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Ulysse Nardin Astrolabium Galileo Galilei: Un Orologio Da Guinness Dei Primati 

DATA
20 Febbraio 2023
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Chi di voi ci segue da tempo, avrà sicuramente intuito la nostra passione nel raccontarvi storie di orologeria che vanno al di là del convenzionale. 

Proprio per questo, siamo qui oggi a narrarvi quella che rappresenta una vera e propria storia da record di uno degli orologi più particolari al mondo, ossia, l’Ulysse Nardin Astrolabium Galileo Galilei.

Appartenente alla famosa collezione  “La Trilogia del Tempo”, composta da tre orologi legati all’astronomia, l’Astrolabium rappresenta un concentrato di complicazioni e funzioni.

All’interno di questo articolo, dopo un breve cenno al percorso che ha portato alla creazione dell’orologio, vi porteremo alla scoperta di tutti i dettagli di questo segnatempo spaziale. 

Rolf W. Schnyder

Rolf Schnyder
Rolf W. Schnyder, ex proprietario ed ex CEO di Ulysse Nardin – Credits: Hodinkee

Come è ben noto a tutti, gli anni ’70 hanno segnato un punto di svolta ma, soprattutto, di incertezza per il mondo dell’orologeria.

In quegli anni infatti, in seguito all’avvento degli orologi al quarzo dal Giappone, i segnatempo meccanici di molte maison, tra cui Ulysse Nardin, sono costretti ad affrontare una grande crisi.

Nel 1983 Ulysse Nardin si trova ad un livello elevato di difficoltà tale da essere stato considerato il minimo storico della maison. 

A questo punto, per poter ripartire e far risplendere una tra le aziende d’orologeria più vecchie al mondo, fondata nel 1864, ci voleva una svolta. 

Rolf Schnyder
Rolf W. Schnyder – Credits: Uhrsachen

Ed è proprio qui che interviene una figura che sarà cruciale per il marchio: Rolf W. Schnyder.

Schnyder, uomo d’affari svizzero che inizia la propria carriera nel reparto pubblicità di Jaeger-LeCoultre, apre nel 1968 una fabbrica di componenti d’orologeria in Thailandia dopo aver lavorato per un’azienda svizzera che distribuiva prodotti, sempre in Thailandia, tra cui orologi.

Nel 1973, dopo aver venduto le azioni della prima società da lui fondata, apre la “Precima” in Malesia, un’azienda sempre produttrice di componenti per orologi.

Nel 1983, al suo ritorno in Svizzera, Schnyder apprende la notizia che la maison Ulysse Nardin, leader nella realizzazione di orologi e strumenti di bordo da marina, era in vendita. 

Nonostante la situazione economica e le difficoltà in cui versava la manifattura, Schnyder decide di acquistarla con l’idea di poter essere in grado di riportare l’azienda al suo splendore. 

Rolf Schnyder
Rolf W. Schnyder insieme ad una pubblicità dell’ Astrolabium Galileo Galilei – Credits: Wikimedia Commons

Divenuto l’amministratore delegato di Ulysse Nardin e, consapevole del patrimonio culturale della maison, Schnyder vuole iniziare a creare orologi di alta qualità.

Per dare una svolta al marchio, affinché potesse tornare a competere con tutti gli altri, ci voleva però qualcosa di unico e, soprattutto, di mai visto prima.

Schnyder si mette allora alla ricerca di spunti ma, prima di tutto, di qualcuno che potesse aiutarlo nell’intento di far ripartire la maison.

Jorg Sporing
Jörg Spöring – Credits: Luzerner Zeitung / Boris Bürgisser

Durante la visita al laboratorio del famoso orologiaio Jörg Spöring, Schnyder nota, appeso ad una parete, un orologio del tutto singolare.

Si tratta di un segnatempo (astrolabio) caratterizzato da un quadrante astronomico in grado di localizzare e calcolare la posizione del Sole e delle stelle, in funzione del giorno dell’anno e dell’ora, per una data latitudine.

