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Come scegliere il bracciale di un orologio

DATA
14 Giugno 2020
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Oggi non parleremo dei segnatempo nello specifico ma racconteremo di un “dettaglio”, che spesso e volentieri influenza di molto il valore dell’orologio.

Nonostante vi siano infinite tipologie di bracciali, tutti muovono da un medesimo presupposto: conferire un tocco di sportività all’orologio o, comunque, renderlo unico ed immediatamente riconoscibile.
Celeberrimi sono i bracciali dei vari Royal Oak, Nautilus, Oyster o Jubileè, alcuni integrati altri no ma tutti divenuti parte irrinunciabile dell’orologio.

Partendo dal principio, il marchio che ha contribuito a creare il bracciale come lo conosciamo oggi è sicuramente Gay Freres, la cui storia comincia nel lontano 1835.
Inizialmente l’azienda nacque come chianiste. Una manifattura di catene per tasca e solo a partire dalla metà degli anni ’20, quando l’orologio da polso inizia a diffondersi fra il grande pubblico, passerà alla creazione di bracciali.
Da subito Gay Freres si dimostra un’azienda innovativa ed all’avanguardia. Tali caratteristiche la porteranno a collaborare con i brand più rinomati dell’alta orologeria, tra cui Rolex, Patek Philippe e Vacheron Constantin, a cui fornisce bracciali di propria manifattura e, più tardi, coadiuvandoli nello sviluppi di molti modelli oggi divenuti iconici.


Il bracciale bamboo

Il bamboo (o bonklip) rappresenta l’inizio dell’incredibile successo riscosso nel tempo da Gay Freres.
Un bracciale che rispondeva alle esigenze di comodità e robustezza, indispensabili per coloro i quali utilizzavano il segnatempo per scopi professionali.

Infatti, benché oggi siamo abituati a vedere tali bracciali abbinati anche ad orologi eleganti, essi nascevano prettamente per orologi sportivi, o meglio professionali.
Alla luce di ciò capiamo come il bamboo fosse un accessorio irrinunciabile per coloro i quali necessitavano di praticità e sicurezza, garantite da robuste maglie estensibili e dalla clasp.
Innumerevoli furono i brand che adottarono il bamboo, a cui vennero riconosciute delle doti mai viste in precedenza.
Tutto ciò stimolò Gay Freres ad implementare il proprio catalogo con bracciali sempre più sofisticati.

Attualmente tali bracciali sono divenuti dei veri e propri oggetti di culto per gli appassionati che ne apprezzano il design semplice ma allo stesso tempo perfettamente equilibrato, tanto da renderli piuttosto costosi e difficili da reperire, con prezzi che possono andare oltre i 500 euro.

Dal bamboo all’Oyster

Oltre all’indiscutibile qualità, il bamboo costituisce la base per uno dei bracciali più celebri di sempre, ovvero l’Oyster di Rolex.

Verso la metà degli anni 50 Rolex si apprestava a presentare una serie di modelli sportivi, destinati a cambiare per sempre il concetto di segnatempo.
Al fine di perseguire il proprio scopo primario, ovvero quello di fornire orologi affidabili in ogni situazione, Rolex dovette studiare un bracciale che rispecchiasse la qualità del suo prodotto.
Ancora una volta la scelta ricadde su Gay Freres, azienda con cui collaborava già da anni, e che coadiuvò Rolex nella messa a punto del primo bracciale oyster rivettato.


Il Chicchi di riso

Altra icona assoluta nel mondo dei bracciali è il cosiddetto “chicchi di riso” (o beads of rice), così denominato per la forma delle sue splendide maglie.
La qualità principale del chicchi di riso risiede nella sua incredibile versatilità, dal momento che può essere abbinato tanto ad un segnatempo sportivo, quanto ad uno elegante senza risultare mai fuori posto.

Anche il chicchi di riso conobbe un largo successo ed oggi lo ritroviamo spesso su Patek Philippe vintage, a testimoniare lo stretto rapporto intercorso fra i due brand.
A dimostrazione di ciò, ricordiamo che il 1518 in acciaio, venduto da Phillips nel 2016 per 11 milioni di CHF era equipaggiato proprio con un chicchi di riso Gay Freres.
Oggi il chicchi di riso risulta estremamente ricercato ed ambito dai collezionisti e le sue quotazioni lo dimostrano; per portarsi a casa un esemplare bello( ed originale) bisogna mettere in conto di sborsare cifre dai 1.000 euro a salire.

