatore ed un inguaribile romantico.

Orologi automatici

Qual è la differenza con un segnatempo a carica manuale?

Nel caso di orologi automatici, l’energia necessaria a far lavorare il calibro è prodotta dal movimento del braccio. Grazie alla presenza di una massa oscillante che si muove per via della forza di gravità ad ogni cambiamento di posizione dell’orologio. La massa oscillante, collegata alle parti del movimento attraverso una fitta rete di ingranaggi, trasmette la sua energia cinetica e consente il costante funzionamento dell’orologio senza che sia necessaria alcuna ricarica manuale.

Fondello dell'F.P. Journe Octa con movimento automatico e massa oscillante a vista
Massa oscillante di un F.P. Journe Octa Automatique

Questa tipologia di orologi è sicuramente la più diffusa essendo più semplice da mantenere e da curare. Tuttavia, gli orologi automatici hanno un maggior numero di componenti e questo comporta che sia più probabile un loro malfunzionamento. Dal punto di vista estetico si traduce invece in casse più spesse rispetto ai modelli a carica manuale. Uno degli esempi più classici è la collezione Royal Oak di Audemars Piguet.

Un esempio invece inusuale, è dato dallo Streamliner Cronografo Flyback di Moser che, nonostante sia dotato di un calibro automatico sembra non possedere la massa oscillante. In realtà però non è così, infatti essa è stata abilmente nascosta tra il quadrante ed il retro del meccanismo.

Quale scegliere?

Se pensate di trovare una risposta be’, mi dispiace per voi ma io non posso fornirvela. L’unica cosa che posso fare è parlarvi di dati oggettivi, lasciando a voi la decisione finale. Da un lato abbiamo un orologio ritualizzato, con un’enorme componente storica alle spalle, dall’altra un movimento molto più recente ma altrettanto spettacolare e affascinante.

Un movimento a carica manuale ha di vantaggioso la sua durata, è costituito solo da componenti strettamente necessari al suo funzionamento e con un’adeguata manutenzione può davvero durare una vita intera. Al contrario un automatico ha molti più componenti e quindi maggior possibilità di mal funzionamento. 

Il numero di componenti che lo animano fa sì che il manuale risulti più sottile e leggero rispetto ad un automatico. Tuttavia quest’ultimo non ha bisogno di ricariche continue, il solo indossarlo lo rende attivo e vivo, di conseguenza ci risulta molto più pratico nella vita quotidiana; praticità che si riscontra anche per l’ uso sportivo, al contrario di un orologio a carica manuale.

Come accennato precedentemente, il mercato aiuta la diffusione dei calibri automatici. I cataloghi letteralmente straripano di modelli automatici con prezzi accessibili, cosa che risulta molto più complessa quando parliamo dei movimenti a carica manuale.

Come potete vedere entrambe le tipologie hanno i suoi pro e i suoi contro. In conclusione, fatevi guidare dalla vostra passione e scegliete in base alla vostre esigenze!

Autore: Andrea Parodi

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