Il mondo dell’haute horlogerie si prepara a un 2026 denso di novità. Watches and Wonders Geneva, il salone di riferimento internazionale, annuncia il ritorno di Audemars Piguet e l’arrivo di altri dieci marchi, portando a 66 il numero complessivo degli espositori. L’appuntamento è fissato a Ginevra dal 14 al 20 aprile 2026, in un format che unisce Salone e “In the City” per offrire un’esperienza diffusa e sempre più immersiva.
I poli dell’orologeria: dal Baselworld e SIHH a Watches and Wonders
Per comprendere la portata di questa notizia occorre fare un passo indietro. Fino a pochi anni fa, il calendario orologiero internazionale ruotava attorno a due poli: il SIHH (Salon International de la Haute Horlogerie), nato nel 1991 su iniziativa di Cartier e del gruppo Richemont, e Baselworld, la storica fiera di Basilea che per oltre un secolo ha rappresentato il baricentro dell’industria.
La crisi che ha investito Baselworld tra il 2017 e il 2019, insieme alla crescente volontà dei brand di ridisegnare tempi e modalità di presentazione, ha spinto il settore a rinnovarsi. Nel 2020 il SIHH è diventato ufficialmente Watches and Wonders, ampliando il format e adottando una visione più inclusiva, digitale e orientata al grande pubblico. Con la nascita, nel 2022, della Watches and Wonders Geneva Foundation (WWGF), sostenuta da colossi come Rolex, Patek Philippe e Richemont, il salone ha consolidato la propria leadership mondiale.
Le novità dell’edizione 2026
L’annuncio più clamoroso riguarda il ritorno di Audemars Piguet, la storica manifattura di Le Brassus, dopo anni di assenza. Con lei, entreranno in scena dieci nuovi espositori: l’Epée 1839, Behrens, Bianchet, B.R.M Chronographes, Charles Girardier, Corum, Credor, Favre Leuba, March LA.B e Sinn Spezialuhren.
Il Salone, che già nel 2025 aveva toccato numeri record, viene ripensato per accogliere l’ampliamento: il Carré des Horlogers ospiterà 23 espositori (erano 16), mentre la Mezzanine passerà da 9 a 15. Debutterà inoltre un LAB dedicato alle innovazioni tecnologiche, aperto a start-up e laboratori che potranno presentare progetti destinati a plasmare il futuro dell’orologeria.
Non mancherà il coinvolgimento della città di Ginevra, con musei, eventi diffusi e la tradizionale serata del giovedì, in un programma che intreccia cultura, formazione e intrattenimento.
Il ritorno di Audemars Piguet: cambiamenti all’orizzonte?
Il rientro di Audemars Piguet non è solo una notizia, ma il segnale che è in atto un cambiamento. Nel 2019 la maison aveva lasciato il SIHH dopo 19 anni di presenza continuativa, preferendo un modello strategico in grado di costruire un rapporto diretto con la propria clientela e sperimentare nuovi canali di comunicazione.
Oggi, il suo ritorno può essere letto come la conferma della centralità di Watches and Wonders, diventato nel frattempo il principale hub mondiale del settore. In un contesto in cui i saloni tornano a rappresentare un momento cruciale di confronto e di visibilità, la scelta di Audemars Piguet appare come un segnale di fiducia e di convergenza verso un’unica piattaforma globale.
E a questo punto, la domanda sorge spontanea: cosa ci dice davvero il ritorno di Audemars Piguet? Forse che, al di là delle strategie di marketing e delle scelte di indipendenza, anche le grandi realtà necessitano di un “palcoscenico” comune per raccontarsi. E se persino una maison come AP decide di tornare in fiera, non è forse un indizio che Watches and Wonders si conferma come il “riferimento” per eccellenza del settore?
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