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Bunny Mellon’s Collection of Tiffany Rolexes: Nothing Should Be Noticed

DATE
18 August 2021
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Bunny, epitome di ricchezza e discrezione

Nothing should be noticed”, nulla dovrebbe essere notato. Questo il mantra di Bunny Mellon, così distante dagli attuali eccessi del mondo 2.0, dove tutto è finalizzato a ottenere la più ampia e immediata visibilità.

Non sempre, del resto, a superlative disponibilità economiche corrispondono classe e eleganza. Anzi, spesso (e purtroppo), cash fa rima con trash. 

Non è questo il caso di una leggenda americana dello stile e del gusto, Bunny Mellon, all’anagrafe Rachel Lambert Mellon (9 agosto 1910 – 17 marzo 2014).  

Orticultrice, superlativa designer dei giardini più lussuosi d’America, incluso il magnifico Rose Garden della Casa Bianca, filantropa e collezionista d’arte e di gioielli sublimi, Bunny Mellon è entrata nella leggenda per il suo incredibile gusto e per la classe infinita delle sue scelte.

Un gusto shabby-chic, mai sopra le righe e sempre incredibilmente misurato. Erede di una fortuna incalcolabile, nata bene – il nonno paterno inventò Listerine – e sposata ancora meglio con Paul Mellon, uno degli uomini più ricchi d’America Mellon, filantropo e erede della fortuna della Mellon Bank. Secondo l’assistente personale dei Kennedy, Kathy McKeon, i Mellons erano “the richest of the rich“.

Per capirci, Bunny era l’unica donna che riusciva a mettere in soggezione Jackie Kennedy che, quando la riceveva nella sua dimora di Cape Cod, entrava in fibrillazione affinché tutto fosse perfetto e all’altezza del gusto inarrivabile di Bunny Mellon.

È quindi facile intuire l’interesse che ha calamitato la collezione di gioielli e orologi lasciati in eredità da Bunny Mellon e messi all’asta da Sotheby’s nel novembre 2014. L’asta ha attirato la curiosità degli esperti e collezionisti di tutto il mondo, in considerazione del gusto squisito di Bunny, vera style-setter, e della sua mitologica discrezione.

Nel tesoro messo all’asta da Sotheby’s, fra innumerevoli gioielli, opere d’arte, porcellane e preziosi, non potevano mancare, naturalmente, gli orologi.

Anche in questo caso, è immancabile la cifra distintiva di Bunny. Impossibile trovare pezzi rutilanti o eccesivi: si tratta di orologi di estrema semplicità ma, al tempo stesso, di grande stile. 

Minimo comun denominatore: condizioni perfette (tutti praticamente mai indossati) e la firma “Tiffany& Co.” sul quadrante. 

Rolex Tiffany Dials

La presenza della firma di Tiffany&Co. nei Rolex di Mellon messi all’asta da Sotheby’s rende necessaria una digressione.

I Rolex con la firma Tiffany&Co., infatti, rappresentano uno degli “enigmi” più interessanti per gli appassionati di segnatempo: gli orologi con la forma congiunta Rolex-Tiffany, infatti, sono fra i più preziosi da trovare ma, al tempo stesso, fra i più soggetti a contraffazione nell’universo del vintage.   

Mentre oggi la purezza del brand Rolex è tale da non ammettere la firma congiunta sul quadrante, il co-branding in passato è stata una pratica non solo ammessa ma anche molto diffusa. Pratica che ha trovato il suo zenit nella combinazione, in un solo orologio, di due mega brand: Tiffany e Rolex.

Tiffany, infatti, firma illustre per i gioielli e i diamanti, ha anche una tradizione come retailer di orologi per le grandi manifatture svizzere, fra cui naturalmente Rolex. 

Negli anni 50, Rolex e Tiffany hanno siglato un accordo di co-branding in base al quale Tiffany & Co. era autorizzata ad apporre la sua firma sugli orologi Rolex venduti nelle sue boutiques. Da principio, i Rolex Tiffany erano prodotti nello store di Tiffany New York; tuttavia, in seguito, anche altri rivenditori Tiffany iniziarono a produrre orologi con la doppia firma Rolex.

Inoltre, molti quadranti prodotti nelle sedi diverse da quella di New York sono stati utilizzati per sostituire i quadranti dei Rolex originali made in Tiffany New York. 

