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Collezionare Orologi con Elisa Catenazzi di Collectability

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07 Marzo 2022
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Oggi parliamo con Elisa Catenazzi, esperta di orologi e parte del team di Collectability. In IWS abbiamo sempre dato spazio alle persone, cercando di scovare idee nuove, argomenti da dibattere e storie da raccontare.

Questa volta ci addentriamo nel mondo del vintage dagli occhi di una persona che lo vive da diversi anni, interrogandoci sul ruolo di Patek Philippe in alcune importanti aste, di gem setting e del mercato dell’orologeria attuale.

Iniziamo!

1. Chi è Elisa Catenazzi e come si è appassionata agli orologi?

EC: Sono da sempre un’appassionata di arte e beni culturali, e, più di recente, di orologi e gioielli, soprattutto vintage. Originaria del lago Maggiore, ho avuto la fortuna di poter viaggiare, vivere e lavorare in Paesi diversi, assorbendo un po’ della loro cultura e stile di vita.

Dopo aver terminato i miei studi in Conservazione dei Beni Culturali in Italia, mi recai a Londra per uno stage presso Christie’s. Di certo non pensavo che la mia collaborazione con la casa d’aste sarebbe durata 15 anni, e che mi avrebbe riportata in Italia a Milano, successivamente a Ginevra ed infine a New York. E’ stata un’incredibile avventura, durante la quale mi sono specializzata nella strategia e gestione aziendale dei beni di lusso, e specialmente di orologi di alta gamma. La mia passione per questi ultimi e’ nata nel 2008, quando ho avuto l’opportunita’ di lavorare come amministratrice del reparto orologi di Ginevra, all’epoca diretto da niente di meno che Aurel Bacs, che divenne il mio manager.

Mi ritrovai catapultata nel cuore pulsante del collezionismo, in anni cruciali caratterizzati da vendite di collezioni incredibili, molte provenienti proprio dalla mia cara Italia. Clienti e collezionisti internazionali divennero nomi molto familiari e preziosi contatti per gli anni a venire. Molti di loro sono amici con cui sono tuttora in contatto. Imparai moltissimo dai migliori, ebbi davvero la fortuna di far parte del reparto numero uno che, nonostante la crisi finanziaria di quegli anni, fu in grado di chiudere sempre aste di successo.

2. In cosa consiste il tuo ruolo di VP Regional Managing Director di Christie’s negli Stati Uniti? Di cosa ti occupi nello specifico?

EC: Ho ricoperto il ruolo di VP Regional Managing Director presso la sede di Christie’s New York dal 2015 al 2019. Nello specifico, ero responsabile della gestione operativa e commerciale del reparto orologi, vini e borsette. Tra i tre reparti, quello che principalmente richiedeva la mia attenzione era il reparto orologi, dato il volume elevato di aste annuali e vendite private. Ero responsabile delle operazioni, di tutto il back-office e del personale di reparto che lavorava “dietro alle quinte” di ogni asta. Inoltre, in tutti questi anni sono sempre rimasta a disposizione dei clienti italiani, cercando di essere per loro un punto di riferimento, nonostante la distanza geografica.

3. Com’è nato il rapporto con John Reardon? Recentemente sei anche entrata a far parte del team di Collectability, di cui noi siamo grandi fan. Raccontaci un po’!

EC: Conosco John dal 2013, quando fu assunto da Christie’s come Head of Watches della sede di New York. Io ero appena arrivata da Ginevra per ricoprire il ruolo di business manager. Fu così che ci ritrovammo fianco a fianco per rafforzare la presenza del reparto orologi negli Stati Uniti. Il lavoro fatto assieme fu assolutamente incredibile. Di lì a poco, John fu promosso a capo reparto internazionale in seguito alla partenza di Aurel Bacs. Dunque mi trovai ancora una volta ad affiancare un capo internazionale del reparto orologi!

