Ciao ragazzi io sono Fabrizio il co-fondatore di IWS e oggi vi do il benvenuto nel nostro nuovo setting. Come vedete è una location nuova che piano piano allestiremo per i prossimi video ma oggi ci tuffiamo direttamente nel nostro nuovo argomento che sono i soprannomi italiani nel mondo dell’orologeria.
Gli italiani hanno avuto e hanno tuttora una certa importanza nel mercato del vintage ma anche nel mercato dell’orologeria in generale. Parlavamo infatti con Michael Friedman, non tanto tempo fa, che ci diceva che alla fine la maggior parte degli orologi Audemars Piguet degli anni 50 sono stati influenzati proprio dai collezionisti italiani, che richiedevano determinate specifiche, tra le dimensioni delle casse, le anse, i quadranti… quindi siamo stati un po’ i trendsetter di questo mondo e poche persone lo sanno.
Il nostro paese vanta dunque alcuni dei nomi più importanti nel mondo del collezionismo con persone come Goldberger (quindi Auro Montanari), oppure Davide Parmegiani, Alfredo Paramico… nomi conosciuti davvero in tutto il mondo e riconosciuti come una vera autorità.
L’influenza degli italiani ovviamente si è fatta sentire negli anni e ha portato appunto a soprannominare alcuni orologi dalle particolari caratteristiche, tra casse quadranti o altre parti dell’orologio, a soprannominarli appunto con dei nomi italiani. Oggi ne vedremo 5 ma ci sarà un secondo episodio dove ne vedremo tanti altri che possibilmente non conoscevate.
Prodotti tra gli anni 40 e gli anni 60, i tasti tondi sono tra i cronografi più ambiti di Patek Philippe e nel mondo del vintage. Il nome deriva appunto dalla forma dei tasti che è rotonda e che presenta una particolare zigrinatura sul lato del tasto. Questa zigrinatura è stata realizzata per renderli antiscivolo ed è una caratteristica che pochi cronografi all’epoca avevano sui tasti.
Le referenze 1463 e 1563 non sono le uniche ad avere questi tasti ma ci sono anche altri orologi come il Mido Multicenter Chronograph, che pur avendo un movimento, un quadrante e un marchio diverso, presentano la stessa identica cassa, prodotta dallo stesso produttore che al tempo faceva le casse per Patek Philippe. Quasi come avere un tasti tondi… ma con un nome diverso.
L’articolo completo sui Tasti Tondi lo potete leggere qui.
Il secondo soprannome che abbiamo scelto è quello di “disco volante” che ovviamente ci sta molto simpatico perché è difficile immaginarsi un disco volante in un orologio però i collezionisti hanno voluto soprannominare gli orologi, principalmente di Audemars Piguet, che presentano una lunetta sproporzionata.
Nel disco volante avremo un piccolo quadrante al centro e una lunetta appunto molto grossa, “oversize” come direbbero in inglese. Questi orologi principalmente sono legati al marchio Audemars Piguet ma troviamo ovviamente alcune eccezioni per altri marchi come ad esempio Cartier oppure Omega. Solitamente questa lunetta sproporzionata veniva abbellita con una finitura Clou De Paris oppure veniva lasciata semplicemente liscia o con altre particolari finiture magari non degne di nota.
Se sei interessato ad approfondire i tipi di finiture più importanti dell’orologeria ti indirizziamo al nostro articolo.
Altro soprannome simpatico, che quando mi sono affacciato al mondo del vintage mi ha fatto un po’ ridere, è stato quello di padellone.
Con questo soprannome identifichiamo la referenza 8171 di rolex che presenta una cassa oversize. All’epoca diciamo che la maggior parte degli orologi aveva un diametro di circa 30-32-33, massimo 34 millimetri. Un Rolex da 38 mm non poteva che essere chiamato in maniera un po’ ironica “padellone“.
L’orologio è un triplo calendario con fasi lunari e presenta una cassa da 38 mm. La referenza 8171 non è l’unica ad essere nominato padellone, ma ci sono anche due referenze di Patek chiamate in questo modo che sono la 3448 e la 3450.
Il quarto soprannome è quello di ossi di morto che è poco utilizzato negli ultimi anni dai collezionisti e con cui solitamente si identificava una referenza di Patek Philippe, la 2442.
Perché nominate “ossi di morto“? La forma della cassa è stondata, con delle anse che ricordano il dolce tipico siciliano appunto degli ossi di morto. I collezionisti adesso preferiscono utilizzare il nome Marilyn Monroe perché ricorda la silhouette dell’attrice.
L’ultimo soprannome è più un’italianizzazione che uno soprannome vero e proprio ed è quello di salterello. Con questo termine identifichiamo degli orologi che presentano la complicazione delle jumping hour quindi delle ore saltanti.
Cosa hanno di particolare questi orologi? Hanno un display analogico nonostante siano a tutti gli effetti dei movimenti meccanici. Questo significa che ci saranno dei dischi ruotanti con le ore scritte che si intravedono da una casellina che come vedete nelle foto è molto semplice da leggere.
Perché saltanti? Al passare dei sessanta secondi o dei 60 minuti la cifra salterà in avanti e da questo è nato il “salterello”. Identifichiamo principalmente gli orologi Tank a Guichet con il nome salterello, ma in realtà potremmo nominare così anche altri orologi vintage dalle stesse caratteristiche.
Bene ragazzi io direi di fermarmi qui con questi cinque soprannomi e di scoprire la prossima volta, quindi nel prossimo episodio, gli altri cinque che abbiamo studiato per voi. Spero che abbiate imparato qualcosa di nuovo sul mondo del vintage e ci vediamo al prossimo video su YouTube!
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