Questa situazione ambigua ha creato una grande confusione, tanto che successivamente la Rolex stessa ha avocato a sé la produzione dei dials con firma congiunta Tiffany, concentrandoli direttamente nella fabbrica di Ginevra. 

Peraltro, per molti anni i Rolex a firma congiunta con Tiffany potevano essere portati da entrambi i fornitori per riparazioni e sostituzioni. 

Solo negli anni ’90, Rolex, sposando una linea ortodossa che perdura anche oggi, ha deciso di votarsi alla “purezza” estrema eliminando gli orologi co-branded: le due società hanno quindi smesso di collaborare. 

Come è facile intuire, la descritta situazione ha creato oggettive difficoltà nel riconoscere i Rolex – Tiffany originali, tanto da rendere assolutamente complesse le operazioni di verifica dell’autenticità degli orologi che presentano questa preziosa ma ambigua caratteristica.

La collezione Rolex Tiffany di Bunny Mellon

Tanto premesso, nel caso degli orologi di Bunny Mellon, stiamo parlando di un lotto di rarissimi Rolex, peraltro aggiudicati all’esito dell’asta a prezzi incredibilmente bassi, considerata la provenienza e la rarità. 

Come anticipato, i Rolex di Bunny Mellon presentano la doppia firma: oltre a quella della casa svizzera, campeggia sul quadrante la sigla Tiffany & Co. Bunny era infatti una super cliente della maison newyorkese: l’asta di Sotheby’s presenta infatti anche alcuni superlativi gioielli firmati Tiffany. 

Vediamo i pezzi di questa mitologica serie.

Iniziamo con un classico della collezione, in perfetto stile “Bunny Mellon”, il Rolex acciaio e oro 14 carati “Air-King”, con bracciale jubilee. Referenza 5501, è stato venduto a 8125 dollari. 

Rolex Tiffany di Bunny Mellon

Ancora, la collezione di Bunny vanta due Oyster Perpetual Datejust con elegante quadrante blu notte, bracciale jubilee e indici a bastone e lunetta scanalata. Quest’ultima è una caratteristica distintiva dell’orologio che nasce con una finalità pratica: serviva ad avvitare la lunetta nella cassa in modo ermetico assicurandone l’impermeabilità. Nel tempo, è diventato un elemento prettamente estetico e un segno distintivo del modello, sempre in oro. Referenza 16030. 

I due modelli sono stati venduti rispettivamente a 8750 dollari e 5625 dollari.

Rolex tiffany di Bunny

Il tesoro di Bunny conta poi ben 8 Oyster Perpetual Explorer, con indici e numeri arabi (a ore 3, 6 e 9) gialli. Considerando che il girasole era il fiore preferito di Bunny, esperta orticultrice, si capisce come questo orologio risponda ai suoi gusti. Bracciale Oyster, introdotto alla fine degli anni ’30, a tre elementi piatti: particolarmente robusto, è tuttora il più diffuso della collezione Oyster.  La referenza è 1016.

I pezzi sono stati battuti a 17500 dollari (due esemplari a 21250 e 18750 dollari).

Ancora, il lotto messo all’asta comprendeva ben 5 Oysterdate a carica manuale, con indici a bastone e bracciale Oyster, referenza 6694. Tre di questi orologi sono stati battuti a 6250 dollari, due rispettivamente a 8125 e 6875 dollari.

Infine, la collezione comprende un Oyster Quartz Datejust, mosso dal calibro al quarzo 5035, referenza 17000 e venduto a 5938 dollari.

Si tratta di un modello unico, presentato nel 1977 da Rolex come una sfida agli stessi canoni della casa madre.

Conclusioni

Insomma, per Bunny “nothing should be noticed”: ma siamo sicuri che, con al polso uno dei questi orologi, passare inosservati sarebbe piuttosto difficile. 

La sua collezione è stata venduta nel 2014 ed i prezzi, rispetto all’esposizione del personaggio ed alla rarità degli oggetti, potrebbero sembrare bassi.

Questa volta concludiamo il nostro articolo chiedendo a voi: che cifre avrebbero potuto raggiungere nel mercato odierno questi segnatempo così rari?

Autrice: Benedetta Valcastelli

Translated by: Enrico Dalla Guerra

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