Patek Philippe Ref. 2499: La Guida Completa

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27 Novembre 2023
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Cari amici di IWS, bentornati sul nostro magazine dove oggi andremo ad approfondire insieme, una delle referenze più famose nel mondo del collezionismo.

Da sempre, Patek Philippe è famosa per aver creato segnatempo altamente affascinanti e, allo stesso tempo, altamente complicati. Due ingredienti che hanno fatto si che tutti i collezionisti del mondo iniziassero quella che posso definire la “rincorsa” alle referenze più hot del marchio. 

Patek Philippe ref. 2499 quarta serie
Patek Philippe 2499/100 (quarta serie) – Credits: Phillips

Tra queste, merita senza dubbio una menzione degna di nota la referenza che andremo a vedere oggi nel dettaglio, la 2499. 

A questo punto non mi resta che dirvi di armarvi di carta e penna per prendere nota su tutti i dettagli che andremo a scoprire, nel corso di questo articolo, in modo da poter essere preparati ad affrontare ogni prossima discussione a tema calendari perpetui di Patek. 

L’antenato: la ref. 1518

Patek Philippe 1518
Patek Philippe 1518 in acciaio – Credits: Pillips

Prima di arrivare a parlare dell’iconica referenza 2499 introdotta nel 1950, dobbiamo fare un passo indietro all’anno 1941. In quell’anno, Patek Philippe introduce un orologio inusuale per l’epoca: il primo cronografo con calendario perpetuo prodotto in serie al mondo.

Questo orologio è la leggendaria referenza 1518, diventato un vero e proprio oggetto di culto ai giorni nostri tanto da essere ritenuto da alcuni dei collezionisti più importanti al mondo, tra cui Sandro Fratini, l’orologio più bello mai prodotto nella storia. La referenza 1518, oggetto del desiderio di ogni appassionato del mondo delle lancette, venne prodotta fino al 1954.

La Referenza 2499

Patek Philippe ref. 2499 prima serie
Patek Philippe 2499 prima serie in oro giallo

Dieci anni dopo l’introduzione della referenza 1518, la maison decise di realizzare un ulteriore modello con caratteristiche analoghe ma con un design – e quindi una referenza – differente, la 2499. Quindi, nel 1951 vede la luce il primo successore del 1518 facente parte dell’iconica dinastia dei calendari perpetui della maison. Il Patek Philippe ref. 2499 venne prodotto dal 1950 al 1985. Si stima che vennero realizzati nell’arco di questi quasi 35 anni, un totale di 349 esemplari con una produzione di circa 10 pezzi all’anno.

Patek Philippe ref. 2499 quarta serie in platino.
Patek Philippe 2499 in platino di Eric Clapton – Credits: Hodinkee

Dei 349 esemplari prodotti, la referenza 2499 venne realizzata per la maggior parte in oro giallo, molti meno in oro rosa. Inoltre, Patek Philippe realizzò 2 soli esemplari in platino. Ad oggi, tra le versioni conosciute, quella in platino è sicuramente la più rara e desiderata in assoluto.

Attualmente i due rarissimi Patek Philippe in platino hanno dimora al museo Patek Philippe di Ginevra e all’interno di una collezione privata sin dal 2012, anno in cui l’orologio venne venduto in asta dal chitarrista Eric Clapton.

Patek Philippe ref. 2499 seconda serie
Patek Philippe 2499 in oro rosa – Credits: Hodinkee

Subito dopo questi due esemplari, trovano posto, a livello di rarità, le versioni con cassa in oro rosa di cui si ipotizza che ne esistano solo tra i 40 ed i 50 esemplari totali. 

Ci tengo inoltre a precisare che “voci di corridoio” sembrerebbero indicare anche la presenza di un numero estremamente limitato, di modelli 2499 in oro bianco ma ribadisco, non essendo mai comparsi sul mercato e non essendo ancora mai stati catalogati, si tratta puramente di un’ipotesi.

Per quanto riguarda la forma della cassa, può saltare subito all’occhio la differenza di forme rispetto alla precedente ref. 1518 che prendeva spunto dalle forme più classiche, in pieno rispetto dei canoni stilistici degli orologi di quell’epoca. La referenza 2499, infatti, è dotata di una cassa dalle dimensioni più moderne.

È bene precisare che per tutto il periodo di realizzazione della referenza non si ebbe un unico diametro nè un unico fornitore per quanto riguarda le casse.

