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La Storia di Chuck Yeager ed il Suo Rolex GMT

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03 Febbraio 2023
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Che significato può avere il tempo per chi, rompendo il muro del suono, è diventato l’uomo più veloce della storia?

Velocità, rischio, intuito e precisione sono le coordinate che hanno segnato la vita di Charles Elwood “Chuck” Yeager, così come il suo legame con il tempo e con gli orologi.

L’uomo più veloce al mondo

Chi era Chuck Yeager? Come nasce la leggenda di questo eroe del volo, considerato il pilota più leggendario di tutti i tempi?

Charles Elwood (detto Chuck) Yeager nasce a Myra, in West Virginia, il 13 febbraio 1923.

Sin da piccolo, Chuck accompagna il padre, un meccanico provetto, nei giacimenti di gas per riparare generatori e motori. Non sogna di diventare pilota, ma si appassiona di meccanica.

Quando comincia la seconda guerra mondiale, Chuck adocchia il bando di arruolamento per sottufficiali piloti della United States Army Air Forces (USAAF): è l’unica occasione per diventare sergente e presenta la domanda. Pur non essendo un universitario come gli altri cadetti, Chuck ha un senso innato per il volo, una vista eccezionale e una capacità unica di “sentire” i motori: viene arruolato e diventa pilota collaudatore. Abile, aggressivo e competitivo, in breve tempo Chuck si fa notare. Dopo aver superato il corso piloti diventa flight officer dei caccia P-51 Mustang. È fin da subito evidente il suo talento per il volo, grazie a un istinto naturale e a un’eccezionale vista di venti decimi, che gli consente di individuare l’obiettivo (e quindi il nemico) ben prima di chiunque altro.

chuck yeager su un aereo

Durante la guerra, riesce a sopravvivere a un abbattimento in territorio nemico, tornando sano e salvo alla base americana in Inghilterra sotto gli occhi increduli dei compagni.

Nessuno ha accumulato più ore di volo di Chuck.

Ricorda il Generale Ascani che “era l’unico pilota con cui io avessi mai volato che mi dava l’impressione di far parte integrante della carlinga, di essere così in sintonia con l’aereo da sembrare un pilota automatico, più che un uomo”.

Il 26 febbraio 1945, Yeager sposa Glennis Dickhouse, con la quale ha quattro figli.

Grazie alle innumerevoli ore di volo accumulate e alle incredibili abilità meccaniche, Chuck viene scelto come primo pilota dell’aereo sperimentale della Bell “X-1”, destinato agli esperimenti per infrangere il muro del suono. Questa era considerata un’impresa quasi impossibile: il pilota civile Chalmers “Slick” Goodlin, prima di lui al comando dell’X-1, aveva chiesto un aumento spropositato di denaro per portare avanti la missione, in considerazione degli altissimi rischi connessi, arrivando quindi a rinunciarvi.

Yeager, invece, non vola per denaro: il cielo, la velocità e il suono dei motori sono semplicemente la sua passione più grande, una ragione di vita. In più, ama le sfide impossibili: è consapevole che il primo pilota che riuscirà a infrangere il muro del suono entrerà nella storia, subito affianco ai fratelli Wright. Questo, inoltre, sarebbe stato il primo passo verso le missioni spaziali che l’aeronautica stava sviluppando per portare i militari nello spazio.

chuck yeager anziano su una pista di atterraggio

L’X-1 non decollava, ma veniva sganciato come una bomba dal velivolo “madre”, un B-29, da 7500 metri. La preparazione richiese prove fisiche analoghe a quelle richieste per andare sullo spazio, dirette a testare i limiti della resistenza umana sotto il peso gravitazionale e alle massime quote.     

Chuck volle chiamare l’aereo – senza chiedere il permesso alla Bell, che non la prese bene – “Glamorous Glennis“, in onore della moglie, considerata il suo portafortuna.

È il 14 ottobre 1947 quando, a soli 24 anni, Chuck diventa il primo uomo a superare il muro del suono a bordo dell’aereo sperimentale della Bell X-1, a un’altitudine di 13.700 m nel Mojave Desert.

Non solo. L’impresa eccezionale fu compiuta da Yeager con due costole rotte, a seguito di un incidente a cavallo avvenuto due giorni prima con la moglie: per paura di essere esonerato dalla missione, Chuck non disse nulla a nessuno, limitandosi a chiedere all’amico e ingegnere Jack Ridley di aiutarlo, con un pezzo di manico di scopa, a chiudere il portello della carlinga del Bell X-1 che, a causa del dolore, non riusciva neanche a tirare verso di sé.

Il volo produsse un tuono spaventoso, superando Mach 1 (oltre i 1225 Km/h).

Per volere governativo, l’impresa fu tenuta nascosta; nel dicembre 1947 la rivista Aviation Week diede la notizia; solo nel giugno 1948 il record fu confermato ufficialmente dall’aeronautica e il presidente Truman conferì a Chuck il trofeo Collier, facendo esplodere la fama di Yeager.

chuck yeager in giacca e cravatta con al polso il suo GMT durante una cerimonia formale
Anche in giacca e cravatta, Chuck Yeager opta per il suo GMT Master II “Pepsi”

In seguito, Yeager guidò il Lockeed F-104 Starfighter, chiamato “missile con un uomo dentro”, il mega bombardiere Boeing B-47 Stratojet nonché addirittura un Mig sovietico.

Abbandonata la carriera di collaudatore, Yeager prese il comando di squadriglie da combattimento in Germania, nel sudest asiatico durante la guerra del Vietnam e in Unione Sovietica durante la guerra Fredda. Grazie agli eccellenti risultati conseguiti, fu promosso al grado di generale di brigata aerea.

