Quando si parla di Rolex, il nome evoca immediatamente immagini di orologi iconici, universalmente riconosciuti per la loro precisione, affidabilità e design senza tempo. Tra i modelli più rappresentativi della “casa coronata”, spiccano quelli della categoria “professional”, progettati per scopi specifici e utilizzati in imprese storiche quando la tecnologia moderna non era ancora a disposizione.
Oggi parliamo di un orologio che ha letteralmente “toccato il cielo”, raggiungendo il tetto del mondo: il Rolex Explorer, protagonista della prima scalata dell’Everest nel 1953.
Rolex negli anni 50′
Gli anni ’50 segnano un’epoca d’oro per Rolex, con la creazione di modelli che hanno definito il settore orologiero. È un periodo in cui gli strumenti analogici iniziano a diventare indispensabili per affrontare attività estreme e avventure senza precedenti.
Nel 1953, oltre al lancio del leggendario Submariner, il primo orologio impermeabile fino a 200 metri, e del GMT Master, progettato per i piloti, Rolex presenta l’Explorer. Un modello semplice ma rivoluzionario, con un quadrante nero privo di datario e numeri arabi (3, 6, 9) per una leggibilità senza pari.
Un’impresa per l’uomo e per l’orologio: la storia del Rolex Explorer
Il 29 maggio 1953, Sir Edmund Hillary e Tenzing Norgay raggiungono la cima del monte Everest, portando con sé un Rolex Oyster Perpetual. Sebbene non fosse ancora l’Explorer che conosciamo oggi, questo orologio dimostrò la sua affidabilità in condizioni estreme, resistendo a temperature glaciali e altitudini estreme. Questo successo segnò il legame tra Rolex e l’esplorazione.
Progettato per resistere a condizioni di elevata umidità, temperature gelide e altrettanto roventi come quelle sulla cima dell’Himalaya, permise ai due alpinisti di conoscere l’orario con precisione. A quell’altitudine, infatti, i fattori di rischio sono molteplici e scandire il tempo con precisione è fondamentale per sopravvivere.
Le referenze più significative del Rolex Explorer
Tra le referenze che hanno segnato la storia del Rolex Explorer, quella del 1955, la 6610, rappresenta il punto di partenza della sua evoluzione moderna. Con una cassa di 36 mm e le celebri lancette “Mercedes”, l’Explorer 6610 fu il primo modello a riportare il nome “Explorer” sul quadrante, consolidando l’identità del marchio. Era un orologio semplice e funzionale, ma allo stesso tempo rivoluzionario per il design minimalista che sarebbe rimasto intatto negli anni successivi.
Nel 1963, con la referenza 1016, l’Explorer raggiunge la piena maturità. Questo modello, rimasto in produzione per ben 27 anni, incarnava tutte le caratteristiche essenziali che rendono l’Explorer un orologio iconico: robustezza, affidabilità e un’estetica senza tempo. Durante il suo lungo ciclo di vita, la referenza 1016 fu aggiornata più volte, soprattutto nel movimento, per mantenerlo al passo con le innovazioni tecnologiche.
Un altro passo importante nella storia dell’Explorer fu la referenza 14270, introdotta nel 1989. Con questo modello, Rolex portò l’Explorer nell’era moderna, introducendo un vetro zaffiro antigraffio, un quadrante con indici applicati in oro bianco e un movimento certificato COSC. Questo orologio rappresentava un’evoluzione stilistica, mantenendo però il DNA del modello originale.
L’anno 2010 vide un importante cambiamento con l’introduzione della referenza 214270, che segnò un aumento delle dimensioni della cassa da 36 mm a 39 mm di diametro, per adattarsi alle tendenze contemporanee. Questo modello includeva tecnologie avanzate come la spirale Parachrom blu e materiali luminescenti Chromalight per migliorare la visibilità in condizioni di scarsa luce, sostituendo inoltre a ore 6 la scritta Swiss – T<25 con Swiss Made. Con il suo design rivisitato ma fedele allo spirito dell’Explorer, questo orologio rappresentava il perfetto connubio tra tradizione e innovazione.