Movimento 13-130 con fondello aperto del patek philippe ref. 2499
Il movimento del Patek Philippe 2499 – Credits: SJX

Ad animare quello che ritengo essere uno, se non il più bel cronografo con calendario perpetuo della maison, troviamo il calibro 13-130 basato su un Valjoux ébauche modificato in-house già presente sulla precederne referenza 1518.

Questo movimento, venne inoltre usato per tutto il periodo di produzione della referenza 2499 fino a quando, non venne sostituito con un calibro Lemania che trovò posto all’interno dell’erede del 2499, ossia la referenza 3970.

Durante i 35 anni di produzione della referenza 2499, Patek Philippe ha apportato modifiche più o meno evidenti al modello. Questo ha naturalmente creato, per il modo del collezionismo, una divisione della produzione in 4 serie principali. Andiamo a scoprirle singolarmente nel dettaglio.

I Patek Philippe 2499 prima serie 

Patek Philippe ref. 2499 prima serie. Credits: SJX

Questa prima serie è sicuramente la più simile alla precedente referenza 1518. Per certi versi, anche fonte di fraintendimenti per chi è alle prime armi. Infatti, la prima cosa che notiamo sono i tasti cronografici rettangolari, proprio come per la ref. 1518.

Prodotta dal 1950 al 1960, la prima serie del Patek Philippe 2499 presenta un quadrante al di sopra del quale sono disposti numeri arabi applicati e scala tachimetrica, anche qui in maniera molto simile al predecessore.

Gli esemplari di questa serie risultano estremamente rari in quanto si ipotizza che vennero prodotti un totale di 40 unità di cui, la maggior parte in oro giallo e solamente pochissimi in oro rosa. 

Per i primi due anni della serie, le casse vennero prodotte da Vichet. Secondo watchesbysjx, quattro in oro rosa e circa dieci in oro giallo. Dopo la parentesi Vichet, Patek Philippe si affidò a Wenger.

Patek Philippe ref. 2499 Prima serie
Patek Philippe ref. 2499 Prima serie con cassa Vichet. Phillips

Le casse di Vichet si caratterizzano per un diametro di 36 mm, un fondello piatto a protezione del movimento e delle anse allungate.

Patek Philippe ref. 2499 terza serie
Patek Philippe 2499 Pink Gold Terza serie con cassa Wenger. Credits: WatchesbySJX

Le casse prodotte da Wenger invece possiedono un diametro di 37,5 mm con un fondello non più piatto, ma bombato e delle anse meno allungate.

Grazie ad una recente scoperta, quella che si pensava essere una linea netta di confine tra i due periodi di produzione delle casse sembra essere stata smentita.

Patek Philippe ref. 2499 Prima serie
Patek Philippe 2499 prima serie firmato Serpico Y Laino venduto da Phillips per 3.5 milioni di euro nel 2021. Credits: Phillips

Infatti, sono noti due esemplari venduti e firmati da Serpico Y Laino, apparsi nel 2022 in due aste internazionali che, nonostante siano datati al 1952, possiedono una cassa realizzata dalla Wenger rendendo, ad oggi, questi due esemplari successivi l’uno all’altro, in termini di numerazione del movimento e della cassa, gli unici due esemplari di 2499 prodotti con cassa Wenger nel periodo in cui erano ancora in produzione le casse Vichet per la prima serie.

Il quadrante della prima serie ha un’estetica pressoché identica alla referenza 1518 se non per alcune variazioni da quadrante a quadrante all’interno della stessa serie. Ad esempio, l’anello della data può essere delimitato (come per la referenza 1518) o aperto.

I Patek Philippe ref. 2499 Seconda Serie 

Patek Philippe ref. 2499 seconda serie
Patek Philippe ref. 2499 in oro giallo seconda serie.

Passando invece alla seconda serie, assistiamo al cambiamento più evidente di tutti a livello di design in quanto i tasti cronografici rettangolari vengono sostituti con dei tasti tondi che troveranno posto fino alla fine della produzione della referenza. 

Prodotta dal 1953 circa e fino al 1960, parallelamente alla prima serie, questa versione di Patek Philippe ref. 2499 si caratterizza per una cassa da 37,5 mm fornita solo dalla Wenger. I metalli utilizzati, anche questa volta, sono principalmente l’oro giallo e l’oro rosa per solo 10 esemplari ipotizzati, di cui 8 noti.

Come per la prima serie, anche qui, quella che sembra essere una linea di confine, in realtà non è altro che una sfumatura in quanto, sono presenti alcuni rari esemplari della seconda serie con casse prodotte dalla precedente azienda fornitrice, ossia Vichet.

