Oggi vogliamo farvi conoscere meglio una forma dell’orologeria vintage, persa per diversi anni, e che siamo sicuri tornerà ad essere apprezzata nuovamente. Stiamo parlando della forma “Disco Volante”.
Prima di tutto, bisogna chiedersi da dove nasce questa definizione e in che modo può essere legata all’orologeria. Dopo la prima segnalazione da parte del pilota americano Kenneth Arnold, il 24 giugno 1947, di oggetti volanti non identificati, definiti appunto Dischi Volanti, si registrarono negli USA diverse segnalazioni simili.
Questo fenomeno spinse la United States Air Force a coniare un termine per questi oggetti avvistati nei cieli, definendoli UFO, unidentified flying objects.
Proprio durante questi anni il fenomeno dei dischi volanti iniziò ad entrare nella quotidianità di molti, tanto che anche oggetti comuni, caratterizzati da una forma che richiamava questi UFO, assunsero simpaticamente soprannomi che ricordavano l’oggetto non identificato apparso nei cieli.
Questo è anche il caso dell’orologeria: negli anni successivi alla fine della Seconda Guerra Mondiale, si iniziarono a sperimentare forme nuove o a riscoprirne alcune che negli anni ‘30 non avevano avuto un grande successo.
In questi anni, infatti, i collezionisti italiani attribuirono il soprannome Disco Volante a tutti quegli orologi con cassa di forma circolare senza anse a vista e con una ghiera esterna, lavorata o semplicemente liscia, che occupava una discreta area rispetto alla superficie del quadrante.
Grazie all’assenza delle anse, le misure di questi orologi risultavano essere più grandi rispetto alla media e a vestire sul polso in maniera completamente diversa, rispetto ai più classici segnatempo.
I primi orologi Disco Volante
I primi modelli nacquero appunto intorno alla metà degli anni ‘30 da Omega e Vacheron Constantin.
Le creazioni dei due marchi differivano però notevolmente. La referenza CK2013 di Omega, venne prodotta esclusivamente in acciaio, pensata perciò per un utilizzo quotidiano, e montava una notevole quantità di quadranti diversi tra loro, dai tono su tono, sia scuri che chiari, ai quadranti settoriali, con contrasto di due colori.
Il movimento che animava queste creazioni, era il 25.6 SOB, con piccoli secondi ad ore sei e una piccola corona ad ore tre capace di integrarsi perfettamente al disegno circolare dell’orologio.
Le creazioni di Vacheron erano, come già detto, molto diverse da quelle di Omega, in quanto presentavano casse realizzate in materiale prezioso e lavorazioni, sia sul quadrante che sulla lunetta, molto più ricercate.
Anche il diametro della cassa risulta essere decisamente diversa, soli 30 mm, adatti per le occasioni più formali.
Anni ‘50, l’età d’oro della forma Disco Volante
Dopo il secondo conflitto mondiale, come detto poco più su, la forma Disco Volante iniziò ad essere sempre più utilizzata, anche da altri marchi rispetto ad Omega e Vacheron Constantin.
Come non citare, ad esempio, per prima Cartier, regina delle forme che, dopo il successo del modello Ronde Squelette presentato negli anni ‘40, conosciuto più comunemente come “Timone”, decise di introdurre un’ulteriore versione simile ma più fedele alla definizione di Disco Volante, denominato Escalier.
Tra le altre creazioni caratterizzate da questa forma, molte furono ideate da Universal Geneve, in vari materiali di cassa e colori di quadrante.
In particolare, visto lo stretto rapporto della maison con Hermès nella creazione di segnatempo che portassero anche il nome del prestigioso marchio di lusso Francese, vi vogliamo mostrare un pezzo davvero unico.
Si tratta di un orologio dalla forma a Disco Volante in oro giallo, con eleganti indici a cerchio e lancette a foglia, firmato unicamente Hermès sul quadrante.
Oltre ai brand citati precedentemente, sono ormai diventate iconiche alcune creazioni nate dalla sacra triade: Rolex, Patek Philippe e Audemars Piguet.
Per quanto riguarda Patek, la referenza su cui vogliamo soffermarci è la 2591 che, nella semplicità del quadrante, con indici e lancette a bastone, rappresenta tutta l’eleganza di quegli espressa dal marchio.
Seppur le cifre a cui si può trovare un esemplare ancora in buone condizioni, siano relativamente contenute, discorso diverso riguarda gli esemplari nati con bracciale integrato, realizzati da abili artigiani e capaci di rendere l’orologio ancora più prezioso.
Anche Rolex a partire dagli anni ‘50 produsse diverse referenze caratterizzate da questa forma di cassa. Diversamente dai modelli visti fino ad ora delle altre maison, la casa cornata legò la forma Disco Volante ad orologi più classici e affermati e che ne condividevano caratteristiche tecniche.
E’ il caso del Precision o dei modelli con lunetta esterna simile a quella del Turnograph.
Infine Audemars Piguet, che può vantare quella che a mio avviso è la migliore interpretazione di questa forma. Seppur per molti anni questa creazione è stata attribuita a Gerald Genta, la ref. 5093 fu invece creata dal designer tedesco Gebhard Duve verso la fine degli anni ‘50.
La cassa, di soli 36 mm di diametro, è stata prodotta principalmente in oro giallo o in oro bianco, ed è caratterizzata da uno spessore davvero contenuto, attorno ai 3 mm grazie al movimento manuale 2003, creato in collaborazione con LeCoultre e Vacheron e spesso solo 1,64mm, che rappresentava all’epoca il calibro più sottile al mondo.
Delle diverse configurazioni che si possono trovare, che differiscono per quadrante e lavorazione della lunetta esterna, le più apprezzate sono senz’altro quelle con quadranti settoriali e due colori.
La forma Disco Volante oggi
Negli ultimi decenni questa forma di cassa si è persa, con pochi marchi che hanno a catalogo orologi di questo genere.
Sono però da evidenziare alcune creazioni recenti che hanno provato a riscoprire la forma UFO.
È il caso di Ikepod, marchio fondato nel 1994 che negli anni ha prodotto orologi con diverse complicazioni, ma alcune caratteristiche comuni ai Disco Volante, quali casse rotonde senza anse e cinturini sportivi.
Diversi modelli di questo marchio sono ricercati dai collezionisti, in particolare i primi prodotti, e dopo alcuni anni difficili, il marchio è di nuovo tornato in vita.
Più recente, è invece stata la creazione da parte di Furlan Marri, di tre diversi Disco Volante, di cui abbiamo parlato in un articolo dedicato, e che nelle prime settimane dopo la presentazione sembra aver riscosso un discreto successo da parte degli appassionati.
Un nuovo trend?
Predire nuovi trend nel mondo dell’orologeria non è mai facile, tuttavia siamo sicuri che questi nuovi orologi moderni, insieme alla graduale riscoperta dei modelli vintage, porteranno un notevole interesse verso questa forma, sperando che altri brand, anche più affermati, riscoprano alcuni modelli del passato con interpretazioni moderne.
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