Come detto in precedenza, oltre alla produzione standard, Gay Freres realizzò molti bracciali su specifica richiesta dei vari brand. Inizialmente fra i suoi clienti più illustri annoverava Rolex, Patek Philippe e Vacheron Constantin, per i quali lavorò ininterrottamente per circa 60 anni.


Gli anni ’60 e ’70

A partire dagli anni 60, altri brand si aggiunsero alla lista clienti di Gay Freres.
Stiamo parlando di Zenith e Tag Heuer, brand che si distinsero nel campo della cronografia, uno con la creazione dell’El Primero, mentre l’altro con l’Autavia.

Data l’innata sportività insita nei loro modelli, nonché il DNA racing, i due brand necessitavano di un bracciale altrettanto evocativo e dal design inconfondibile.
Ancora una volta Gay Freres partorisce per Heuer un bracciale impeccabile, un mix fra un chicchi di riso ed un oyster, progetto destinato a diventare un’icona degli anni 60-70.

A tal proposito, dopo Heuer innumerevoli saranno le maison che adotteranno il bracciale dell’Autavia.
Fra le tante ricordiamo IWC che sceglierà questo magnifico bracciale per il suo diver ref. 812 nonché per l’Ingenieur.

Per quanto concerne Zenith, invece, vengono concepiti due bracciali, il primo molto simile all’oyster.
Il secondo design risulta assolutamente unico, concettualmente sempre simile all’Oyster ma con delle aperture al centro. Un bracciale mai più replicato ed oggi divenuto un must alla stregua del primo El Primero ref. A384.

Al termine degli anni 70 Gay Freres vantava una struttura aziendale di tutto rispetto. 500 specialisti si dedicavano alla realizzazione dei migliori bracciali rinvenibili sul mercato.

Credits: Shuck the Oyster

I primi bracciali integrati

Tale competenza venne premiata, ancora una volta nel 1972, quando Audemars Piguet affidò a Gay Freres la creazione del bracciale del primo Royal Oak ref. 5402.

Il progetto non fu di facile esecuzione, dal momento che il Royal Oak era un orologio dirompente e slegato dai canoni dell’orologeria tradizionale. Pertanto bisognava concepire un bracciale con una personalità altrettanto marcata.
A posteriori possiamo affermare che Gay Freres non avrebbe potuto fare di meglio, partorendo un bracciale oggi riconoscibile ancor prima dell’orologio stesso.

Nel 1976, nell’ambito del progetto del Nautilus ref. 3700, anche Patek Philippe conferma la fiducia da sempre dimostrata verso Gay Freres, affidandogli il design del bracciale.

Nel 1998, dopo 70 anni di innovazioni nell’ambito dei bracciali per orologi da polso, Gay Freres viene acquistata da Rolex. Anche in questo caso, Rolex si dimostra molto scaltra nel compiere un investimento per il futuro. Futuro dove le tecniche ed il know-how artigianale scarseggerà sempre di più.

Credits: Hodinkee

Ponti Gennari

Sebbene Gay Freres sia il marchio più importante nell’ambito dei bracciali, è doveroso segnalare la presenza di altri gioiellieri che hanno realizzato delle creazioni altrettanto degne di nota.
Fra tutti spicca sicuramente Ponti Gennari, gioielliere ginevrino, il quale ha lavorato soprattutto con Patek Philippe.
Le creazioni di Ponti Gennari(sempre in metalli preziosi) si distinguono per il grande estro, la forte personalità e l’estrema cura, tanto da essere equiparabili a dei veri e proprio gioielli.
Ciò è dimostrato dallo sbalorditivo prezzo che tali bracciali avevano all’epoca. Infatti essi non equipaggiavano l’orologio di default ma potevano essere scelti dal cliente al momento dell’acquisto. Il prezzo per un bracciale Ponti Gennari(e Gay Freres) oscillava, negli anni 50, dai 1.000 ai 1.500 CHF.

Credits: Christies

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