Nel 2020 – ahimè sì, è già passato così tanto tempo – la maison fondata da Hans Wilsdorf lancia la nuova linea di Oyster Perpetual. Si tratta di migliorie importanti, dall’adozione di un nuovo movimento alla possibilità di indossare l’orologio anche nella misura di 41mm, nonostante ciò non sono esattamente queste innovazioni a fare notizia.
Oltre alle tonalità più classiche, vengono infatti introdotti dei quadranti dai colori accesi: giallo, verde, turchese (ormai color Tiffany possiamo dire), rosso corallo e rosa confetto. Immediatamente diventano un successo, finalmente un po’ di allegria!
Questa scelta da parte della maison elvetica, in effetti, potrebbe risultare inaspettata.
La lineup dei modelli di Rolex è sempre stata tipicamente tradizionale, senza sbilanciarsi verso colori e fantasie non appartenenti alla filosofia del marchio. Aspettate però a dare giudizi affrettati!
Per quanto strano, nel caso di questi quadranti colorati si ha in realtà un forte rimando alla tradizione.
Negli anni ’70 vengono per l’appunto inseriti all’interno della collezione Day Date dei vistosi quadranti laccati denominati quadranti stella che fungono da illustri antenati degli attuali Oyster Perpetual.
Origini del Day Date
Sin dal 1956, anno del suo debutto ufficiale, il Day Date viene prodotto unicamente in materiali preziosi e ciò non cambia nemmeno con l’avvento di questi nuovi quadranti. Da sempre il modello di punta della casa ginevrina è sinonimo di successo come è testimoniato dal frequente utilizzo da parte di capi di stato, reali e personalità estremamente influenti.
Vista la levatura delle persone che lo indossavano, per quanto possa sembrare strano al giorno d’oggi, i quadranti in questione spesso venivano sostituiti per colorazioni più discrete e più in linea con la classica filosofia Rolex. Ciò ha portato ad un’estrema rarità di questi quadranti e questo aspetto si riflette anche sulle quotazioni attuali del mercato del vintage. I gusti sono infatti mutati con il passare del tempo e al giorno d’oggi si tratta di una particolarità molto amata.
Oltre alla rarità intrinseca e alle tonalità non usuali, ci sono altri curiosi aspetti che rendono interessanti questi quadranti dal punto di vista collezionistico. Il nome “Stella” non è un soprannome affibbiatogli dagli appassionati, a differenza di com’è avvenuto con Pepsi, Hulk, Batman, Panda e chi più ne ha più ne metta, ma una vera e propria denominazione presente nel catalogo ufficiale.
Ti lascio qui un link ad un nostro divertente articolo che riassume tutti i soprannomi relativi a Rolex!
Batman, Pepsi, Hulk… e tutti i soprannomi Rolex
I quadranti smaltati vengono infatti definiti “Laquered Stella” e il loro nome deriva dal nome del fornitore degli stessi – è ormai risaputo che Rolex non sia famosa per la sua fantasia – per l’appunto Stella S.A., locata a Ginevra e specializzata in vernici laccate. A sua volta questa riforniva il produttore di quadranti Stern Frères, che si occupava della produzione a partire dai pigmenti selezionati.
Produzione dei quadranti Stella
I diversi colori in cui ritroviamo i quadranti sono, in ordine di rarità: malva, giallo, corallo o rosa tenue, turchese, verde, blu, arancio, rosso e sangue di bue (oxblood). Tutti, in un modo o nell’altro, esprimono il loro fascino.
Credits: Amsterdam Vintage Watches Credits: A Collected Man
Per quanto riguarda la produzione vera e propria invece, il processo era decisamente complicato, i quadranti venivano verniciati con una pistola a spruzzo e dopo ogni passaggio venivano cotti in forno in modo da solidificare il pigmento usato, il processo veniva poi ripetuto fino al raggiungimento della tonalità e qualità richiesta.
A quel punto si procedeva con una lucidatura e con l’applicazione di una vernice trasparente. Questo particolare passaggio permetteva alla successiva stampa a tampone di risultare sospesa sopra il quadrante, con un effetto di galleggiamento spettacolare (simile al risultato nel Daytona con quadrante porcellana).
Caratteristiche e differenze tra le serie
A seconda delle caratteristiche strutturali e del testo presente a ore 6 si differenziano quattro serie di produzione:
La prima, introdotta a partire dagli anni ’70, è caratterizzata dal quadrante a tortiera con la traccia dei minuti sulla parte inclinata, la dicitura “T Swiss T” a ore 6 e la referenza 180X;
La seconda, verso la fine degli anni ’70, senza bordo inclinato, sempre con il testo “T Swiss T” a ore 6 e referenze 180X e 1803X;
La terza, contemporanea alla seconda, viene prodotta fino alla fine degli anni ’80, ma il testo cambia a “T Swiss Made T” e la referenza a 180XX;
La quarta e ultima, in produzione fino agli anni ’90, presenta il testo invariato ma c’è l’aggiunta della traccia dei minuti con i numeri romani ogni 5 minuti.
Nonostante la differenziazione tra le diverse serie, all’interno di uno stesso raggruppamento sono presenti caratteristiche diverse, in particolare riguardo gli indici, che variano da semplici indici a bastone, fino ad arrivare ad indici a brillante o addirittura a baguette, conferendo unicità e personalità ad ogni singolo segnatempo.
Commissioni speciali
La produzione ufficiale si conclude negli anni ’90, tuttavia nel 2013 venne commissionata da un noto dirigente non esecutivo una serie limitata di Daytona a carica manuale e di Day Date con cristallo in zaffiro.
Per quanto incredibile possa sembrare, essendo tra le altre cose Stella SA ormai chiusa da tempo, la richiesta venne esaudita e furono realizzati una ventina di Daytona suddivisi in quattro colori, due dei quali sono stati assegnati a ciascuna delle referenze, 6263 e 6265. Altre configurazioni furono realizzate, rispettivamente turchese e verde con contatori oro per il 6265 e rosso e giallo con contatori neri per il 6263.
Per quanto riguarda i Day Date si è invece a conoscenza di un solo modello di questo particolare ordine in oro bianco, con quadrante giallo, diamanti a baguette e a brillante come indici e raro disco dei giorni in latino.
Pur essendo certa la loro esistenza, si tratta di opere d’arte che non sono mai state rese pubbliche, probabilmente anche per preservarne l’unicità e l’identità dei proprietari che quasi sicuramente sono gli originali possessori.
La nostra opinione
Questi orologi sono un paradosso. Sono senza ombra di dubbio molto affascinanti ma si discostano completamente dalla filosofia e dal comune aspetto di un orologio della casa coronata, specialmente per quanto riguarda i modelli storici.
Naturalmente non è questo aspetto a renderli interessanti, tanto meno il fatto ormai assodato che siano merce rara. Non fraintendetemi, sono componenti importanti, ma non sono ciò che li rende speciali. Sono tali perché sono maledettamente accattivanti e questa sensazione penso si possa rivivere, almeno in parte, con i nuovi Oyster Perpetual, divertenti ma di chiara essenza Rolex.
Se sei particolarmente interessato ad altri particolarissimi quadranti Rolex ti lascio il link a questo nostro articolo!