Furono anni di lavoro intenso, ma molto gratificante. Lavorare con John fu (ed e’ tuttora) un onore e un piacere. Sono spesso stata definita come il suo braccio destro, e tale descrizione non potrebbe essere più appropriata.

il team di collectability con Elisa Catenazzi e John Reardon


Lavorare nuovamente con John dopo la mia partenza da Christie’s e’ un vero e proprio sogno che si e’ materializzato a settembre dello scorso anno, quando ho raggiunto il team di Collectability. E` una straordinaria avventura nel mondo di Patek Philippe, un viaggio in un mercato affascinante che intraprendo con amici (John e anche la straordinaria Tania Edwards).

(Qui potete trovare un articolo importante sul temporaneo cambio di politica sugli Estratti d’Archivio di Patek Philippe scritto da John Reardon).

4. Hai curato tre aste importantissime con John Reardon: quella del 175° Anniversario di Patek Philippe nel 2014, “Nautilus” nel 2016 e Patek Philippe Vintage Exhibition nel 2017. Quali pensi che siano stati i fattori decisivi che le hanno rese così di successo? C’è un aspetto ricorrente?

EC: Le due aste celebrative (175° Anniversario di Patek Philippe nel 2014 e Nautilus nel 2016) contribuirono a solidificare l’ormai famoso trend delle aste tematiche, nate con Osvaldo Patrizzi negli anni ’80, e ora sempre di piu’ auspicate dai collezionisti. Celebrare un modello o un anniversario si dimostrò essere un concetto divertente e accattivante, in grado di attrarre con successo acquirenti da tutto il mondo. Assistemmo ad una grandissima partecipazione e a numeri record di bidders, attratti dalla qualità dei lotti e dal taglio accademico che John Reardon fu in grado di dare ad entrambe le vendite.

Le esposizioni relative a queste aste furono qualcosa di davvero speciale: era un po’ come camminare in un museo in cui venivano presentate la storia e l’evoluzione di modelli iconografici. Fantastico!
La Vintage Exhibition di Patek Philippe del 2017 fu un altro colpo di genio di John, che nell’arco di pochissimo tempo fu in grado di ammassare una collezione di circa 300 (!!!) Patek Philippe per vendita privata, in concomitanza con The Art of Watches Grand Exhibition di Patek Philippe a New York (con cui pero’ noi non avevamo alcun tipo di collaborazione).

Presso Christie’s occupammo sale e sale con vetrine contenenti Patek Philippe da tasca, da polso, pendole, orologi da tavolo, orologi solari, oggetti di ogni epoca, ovviamente i migliori esemplari. Alcuni collezionisti fecero a gara per prestarci dei loro oggetti….Fu da capogiro. Allo stesso tempo, offrimmo corsi di orologeria a clienti selezionati, e una serie di conferenze con autori esclusivi. L’approccio accademico e la serietà di John con il supporto del nostro team crearono un evento unico ed eccezionale, di cui i clienti parlano ancora oggi.

5. Da esperta gemmologa (AJP, GG e GIA), quando ti soffermi sulle pietre presenti negli orologi, come le valuti a livello qualitativo? Pensi ci sia la stessa attenzione di un gioiello o certi orologi hanno pietre o incastonature che lasciano a desiderare? Tra vintage e moderno ci sono stati grandi cambiamenti in termini di qualità?


EC: Presso Patek Philippe, il sertissage di pietre preziose e semi-preziose e’ da sempre una vera e propria arte, da considerarsi alla pari di tutti gli altri metiers d’art coinvolti nella manifattura degli orologi della casa ginevrina. Le pietre impreziosiscono orologi da tasca sin dagli inizi della storia di Patek, e vengono impiegate in orologi da polso a partire dagli anni Venti del XIX secolo. Ma è soprattutto negli ultimi anni che la domanda di pietre preziose e’ cresciuta al punto tale che il numero di sertisseurs presso Patek e’ passato da 10 a 50 tra il 2005 e il 2015.


Nell’osservare un pave’ di diamanti o indici a baguettes o qualsiasi altro dettaglio decorato da pietre preziose (diamanti, zaffiri, rubini, smeraldi), mi focalizzo sull’incastonatura, sulla simmetria del disegno, e sul taglio delle pietre. E vi posso dire che Patek ha sempre saputo utilizzare il meglio non solo in termini di qualità intrinseca, ma anche nell’arte della loro posa.