Ludwig Oeschslin
Ludwig Oechslin – Credits: Ochs and Junior

Questo orologio, realizzato da Ludwig Oechslin, un apprendista dell’orologiaio Spöring, attira subito l’attenzione di Schnyder che ne rimane affascinato. 

Schnyder allora si mette in contatto con il creatore del segnatempo per chiedergli se sia possibile trasformare quell’orologio da parete in un astrolabio da polso. 

Ulysse Nardin Astrolabium Galileo Galilei in oro giallo
Astrolabium Galileo Galilei in oro giallo

Oechslin accoglie la richiesta di Schnyder e nel 1985, alla fiera dell’orologeria di Basilea, con stupore di tutto il pubblico, viene prestato l’Astrolabium, un orologio che omaggia l’astrofisico Galileo Galilei e che racchiude al suo interno un complicatissimo meccanismo astronomico mai creato prima di allora in un orologio da polso. 

La Trilogia del Tempo

Dopo poco tempo dalla presentazione dell’Astrolabium, l’orologio fu immediatamente inserito all’interno del Guinness dei primati e nelle collezioni permanenti di diversi musei in tutto il mondo.

Il grande successo dell’Astrolabium, oltre a rilanciare Ulysse Nardin, consentì a Schnyder di mettersi a lavoro per quelli che sarebbero stati gli step successivi della maison. 

Nel 1988 venne presentato, sulla scia dell’Astrolabium, un nuovo successore dedicato all’astrofisico Niccolò Copernico.

Ulysse Nardin Planetarium Copernicus
Planetarium Copernicus – Credits: Loupiosity

Si trattava di un orologio sempre sviluppato da Ludwig Oechslin che prese il nome di Planetarium Copernicus e che, rispetto al primo, integrava i movimenti dei pianeti.

La ciliegina sulla torta arrivò nel 1992 quando venne presentato l’ultimo dei tre orologi, che andò poi a comporre quella che la maison definì la “Trilogia del Tempo”.

Ulysse Nardin Tellurium Johannes Kepler
Tellurium Johannes Kepler – Credits: Bachmann & Scher

Quest’ultimo orologio, denominato Tellurium Johannes Kepler, rendeva omaggio all’astrofisico Giovanni Keplero e raffigurava il sistema Terra-Luna-Sole insieme all’illuminazione mutevole del globo terrestre da parte del Sole

Entrarti di diritto all’interno della storia dell’orologeria, questi tre segnatempo hanno saputo dimostrare tutto il savoir-faire di una delle manifatture di orologi più innovative e capaci del mondo in soli 10 anni da quando Rolf W. Schnyder prese le redini della maison. 

Ulysse Nardin Trilogia del Tempo del 2010
Ulysse Nardin Trilogy del 2010 – Credits: Sotheby’s

Nel 2010, per celebrare la Trilogia del Tempo, Ulysse Nardin lanciò un set esclusivo dei tre orologi rivisitati sotto alcuni aspetti tra i quali la cassa che, a differenza dei modelli precedenti, è in platino. 

L’astrolabio 

antico astrolabio
Un antico astrolabio – Credits: GQ

L’Astrolabium Galileo Galilei deve la sua origine all’astrolabio (dal greco astrolabos che significa “strumento per prendere l’altezza delle stelle”), ossia uno strumento astronomico che fornisce una rappresentazione del cielo proiettata su un piano.

Questo strumento, innovativo per l’epoca, era in grado di mostrare le posizioni del Sole, della Luna e delle stelle viste dalla Terra.

Fu inventato dal greco Ipparco (190-120 a.C.) e sviluppato da Tolomeo, ma il suo uso diffuso si ebbe con gli astronomi arabi a partire dall’VIII secolo.

L’utilizzo principale di questo strumento è collegato all’astrologia, l’insegnamento dell’astronomia e il calcolo del tempo attraverso l’osservazione del Sole o l’osservazione notturna delle stelle.

Nel 1485, l’astrolabio venne adattato alla navigazione marittima e i suoi scopi tradizionali risultavano essere l’osservazione e la visualizzazione.