L’incredibile vita di Chuck Yeager è stata oggetto di un film, intitolato “The Right Stuff”, cui lo stesso ha preso parte, con un breve cameo in cui interpreta un barista del “Pancho’s Place”, il bar nel Mojave in cui i piloti trascorrevano (in baldoria) il tempo libero. In proposito, Yeager ha ironicamente commentato come questo fosse il ruolo a lui più adatto perché “Se calcolassi tutte le ore che vi ho passato in quegli anni, sarebbero più di quelle che ho speso in una cabina di pilotaggio”. Il ruolo del leggendario pilota è stato invece intrepretato dall’attore Sam Shepard.

Oggi i piloti da caccia utilizzano aerei sofisticati dotati di calcolatori elettronici in grado di indicare tutti i parametri di volo, la tecnologia consente di ridurre i rischi e di prevedere possibili guasti: ai tempi di Chuck tutto questo non era possibile. Come dichiara nella sua autobiografia “Una vita in cielo”, pur essendo un pilota coraggioso e ambizioso, “Ho sempre avuto paura di morire, sempre. E’ stata la paura a farmi imparare il più possibile sugli aerei e a farmi volare rispettando la macchina”.

Rolex e Chuck Yeager: una storia d’amore

rolex vintage print ad di chuck yeager con dietro un caccia

La storia di Rolex è da sempre legata ai record e i suoi segnatempo sono stati spesso testimoni di imprese leggendarie condotte da uomini e donne che hanno cambiato la storia oltrepassando le colonne d’Ercole che segnano i limiti fino a allora conosciuti.

Fra questi, la nuotatrice Mercedes Gleitz, che nel 1927 ha compiuto la traversata del canale della Manica con al polso un Oyster di Rolex, che rimase in ottime condizioni nonostante le oltre 10 ore in acqua; un altro esempio è il “re della velocità” Sir. Malcolm Campbel che, 1935, al volante della Bluebird – e con al polso un orologio Rolex –stabilì a Bonneville Salt Flats, nello stato americano dello Utah, un record di 300 miglia orarie (ovvero 485 km/h) su terra. Tra il 1924 e il 1935, Sir Malcolm batté il record mondiale della velocità ben nove volte, tra cui cinque a Daytona Beach, in Florida. Ancora, il neozelandese Edmund Percival Hillary, che nel 1953 fu il primo uomo a raggiungere la vetta del Monte Everest con al polso un Rolex Oyster Perpetual.

rolex vintage print ad con chuck yeager

Nell’elenco degli eroi “testimonial” di Rolex, quindi, non poteva mancare Mr. Supersonic, l’uomo che ha infranto per la prima volta il muro del suono, dando il via alle future missioni aerospaziali.

È quasi una scelta naturale, per Rolex, l’immagine coraggiosa, impavida e appealing di Chuck, definito “a man among men” per la pubblicità del GMT Master II cd. Pepsi, con ghiera blu e rossa, spesso indossato dal pilota durante i suoi voli ma anche, in giacca e cravatta, per conferenze e apparizioni televisive.

foto in bianco e nero di chuck yeager con dedica al fondatore di Rolex Hans Wilsdorf
Foto autografata da Chuck con dedica per Hans Wilsdorf, il fondatore di Rolex, in cui il pilota, omaggiando le incredibili capacità visionarie e imprenditoriali di Hans, riconosce che se quest’ultimo avesse progettato aerei, sarebbero stati i più veloci al mondo.

Il legame con la casa coronata è un fil rouge nella vita di Chuck, che ha indossato nelle sue missioni ai limiti dell’umano un Rolex Oyster Perpetual Submariner “Big Crown” in acciaio, Ref. 6538. Questa referenza, introdotta nel 1955, ha preso il posto della precedente 6200, cui si distingue per un nuovo calibro (1030) e, come suggerisce il soprannome (Big Crown) per una corona di carica dalle dimensioni maggiorate. Si tratta di un solo tempo senza data, complicazione che venne introdotta nel Submariner solo negli anni ’60 con la referenza 1680.

Un orologio leggendario, anche soprannominato “James Bond Submariner” perché indossato da Sean Connery nel film Dr. No. del 1962.

Il Rolex GMT Chuck Yeager

Rolex GMT Chuck Yeager

Quando si parla di “GMT Chuck Yeager”, tuttavia, ci si riferisce al modello creato per celebrare l’anniversario dell’abbattimento del muro del suono. Nel 1997 The Real McCoy, un brand giapponese di abbigliamento, ha customizzato 50 Rolex GMT Master, Referenza 16700, divenuti immediatamente una vera chicca per collezionisti.

Questo Rolex GMT, cassa di 40 mm, riporta sul quadrante il nome di Chuck Yeager, in rosso sopra le sigle (in bianco) “GMT-Master” e “The Real McCoy’s”.

fondello inciso con dedica al generale Chuck Yeager

Il fondello di alcuni modelli riporta l’incisione dell’aereo supersonico Bell X-1, la data dell’impresa (14 ottobre 1947) e ovviamente il nome del Generale Yeager e della Real McCoy’s; in altri modelli l’aereo inciso sul fondello è il P51, pilotato da Chuck durante la II Guerra Mondiale.

Alcuni modelli presentano la lunetta delle 24 ore interamente in colore nero, altri la classica versione rosso/nera del GMT “Coke”.

Un esempio davvero riuscito di brandizzazione di un orologio già di per sé leggendario, che rende omaggio al più grande pilota di tutti i tempi.


Se anche tu ami questi affascinanti racconti, visita la nostra sezione “storie di collezionismo“.

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