Nel 2021, Rolex sorprende tutti con il ritorno alla cassa da 36 mm nella referenza 124270, celebrando le origini dell’Explorer. Questo modello, equipaggiato con il nuovo movimento Calibro 3230 e una riserva di carica di 70 ore, incarna le più avanzate tecnologie Rolex, pur mantenendo il design semplice e iconico che ha reso l’Explorer famoso in tutto il mondo.
Rolex Explorer II: paura del buio?
Nel 1971, Rolex decise di ampliare la gamma Explorer con un modello pensato per esigenze ancora più specifiche, dando vita all’Explorer II. Questo orologio non era solo un’estensione della linea originale, ma un vero e proprio strumento per coloro che operavano in ambienti estremi, come speleologi ed esploratori sotterranei. Progettato per affrontare condizioni di scarsa luminosità e orientarsi in contesti dove il giorno e la notte non sono distinguibili.
La prima referenza, la 1655, soprannominata “Freccione” per via della sua caratteristica lancetta arancione a freccia, è oggi uno dei modelli più ricercati dai collezionisti. La lancetta delle 24 ore, associata alla lunetta fissa con scala graduata, consentiva di distinguere il giorno dalla notte, una funzione fondamentale per chi trascorreva lunghe ore in grotte o ambienti privi di luce naturale. Il quadrante, con una disposizione chiara e leggibile, era completato da lancette rettilinee. La cassa da 40 mm in acciaio Oyster e il vetro acrilico completavano un design che, pur robusto, manteneva una sobria eleganza.
Negli anni ’80, Rolex introdusse la referenza 16550, segnando un importante passo avanti nella linea Explorer II. Il vetro in esalite fu sostituito con uno in zaffiro, rendendo l’orologio più resistente ai graffi. Anche il movimento fu aggiornato, adottando il calibro 3085, che consentiva il settaggio indipendente della lancetta delle 24 ore, trasformandola in uno strumento utile per leggere un secondo fuso orario. La lunetta graduata fu resa più leggibile grazie a un carattere più marcato, mentre il quadrante si arricchì di lancette Mercedes derivanti dal GMT Master. Questa referenza fu anche la prima a proporre quadranti in due colori distinti, nero e bianco, rendendo l’Explorer II un’opzione più versatile e adatta a gusti differenti.
La referenza 16570, introdotta alla fine degli anni ’80 e rimasta in produzione fino al 2010, rappresentò un ulteriore perfezionamento. Il calibro 3185, e successivamente il 3186, offrì una maggiore precisione e affidabilità. Durante i suoi oltre vent’anni di vita, l’Explorer II 16570 subì piccole modifiche, come l’adozione di materiale luminescente più moderno e aggiornamenti nella dicitura sul quadrante, ma mantenne intatta la sua identità. I quadranti bianco e nero, soprannominati rispettivamente “Polar” e “Black”, divennero sinonimo di questo modello e contribuirono a definirne lo stile unico.
Nel 2011, Rolex lanciò la referenza 216570, celebrando il 40° anniversario dell’Explorer II con un design che richiamava la prima versione “Freccione”. La cassa fu ingrandita a 42 mm, adattandosi ai gusti contemporanei, e il calibro 3187 portò con sé innovazioni come la spirale Parachrom blu e il sistema di ammortizzatori Paraflex, migliorando la resistenza agli urti e la precisione. La lancetta arancione delle 24 ore tornò protagonista, insieme a un quadrante con materiale luminescente Chromalight, che garantisce una visibilità ottimale anche nelle condizioni più estreme.
Infine, nel 2021, la referenza 226570 portò ulteriori aggiornamenti, introducendo il calibro 3285, con riserva di carica aumentata a 70 ore e uno scappamento Chronergy per una maggiore efficienza energetica. La lunetta fissa viene resa più leggibile con un’estetica che combina modernità e tradizione. Con questa versione, Rolex ha riaffermato il ruolo dell’Explorer II come uno degli orologi sportivi più importanti e versatili della sua gamma.
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