Come nel mondo automobilistico, anche in orologeria la velocità è sempre stata sinonimo di progresso, qualcosa a cui ambire e raggiungere a tutti i costi. Misurare il tempo più rapidamente significa misurarlo con maggiore precisione, un concetto che ha affascinato gli orologiai fin dai primi decenni del Novecento, quando la ricerca della performance portò le manifatture più ambiziose a spingere i propri movimenti oltre i limiti della meccanica.
Longines fu tra le prime a comprendere che la correlazione tra velocità e precisione. Già nel 1910, la maison di Saint-Imier sviluppò uno dei primi dispositivi di cronometraggio ad alta frequenza, in grado di misurare i decimi di secondo: un traguardo tecnico non da poco che gettò le basi per tutto ciò che sarebbe venuto dopo, rendendo successivamente Longines un punto di riferimento nel campo della precisione.
Ultra-Chron: il più veloce
Gli anni Sessanta furono un’epoca d’oro per l’innovazione meccanica. La Svizzera stava vivendo un’epoca d’oro fatta di una competizione serrata. Da un lato Girard-Perregaux presentava i suoi movimenti a 36.000 alternanze/ora, mentre Zenith stava lavorando al futuro El Primero, il cronografo automatico più veloce lanciato nel 1969.

In questo contesto, nel 1967 Longines lanciò l’Ultra-Chron, equipaggiato con il calibro 431, un movimento automatico capace di oscillare a 5 Hz o 36.000 a/h, il più veloce della sua categoria. Questa frequenza elevata permetteva all’orologio di ridurre al minimo gli errori di marcia e di mantenere una precisione di ±1 secondo al giorno, un risultato straordinario per l’epoca. Questo però aveva un prezzo.

Chiaramente a velocità maggiori si hanno attriti maggiori, e un bilanciere che oscillava così rapidamente richiedeva lubrificanti specifici e una regolazione estremamente fine di ruote e pignoni. Longines risolse la sfida introducendo oli più stabili e materiali innovativi per prolungare la vita del movimento.
Ultra-Chron Diver
La linea Ultra-Chron non fu mai un singolo modello, ma una vera e propria collezione che spaziava tra dress watch, sportivi ed eleganti diver. Tra il 1967 e il 1969 Longines sviluppò diverse referenze, accomunate dal logo “Ultra-Chron” sul quadrante e da un’estetica tipicamente anni ’60, con casse sottili.

Nel 1968 arrivò il Diver, seguita l’anno successivo dall’iconico Ultra-Chron Diver, riconoscibile per la cassa “cushion”, la lunetta girevole e l’impermeabilità superiore. Alimentato chiaramente dai calibri 43x a 5 Hz ad alta frequenza, oggi tra i più ricercati dai collezionisti.

Con l’avvento degli anni ’70, l’intero settore orologiero subì la rivoluzione del quarzo. Anche Longines subì pesantemente questo colpo e dovette adattarsi sostituendo progressivamente i movimenti meccanici ad alta frequenza con quelli elettronici, contenendo così i costi ed aumentando la precisione, pur mantenendo lo spirito Ultra-Chron come simbolo di eccellenza cronometrica.
Il ritorno di un mito
Nel 2022 la maison della clessidra alata riportò in vita il mito dell’Ultra-Chron, questa volta in una versione Diver da 43 mm, impermeabile fino a 300 m e animata dal calibro L836.6, un movimento automatico ad alta frequenza (5 Hz) dotato di spirale in silicio.

L’orologio, nasce come omaggio al modello al modello del 1968, vanta la certificazione “Ultra-Chronometer” rilasciata da TimeLab di Ginevra, ottenuta dopo 15 giorni di test individuali che garantiscono prestazioni superiori a quelle dei comuni cronometri COSC.


La riedizione si distingue per i dettagli come lancetta rossa dei minuti e una scala dei minuti rossa.


Nel 2025, Longines il primo modello Ultra-Chron 1967 torna in chiave moderna. Più sottile e fedele alle linee originali, la nuova referenza ospita il calibro L836.5, sempre a 5 Hz e certificazione Ultra-Chronometre dal TimeLab di Ginevra, conforme alla norma ISO 3159.
Conclusioni
Attraverso questo excursus emerge con chiarezza l’importanza storica dell’Ultra-Chron, un orologio che ha segnato un’epoca e aperto la strada a una delle più grandi sfide dell’orologeria: andare più veloce per essere più precisi.

Ancora oggi, quella tensione verso la performance continua a ispirare le Maison, basti pensare al recente Breguet 7225 con bilanciere a 10 Hz. Il fascino dell’Ultra-Chron è indiscutibile, continua ancora oggi dopo tanti anni dalla sua nascita, generando un certo fascino soprattutto per amanti del mondo vintage.
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