Ben ritrovati sul nostro magazine, cari amici di IWS. In molti, appassionati e non, si domandano quando ha fatto la sua prima apparizione nella storia l’orologio da polso. Sappiamo di certo che questo magico oggetto è nato in seguito ad una esigenza funzionale, non come accessorio luccicante per addobbare il polso di chi lo utilizza.
Ebbene, il primo segnatempo da polso per uomo ad essere realizzato, è stato il Santos Dumont di Cartier, orologio che non soltanto segna la storia di una maison orologiera francese, ma che ha accompagnato l’essere umano in una delle sue imprese storiche, da sempre sognata e immaginata nei bozzetti di Leonardo Da Vinci.
La storia
Ovviamente, all’epoca era l’unico strumento per capire che momento della giornata fosse e la gente dal ‘500 in poi non poteva di certo girare con un orologio da parete sotto il braccio! Dunque, si decise di miniaturizzarlo rendendolo pratico e maneggevole, creando così gli orologi da taschino.
Soltanto nel 1810, l’orologiaio visionario Abraham Louis Breguet ha reso l’orologio indossabile al polso, su espressa richiesta della Regina di Napoli Carolina Murat (orologio di cui tutt’oggi si sono perse le tracce). Da quel momento in poi, possiamo dire che l’orologio da polso era rivolto prevalentemente al “gentil sesso”; gli uomini dovevano tirar fuori dal taschino il loro orologio a “cipolla”.
Era la fine dell’800 e la Francia si proiettava nel futuro entrando in uno dei suoi periodi più floridi, in cui sono avvenute alcune delle più grandi invenzioni; stiamo parlando della Belle Epoque, quel frangente in cui le gallerie parigine si illuminavano grazie alla diffusione dell’elettricità, i mezzi di trasporto come la Metro connettevano i vari quartieri di Parigi e il cinema dei fratelli Lumiere intratteneva la gente dopo una lunga giornata di lavoro.
Nel campo aeronautico, la Francia era il paese più avanzato del mondo grazie ai fratelli Montgolfier che diedero il via alla conquista del cielo, facendo sollevare da terra il primo pallone ad aria calda della storia. Col tempo, si cercò di costruire anche delle macchine volanti ispirandosi al volo e all’anatomia dei volatili; Alberto Santos-Dumont, all’epoca famoso ingegnere di origini brasiliane, costruì uno dei primi aeroplani. Si chiamava Santos-Dumont 14 Bis e il 23 Ottobre 1906, compì il suo primo volo pubblico percorrendo una distanza di 60 metri ad un’altezza di 3 metri.
Alberto Santos-Dumont, riscontrò delle difficoltà nel poter leggere l’ora mentre era ai comandi del suo biplano, pertanto espose la problematica al suo amico orologiaio e gioielliere Louis Cartier, chiedendo come si potesse leggere l’ora senza dover staccare le mani dalla cloche.
Il signor Cartier colse subito l’occasione per tirar fuori dal suo cappello magico una soluzione: miniaturizzare un orologio da taschino rendendolo indossabile al polso (unico punto del corpo facilmente visibile mentre si è ai comandi dell’aereo).
Era il 1904 e Cartier, con l’aiuto del maestro orologiaio Edmond Jaeger, creò il primo orologio da polso per uomo della storia: cassa in platino quadrata dal design compatto e sottile, in pieno stile Art Déco, con rivetti a vista che incastonavano ad essa una lunetta lucida, che faceva da cornice ad un quadrante bianco con numeri romani. Iconica divenne la corona per la carica manuale che ospitava un cabochon blu (uno dei segni distintivi dei segnatempo Cartier).
Insomma, il primo volo pubblico nella storia dell’uomo, non poteva che avere un partner speciale; due frutti della tecnica e dell’ingegneria che lasciarono per sempre un segno nella ricerca delle avanguardie.
Divenuto popolare grazie alla notorietà del pilota franco-brasiliano e all’importanza dell’evento storico, il Cartier Santos Dumont venne commercializzato nel 1911 vendendo intorno al migliaio di unità fino al 1973, quando mediante un “restyling” e all’implemento di nuove versioni, questo segnatempo prese nuova linfa.
Un successo che dura fino ad oggi
Elegante e mai volgare, divenne popolare tra i clienti più raffinati; la versione braccialata si diffuse rapidamente conquistando i cuori e i polsi degli “Yuppies” nei cari vecchi anni ’80.
Nel 1987, Cartier lanciò il Santos Galbée, ovvero una versione del Santos particolare poiché aveva la cassa dal profilo curvo con cui abbracciava confortevolmente meglio il polso.
Tre sono state le versioni prodotte fino ad oggi: acciaio, oro giallo e platino, con cinturino in pelle o con bracciale. Dal 1998 alcune versioni (in oro o platino) sono state inserite nella Collection Prive Cartier Paris (CPCP).
Nel centenario di questo storico modello, la maison parigina sfornava una versione che richiamava fortemente il Cartier Santos-Dumont del 1904 ovvero, cassa in platino, quadrante bianco e cinturino in pelle marrone; è il Santos 100.
Conclusioni
Pur avendo 120 anni, questo magnifico segnatempo rimane indubbiamente attuale ed elegante, nonostante il suo design non sia mai cambiato, continua a riscuotere un enorme successo.
Possiamo certamente dire che il Cartier Santos Dumont è il simbolo dell’incontro tra due appassionati visionari, l’eredità di un sogno che ha cambiato il mondo.
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