Era il 17 Aprile 1970 quando l’equipaggio della missione Apollo 13 si trovò in una situazione piuttosto complicata, oltre che pericolosa, ma che grazie a un Omega Speedmaster riuscì a salvarsi.
Dopo aver fatto un tour al Museo Omega di Bienne (di cui uscirà un video sul nostro canale YouTube) possiamo dire di aver quasi sperimentato la sensazione che hanno provato gli astronauti durante i celebri 14 secondi che hanno permesso il rientro sulla Terra.
La storia dell’Apollo 13
Il numero 13 non vanta una reputazione così positiva. Sarà stato il caso o una serie sfortunata di eventi che resero questa missione veramente difficile. Dopo l’Apollo 11 e 12, la 13 era la terza prediletta per l’allunaggio, ma durante il volo ci fu un esplosione all’interno del modulo che obbligò gli astronauti ad abbandonare la missione.
Per rientrare sulla terrà l’equipaggio si dovette trasferire dal modulo principale a quello lunare, nominato “Aquarius”, che era destinato appunto all’allunaggio, ma il ritorno fu una vera e propria impresa. 4 giorni di viaggio in cui arrivarono al punto più lontano dalla terrà mai raggiunto dall’uomo.
L’emergenza e i famosi 14 secondi di combustione
Il modulo lunare non era stato studiato per avere a bordo l’intero equipaggio per un periodo così lungo, gli astronauti infatti dovettero spegnere tutti i sistemi di bordo non essenziali, compresi i timer digitali e il riscaldamento. Per rientrare sulla terra dovettero prendere una traiettoria ben precisa ma nel corso del viaggio si allontanarono di circa 70 miglia nautiche.
Fu in questo caso che entrò in gioco l’Omega Speedmaster. Senza deviare la traiettoria per tornare nella rotta corretta, sarebbero rimbalzati nell’atmosfera senza aver possibilità di fare un secondo tentativo, perdendosi per sempre nello spazio. Per riprendere la rotta esatta calcolarono la necessità di 14 secondi di combustione di carburante, che furono in grado di misurare solamente grazie al loro Speedmaster.
Finalmente il 17 aprile, dopo 142 ore e 54 minuti dal lancio, l’Apollo 13 ammarò sano e salvo nel Sud Pacifico.
Il Silver Snoopy Award
Più tardi quello stesso anno, il 5 ottobre 1970, OMEGA ricevette il “Silver Snoopy Award” della NASA – in segno di gratitudine per il suo contributo al successo delle missioni di volo con equipaggio nello spazio. Quando questo prestigioso premio fu istituito, Snoopy fu scelto come mascotte non ufficiale della NASA per la sua capacità di sdrammatizzare nelle situazioni difficili. Avrebbe messo in luce il successo della missione e rappresentato un “cane da guardia” per la sicurezza in volo.
Da allora, Omega ha creato diverse versioni dello Speedmaster Snoopy per celebrare questa importante missione, con il classico Beagle di Charlie Brown del fumetto dei Peanuts. Ognuno di questi orologi non solo celebra la missione ma ricorda la precisione degli orologi Omega che ha permesso che un’emergenza non si trasformasse in un disastro.
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