L’Astrolabium Galileo Galilei 

Astrolabium Galileo Galilei

A differenza dello strumento tradizionale, l’astrolabio da polso di Ulysse Nardin si limita a visualizzare informazioni astronomiche, senza offrire la possibilità di osservare i corpi celesti. 

Nell’Astrolabium Galileo Galilei l’osservazione per determinare l’ora esatta, a differenza degli astrolabi tradizionali, risulta superflua poiché l’orologio di Ulysse Nardin, oltre a racchiudere al suo interno uno strumento antico d’osservazione, è un vero e proprio orologio meccanico indicate l’ora esatta.

Per ciò che concerne la storia degli orologi al cui interno è racchiuso un astrolabio, bisogna però fare un passo indietro in quanto l’Ulisse Nardin è si il primo orologio da polso con tale strumento, ma non il primo orologio in assoluto a contenerlo. 

orologio farnesiano del XVII secolo
Orologio Farnesiano del XVII secolo – Credits: Complesso Monumentale della Pilotta

Infatti gli orologi con quadranti astrolabio esistono dal XIV secolo e fu proprio uno di questi orologi, l’orologio Farnesiano del XVII secolo, a fornire a Ludwig Oechslin le conoscenze necessarie per miniaturizzare i complessi meccanismi fino a farli entrare in un orologio da polso.

Le difficoltà per trasportare un orologio con astrolabio, (che erano di dimensioni elevate) al si sopra del polso di una persona, non furono affatto poche. 

Ludwig Oechslin
Ludwig Oechslin – Credits: Segnatempo

Dopo aver sviluppato la matematica per l’orologio farnesiano, Ludwig Oechslin fu in grado di trasferire teoricamente il sistema in un piccolo orologio da polso.

Ulteriori difficoltava non tardarono però ad arrivare per ciò che riguardava i materiali dei componenti che avrebbero dovuto animare le plurime complicazioni di questo orologio astronomico.

Un orologio da polso, infatti, contrariamente a un grande orologio astronomico, va quasi ovunque con chi lo indossa e deve quindi resistere a tutti gli urti, piccoli e grandi, e al contatto con l’acqua che si verificano in una giornata normale.

La soluzione si ebbe adottando la tecnologia aerospaziale grazie alla quale furono sviluppate nuove leghe in grado di rendere i componenti dell’orologio ultra leggeri ma, allo stesso tempo, molto resistenti. 

Rolf Schnyder e Ludwig Oechslin
Ludwig Oechslin e Rolf W. Schnyder – Credits: Wikipedia

Dopo un lavoro non affatto indifferente, Oechslin riuscì a realizzare l’orologio immaginato da Rolf W. Schnyder in una cassa di soli 40 mm di diametro e con uno spessore di appena 12,8 mm.

Grazie ad un lavoro meticoloso sulla meccanica dell’orologio, si riuscì ad ottenere una precisione incredibile delle complicazioni dell’orologio (la base di calcolo del meccanismo dell’Astrolabio porta a un errore di un giorno dopo 144.000 anni).

L’Astrolabium rappresentò una vera e propria innovazione in quanto mai prima di allora un universo con Sole, Luna e stelle, era stato racchiuso all’interno di uno strumento così piccolo come un orologio.

Il funzionamento e le indicazioni dell’Astrolabium Galileo Galilei 

Ulysse Nardin Astrolabium Galileo

Come per ogni astrolabio, anche qui troviamo una proiezione planisferica del cielo stellare sopra l’osservatore. Nel caso di questo orologio, il quadrante corrisponde alla madre dei vecchi astrolabi, ossia una proiezione di una semisfera che si estende dall’osservatore al suo centro. 

L’orizzonte visibile è un cerchio che si estende intorno all’osservatore e gli oggetti celesti (stelle e pianeti) sembrano essere fissati su una sfera che si estende verso l’alto dall’orizzonte. Poiché la Terra blocca la vista dell’osservatore verso il basso, è possibile vedere solo la metà superiore della sfera.

Ogni luogo della Terra ha un proprio orizzonte con una sfera celeste individuale che si estende sopra di esso. Mentre la Terra continua a ruotare, l’angolo dell’eclittica verso la sfera del cielo visibile cambia costantemente.

