Ciao amici di IWS, bentornati sul nostro magazine! Quest’oggi parleremo di un orologio non molto conosciuto, ma che negli anni 80′ ha permesso all’orologeria svizzera e, a Tissot in particolare, di riacquisire notorietà in un periodo storico non facile.
Parlando degli anni 80′ e di innovazioni in ambito orologiero, subito ci vengono in mente G-Shock e Swatch, due marchi opposti che hanno parallelamente segnato la storia di questo settore in modi differenti.
In questo clima di cambiamento, anche Tissot riuscì ad emergere con l’orologio di cui vi parleremo quest’oggi: il RockWatch, un modello davvero unico che ha segnato la rinascita del marchio.
Il periodo storico in cui nacque il Tissot RockWatch
Gli anni 70′ non furono un periodo facile, poiché il mondo occidentale stava affrontando una forte crisi, sia sul piano economico che petrolifero, per non parlare della crisi del quarzo che mise in ginocchio l’intero settore orologiero.
In questo panorama, la SSIH (la società madre di Tissot, formatasi tramite una fusione con Omega nel 1930) e ASUAG (il più grande produttore mondiale di movimenti per orologi), dichiararono entrambe bancarotta nel 1981. Pochi anni dopo, le due società fecero una fusione costituendo, nel 1985, la SMH (Société de Microélectronique et d’Horlogerie) sotto la guida di Nicolas G. Hayek Sr, la quale poi cambiò nuovamente nome diventando The Swatch Group nel 1998.
Da questa situazione di crisi, il gruppo concepì un’idea geniale per ritornare alla ribalta nel mondo delle lancette: realizzare un orologio in pietra.
Il compito venne affidato a Tissot e il progetto prese il nome di RockWatch. Quella che all’apparenza sembrava un’idea folle, si rivelò cruciale nel risollevare il marchio dal periodo fortemente negativo che stava attraversando.
Il Tissot RockWatch
Il Tissot RockWatch venne realizzato utilizzando, inizialmente, una pietra naturale (granito) proveniente dai cantoni svizzeri quali Grigioni, Ticino e Vallese. Per realizzare la cassa, all’interno degli stabilimenti del marchio, veniva fresato direttamente il blocco di granito per poi essere lavorato per ottenere la tipica forma circolare, all’interno della quale trovava posto il movimento al quarzo di manifattura svizzera: il calibro ETA 976.001. Grazie all’utilizzo della pietra, Tissot riuscì a realizzare ogni orologio diverso dall’altro, rendendo ogni pezzo unico nel suo genere.
I primi modelli realizzati dalla maison, presentavano 3 varianti di diametro della cassa: 23, 30 e 33mm, ciascuna caratterizzata dal colore rosso e giallo delle lancette, in riferimento ai colori dei sentieri sulle Alpi Svizzere; colori che, inoltre, garantivano un’ottima leggibilità vista la vivacità del contrasto.
La realizzazione di questo modello fu fortemente influenzata da quegli orologi che di lì a poco ebbero un successo mondiale, i tanto amati e colorati Swatch. L’obiettivo di Tissot, con il RockWatch, era quello di creare pezzi unici, che fossero differenti rispetto agli orologi che solitamente si trovavano sul mercato, e fu proprio quello che accadde. Negli anni successivi uscirono più varianti, realizzate con pietre differenti come giada, agata blu pizzo, basalto scandinavo, diaspro del Kalahari, rodonite rosa australiana, avventurina brasiliana e sodalite blu, e corallo pietrificato preistorico del Giura svizzero, donando colori e sfumature sempre diverse per ogni orologio prodotto.
Il RockWatch segnò anche un nuovo capitolo nella storia recente del marchio, in quanto fu l’orologio per rientrare nel mercato americano. Tissot, infatti, non era presente sul territorio statunitense da oltre dieci anni, e scelse proprio questo modello per iniziare una nuova campagna di marketing, la quale ebbe un successo immediato.
Al momento del lancio sul mercato, nel 1985, il prezzo di partenza del Rockwatch fu di CHF 300, corrispondenti a USD 200 e quello che sorprese maggiormente furono le vendite. Nell’anno successivo, vennero vendute più di 50.000 unità e meno di dieci anni più tardi, quindi nel 1994, si attesta che fossero stati venduti più di 800.000 orologi. Numeri davvero pazzeschi.
I successori del Tissot Rockwatch
Il modello di pietra di casa Tissot fece da apripista a successivi orologi prodotti dalla maison caratterizzati tutti dal fatto di essere unici. Nel 1988 uscì infatti il PearlWatch, con cassa e quadrante in madreperla, a cui seguì l’anno successivo il WoodWatch con quadrante in radica, che però non ebbero lo stesso successo segnato dal modello in pietra.
Conclusioni
Il RockWatch ha contribuito fortemente alla fama che oggi è riconosciuta a Tissot a livello internazionale. Infatti, entro la fine del 1985, il CDA dell’SMH ha dichiarato che le vendite di Tissot erano cresciute di quasi il 30 percento in termini di quantità, sostenute dal successo iniziale dell’orologio immesso nel mercato americano.
Nel corso degli anni la notorietà del modello in pietra è andata piano piano sciamando, lasciando posto ad altrettanti orologi della maison che, ancora oggi, racchiudono al loro interno storie e fascino davvero unici.
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