Il motivo per cui ci possa essere stata una fornitura di casse per la seconda serie anche dalla Vichet può essere spiegato facendo un appunto sull’impermeabilità. Si ritiene che Patek Philippe prima di far produrre le casse con tasti tondi alla Wenger affidò la produzione di una cassa con tasti tondi alla Vichet. Probabilmente le casse prodotte da Vichet con tasti tondi, ossia quelli più idonei a garantire un’impermeabilità dell’orologio per via della loro conformazione, non furono in grado di rispettare gli standard della maison. 

A livello di quadrante, invece, in questa seconda serie troviamo sempre la presenza di indici a numeri arabi ma, a differenza della prima serie, anche un’altra configurazione con indici a bastone. Al pari della serie precedente, troviamo anche la presenza della scala tachimetrica all’esterno del quadrante. 

I Patek Philippe ref. 2499 Terza Serie 

Patek Philippe ref. 2499 terza serie
Patek Philippe ref. 2499 terza serie in oro giallo. Credits: Sotheby’s

La produzione della terza serie si colloca approssimativamente tra il 1958 e il 1978 e, quindi, sempre a cavallo con la produzione sia della seconda che della prima serie. In questa terza serie le casse furono prodotte e fornite solamente dalla Wenger e realizzate, al pari della seconda serie, sempre con un diametro di 37,5 mm.

La differenza sul quadrante è immediata: manca la scala tachimetrica al bordo del quadrante. Inoltre, per la terza serie sono disponibili sono indici a bastone, vengono abolite le cifre arabe. Un ulteriore differenza, sempre a livello del quadrante, è rappresentata dall’abbandono, dagli anni ’70 in poi, dei quadranti incisi/smaltati a favore di quelli stampati. La differenza principale a livello concreto sta nella tridimensionalità che l’incisione smaltata dona al quadrante rispetto ad una più piatta stampa.

I Patek Philippe ref. 2499 Quarta Serie

Patek Philippe ref. 2499 quarta serie
Patek Philippe ref. 2499 in oro giallo quarta serie. Credits: Phillips

La produzione di quest’ultima serie si colloca infine tra il 1978 e il 1985. In realtà, Patek Philippe affidò a questa versione una referenza specifica, la 2499/100 tanto da mettere persino in dubbio il concetto di quarta serie.

A primo impatto, appare alquanto simile alla precedente per via dei pulsanti cronografici rotondi, gli indici a bastone applicati e l’assenza della scala tachimetrica.

La differenza sostanziale di quest’ultima serie, risiede nella scelta di dotare l’orologio di un vetro zaffiro a protezione del quadrante il quale, venne realizzato con l’utilizzo di un carattere più grande per i numeri del datario a differenza delle precedenti versioni; scelta che, per ragioni di spazio, ha fatto anche sparire l’indicazione del minuto “30” dalla minuteria esterna al quadrante. 

Durante questo arco di tempo, le casse da 37,5 mm di diametro furono sempre realizzate dalla Wenger ma solamente fino al 1982. Da quell’anno, fino al 1985, infatti, le casse furono prodotte dalla Patek Philippe stessa grazie all’acquisizione, da parte della maison, dell’Ateliers Réunis S.A., un’azienda di Ginevra che produceva casse per orologi. 

All’interno di questa ultima serie collochiamo inoltre i due rarissimi e soli esemplari del modello realizzati in platino. 

Considerazioni finali 

Quando parliamo di Patek Philippe, soprattutto di quelli vintage, sono rari i casi in cui non si riesce a rimanere estasiati e stupiti dalla bellezza delle loro loro creazioni.

Famosa da sempre per la realizzazione di complicazioni estremamente affascinanti, il cronografo con calendario perpetuo rappresenta da sempre il prefetto connubio della maison, fonte di ricerca da parte di molti collezionisti in ogni sua espressione al di sopra di differenti referenze. 

La referenza 2499 rappresenta senza alcun dubbio il modello precursore dei modelli di tale tipologia e senza il quale, molto probabilmente, non si sarebbero mai realizzati quelli che sono stati i suoi successori. 

Ciò che ha reso senz’altro celebre tale referenza, è sicuramente l’abilità della maison di aver creato un orologio che già per l’epoca in cui fu creato, gettò le basi per un design iconico e, allo stesso tempo, già moderno per il tempo in cui fu concepito. 

Basti infatti pensare che, ancora oggi, i moderni calendari perpetui con cronografo della maison presentano le stesse forme a livello design e le analoghe funzioni in termini di complicazioni. 


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