È bene specificare che ogni osservatore sulla Terra ha una sfera individuale che si estende intorno a lui e la posizione degli oggetti celesti rispetto a questa sfera dipende dalla sua posizione sul globo terrestre. 

Per esempio, se l’osservatore si trova al Polo Nord, la Stella Polare si trova direttamente sopra la sua testa, ma dall’equatore la Stella Polare è osservabile all’orizzonte. 

Pertanto, l’astrolabio può essere utilizzato correttamente solo se è “calibrato” sulla posizione dell’osservatore sul globo. 

La posizione latitudinale (nord-sud), deve essere effettuata durante il processo di fabbricazione, poiché i reticoli stampati sul quadrante (o sulla matrice) cambiano a seconda che l’osservatore si trovi più a nord o più a sud della Terra. 

La posizione longitudinale (est-ovest) dell’osservatore è importante a causa delle differenze di tempo: le località a est vedono il Sole sorgere prima di altre località più occidentali.

Per quanto riguarda il funzionamento nello specifico dell’orologio (da qui in avanti le lettere e numeri tra parentesi faranno riferimento all’immagine soprastate), partendo dalla lunetta (A), questa presenta una graduazione di 12 ore (numeri romani) per l’ora normale e una graduazione di 24 ore (numeri arabi) per l’ora solare (ora locale) e tutti i dati astronomici.

Il quadrante raffigura la Terra in forma planisferica (piatta) e la linea dell’orizzonte (6) separa la parte visibile del cielo (parte superiore color argento) dalle zone grigie sottostanti, che rappresentano la parte invisibile del firmamento nascosta dietro la Terra. 

Quando il bordo di misura della lancetta del Sole (14) o della lancetta della Luna (13) si trova nella zona argentata superiore, il Sole e/o la Luna sono visibili nel cielo in quel preciso momento.

Se il bordo di misura di una delle due lancette si trova nella zona grigia inferiore, la sfera è nascosta dalla Terra. 

I quadranti sono calcolati e realizzati in base alla latitudine di un luogo specifico, in questo caso è stato realizzato per il 46° nord (Ginevra o Chicago).

In questa immagine sono indicati tutti i dettagli del quadrante. E’ doveroso precisare che si riferisce al modello Astrolabium della trilogia presentata nel 2010 ma dalla quale, la versione originaria, differisce solo per l’assenza dell’indicazione del giorno ad ore 6 e per i numeri arabi del rehaut che sono riportati, nella versione originaria, sulla lunetta

A completare il quadrante troviamo diversi elementi:

(1) Il reticolo indica i punti cardinali: Nord, Sud, Est e Ovest.

I cerchi concentrici sono:

(2) Il tropico del Cancro (solstizio d’estate + 23,5°).

(3) L’Equatore (Equinozio 0°).

(4) Il Tropico del Capricorno (solstizio d’inverno – 23,5°).

Questi cerchi definiscono la posizione massima, media e minima del Sole nel corso dell’anno.

(5) Gli azimut del Sole e della Luna sono indicati dalle linee ascendenti sopra l’orizzonte.

(6) L’orizzonte, come può essere osservato da un punto specifico.

(7) I due cerchi eccentrici sopra l’orizzonte sono indicatori di altitudine.

(8) La linea del crepuscolo indica il crepuscolo a destra e l’alba a sinistra.

(9) Linea delle ore temporali (solo sui vecchi modelli).

La rete composta da due parti :

(10) L’eclittica rappresenta la volta celeste (firmamento), divisa in 12 segmenti (12 segni zodiacali).

(11) L’equatore rappresenta il calendario con le graduazioni mensili.

La rete impiega 23 ore 56 minuti e 4,1 secondi per compiere un giro completo, per un anno di 365 giorni 5 ore 48 minuti e 46 secondi. Ciò tiene conto di tutti gli anni bisestili del calendario gregoriano attualmente in vigore.

Lancette:  

(12) Finestra Giorno: assente sul modello originario del 1985

(13) Mano del drago: la mano del drago si muove quasi alla stessa velocità della rete, ma compie un giro in più ogni 18.611 anni. Indica le eclissi solari e lunari solo quando è allineata contemporaneamente alle lancette del Sole e della Luna.

(14) Lancetta della Luna: compie un giro ogni 24 ore e 49 minuti.

(15) Lancetta del Sole: compie un giro ogni 24 ore.

Tutte le indicazioni delle lancette del Sole e della Luna sono date dai loro bordi di misura o dall’intersezione in cui ciascuna di esse attraversa l’eclittica.

L’ora normale è indicata dalle lancette delle ore e dei minuti e dai numeri romani; nel disegno a sinistra sono le 19:19 o le 7:19 del mattino.

Per ciò che concerne la funzione più semplice dell’Astrolabium Galileo Galilei comune a tutti gli orologi, ossia l’indicazione dell’ora tradizionale, questa avviene mediante le lancette delle ore (16) e dei minuti (17) e dai numeri romani sulla lunetta.

L’ora solare (ora in cui il Sole si trova allo zenit a mezzogiorno), impostata in base al grado di longitudine di una determinata località, è indicata dalla punta della lancetta del Sole (14) e dalle cifre arabe sulla scala delle 24 ore riportata sulla lunetta.

Mentre l’ora dell’Europa centrale (CET) è la stessa per Amsterdam e Vienna, l’ora locale all’interno del fuso orario normale varia da luogo a luogo, in base alla longitudine.

Ciò significa che se le lancette delle ore e dei minuti indicano le 18.00 ad Amsterdam e Vienna (ora legale durante l’inverno), l’ora locale/solare effettiva è le 17.20 per Amsterdam e le 18.08 per Vienna.

Durante l’ora legale, invece, l’orario è anticipato di un’ora. Quindi, quando le lancette delle ore e dei minuti indicano le 19.00, ora legale in entrambe le città, la lancetta del Sole indica l’ora locale delle 17.20 per Amsterdam e delle 18.08 per Vienna.

L’indicazione del mese, invece, avviene mediante la punta della lancetta del Sole.

La data può essere stimata dall’intersezione del bordo di misurazione con l’anello del mese. 

Quando il bordo di misurazione è allineato con la linea che separa due mesi, si è in presenza dell’indicazione del primo giorno di un mese.

La lettura del quadrante può inoltre fornire l’indicazione del segno zodiacale che viene indicato dall’intersezione del bordo di misura della lancetta del Sole con l’eclittica della rete.

Il piccolo cerchio sopra il centro del quadrante rappresenta lo zenit, ossia il punto del cielo direttamente sopra la testa mentre la linea dell’orizzonte (6) per la nostra latitudine geografica (46° nord) delimita il giorno e la notte.

La zona crepuscolare è di colore grigio e inizia dalla linea dell’orizzonte fino alla linea del crepuscolo. 

L’alba e il tramonto, invece, si verificano quando l’intersezione della mano del Sole, attraversando il bordo esterno dell’eclittica, raggiunge la linea dell’orizzonte. 

Sul lato sinistro (Est) è l’alba e sul lato destro (Ovest) è il tramonto; poiché la lancetta del Sole e l’eclittica girano a velocità diverse, l’ora varia ogni giorno.

Il tempo necessario affinché l’intersezione della lancetta del Sole con l’eclittica attraversi la zona grigia chiara rappresenta l’ora del crepuscolo o dell’imbrunire; l’alba è indicata a sinistra, il crepuscolo a destra. 

L’alba inizia nel punto in cui l’intersezione della mano del Sole e l’eclittica superano la linea crepuscolare e termina nel punto in cui raggiungono l’orizzonte e il Sole diventa visibile nel cielo. 

Il crepuscolo inizia nel punto in cui l’intersezione tra la mano del Sole e l’eclittica supera l’orizzonte (tramonto) e continua fino a quando l’intersezione raggiunge la linea del crepuscolo.

Il sorgere e il tramonto della Luna si manifestano quando la linea dell’orizzonte viene superata dall’intersezione tra il bordo di misura della lancetta della Luna e il bordo esterno dell’eclittica.

Ulteriore indicazione del quadrante sono le stelle fisse visibili nel cielo notturno dopo il tramonto che vengono indicate sul quadrante.

Per esempio, Sirio si trova alla fine di dicembre alle ore 23 nel cielo notturno esattamente a sud, cioè alle ore XII; mentre sei mesi dopo, alla fine di giugno, si trova nel cielo diurno e quindi non è visibile all’occhio.

Per ciò che concerne le fasi lunari, l’angolo che le lancette del Sole e della Luna formano tra loro sull’Astrolabio è esattamente lo stesso che Sole e Luna formano tra loro nel cielo. 

Se entrambi i bordi di misura delle lancette del Sole e della Luna si trovano al di sopra della linea dell’orizzonte nella zona argentata, allora entrambi questi corpi celesti sono visibili nel cielo.

I seguenti esempi sono illustrati dall’immagine sottostante.

La lancetta del Sole è dietro la lancetta della Luna; quindi la Luna nuova è prevista entro pochi giorni (Luna calante).

La lancetta del Sole è completamente allineata con la lancetta della Luna e mostra una luna nuova. 

La lancetta del Sole ha superato quella della Luna, quindi la Luna sta iniziando la sua fase crescente.

La lancetta del Sole è esattamente opposta alla lancetta della Luna e indica la luna piena. Anche questo può verificarsi di giorno o di notte.

Se le lancette del Sole, della Luna e del Drago sono allineate, un’eclissi di Luna è indicata quando c’è la luna piena, mentre un’eclissi di Sole è indicata quando c’è la luna nuova. Puntando la lancetta del Sole sul Sole o, di notte, puntando la lancetta della Luna sulla Luna, è possibile individuare i punti cardinali. I cerchi concentrici posizionati sul quadrante rappresentano il Tropico del Cancro e il Tropico del Capricorno.

Ulteriori indicazioni ancora più tecniche e straordinarie sono date dalla possibilità di consultare la posizioni del Sole e della Luna, dall’indicazione delle ore temporali, delle coordinate celesti fisse e delle coordinate celesti locali.

Il movimento a vista dell’Astrolabium – Credits: Phillips

Animato da un movimento automatico con una riserva di carica 42 ore, il calibro UN-97 può essere osservato tramite l’apertura in vetro posta sul fondello dell’orologio.

Considerazioni finali 

Arrivati a questi punto potremmo dire di aver esaurito tutte le informazioni che si possono fornire di questo orologio. 

Ma vi dico una cosa, non sono sceso troppo nel dettaglio per far si che potesse essere un articolo scritto nella maniera più chiara e semplice anche perché, appena mi sono trovato con al polso questo vero e proprio trionfo di complicazioni orologiere, non sapevo da che parte iniziare per poter leggere tutte le informazioni offerte.

Indubbiamente qualcuno di voi potrà pensare che, date le innumerevoli tecnologie presenti ai giorni nostri, si tratti di un orologio superfluo (passatemi il termine).

Quello che però bisogna considerare è che, al di là di strumenti elettronici in grado di darci le medesime informazioni ancora più accurate, qui siamo di fronte ad un vero e proprio trionfo di maestria e arte, sfociato nella creazione di un oggetto completamente meccanico dall’elevata precisone.

Al di là di essere un orologio indossabile perfettamente tutti i giorni (per forma e dimensioni contenute), questo oggetto rappresenta una vera e propria scultura vivente in grado di incuriosire e far innamorare qualsiasi appassionato una volta scoperto tutto ciò che sta dietro a tale segnatempo.


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Credits foto Astrolabium in oro: Italian Watch Spotter

Fonti:

Ulysse Nardin

Catalogo Phillips, asta “The Geneva Watch Auction: SEVEN”

Pandolfi, “Un orologio da Guinness dei Primati: Astrolabium Galileo Galilei di Ulysse Nardin

Catalogo Sotheby’s, asta “Important Watches”, New York 24 June 2020

Fondation de la Haute Horlogerie, Astrolabium

Wikipedia, Rolf W. Schnyder

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