Resto incantata soprattutto di fronte a orologi vintage, sapendo che le pietre erano posizionate senza l’aiuto della moderna tecnologia che oggi facilita un compito assai complicato, in passato svolto solo da maestri gioiellieri. Il taglio antico delle pietre era asimmetrico, ma tale imprecisione non va a detrimento della loro qualità, ma e’ dovuta semplicemente ad una mancanza di tecnologia che subentra solo in tempi moderni.


Sono particolarmente attratta dalle pietre ornamentali e dall’uso che ne fa Stern Frères a partire dagli anni ’70 per la creazione di quadranti. Le venature del corallo (materiale non più utilizzato ai giorni nostri), o le inclusioni del lapislazzuli o di qualsiasi altra pietra semi-preziosa rendono quel quadrante unico ed irripetibile. Le pietre essendo naturali sono uniche e la loro lavorazione ha sempre richiesto la massima expertise da parte dei cadraniers: immaginate per un attimo la difficolta’ nel tagliare con precisione e senza causare traumi uno strato di pietra inferiore al millimetro, di colore omogeneo, con eventuali venature ed inclusioni esteticamente gradevoli, che diventera’ il quadrante di un orologio!

un quadrante stern freres di un rolex day date con smeraldi e con simbolo dell'oman


Lo studio della gemmologia mi permette di apprezzare ancora di più l’importanza e l’unicità di tali quadranti e la difficoltà dietro a tale lavorazione. E di sapere che ogni piccola inclusione e’ un dono della natura che rendera’ unico quel quadrante. Ovviamente Stern Frères trovo’ la soluzione per risolvere il problema della fragilita’ dei quadranti in pietra introducendo negli anni ’70 il crysocale, una base costituita da una lega di rame, zinco e stagno su cui veniva applicato con colle speciali il quadrante in pietra. Inoltre, sempre negli stessi anni, Stern Frères introdusse una macchina d’avanguardia che, a differenza della fresatrice tradizionale, utilizzava una frequenza ultrasonica, quindi vibrazioni, per la perforazione e taglio del quadrante.

6. Qual è un orologio che reputi davvero sottovalutato e che sei sorpresa che non sia sotto i riflettori in asta?

EC: L’Ellipse! Noi di Collectability siamo appassionati (e anche un po’ ossessionati!) di questo fantastico modello lanciato da Patek Philippe nel 1968. L’Ellipse incapsula un’estetica intramontabile e pura, basata sul principio della Sezione Aurea, una proporzione diffusa in natura e adottata da architetti ed artisti a partire dall’epoca ellenistica in poi. La si trova, ad esempio, nella proporzione del corpo umano, o nelle foglie degli alberi, nella disposizione dei petali di alcuni fiori, addirittura nella forma delle galassie! Testimonierebbe la capacità della natura di costruire se stessa in maniera armoniosa e proporzionata.

La Sezione Aurea e’ il principio base del Partenone, e la troviamo nel viso della Monna Lisa di Leonardo. Pensate di poterla avere al vostro polso! Non e’ straordinario? Per me, appassionata di arte greca e romana, la sezione aurea e’ come un fil rouge, un nesso, un collegamento, un’eredità culturale che mi porta ad apprezzare ancora meglio questo modello della Maison ginevrina. Trovo affascinante pensare che Patek Philippe abbia deciso di prendere ispirazione da un principio di proporzione estetica millenario.

Per noi rappresenta tutto cio’ che e’ Patek, vale a dire purezza e bellezza intramontabili, espresse attraverso un design semplice ed elegante. Icona nata un attimo prima della rivoluzione del quarzo, da subito fu bene accolta per il suo design immediatamente riconoscibile, simbolo del jet set, del lusso e dell’esclusivita’, tanto che in una campagna pubblicitaria per l’Italia degli anni 70/80 fu chiamata “il cerchio esclusivo”.

7. Viviamo un momento molto particolare per l’orologeria, soprattutto per il vintage. Il mercato sembra “impazzito” e ci sono orologi che hanno addirittura fatto x10 nelle proprie valutazioni, tutto nel giro di poco. A cosa attribuisci questa frenesia?

EC: La rivelazione della discontinuità di alcuni modelli, la macchina mediatica che ci gira attorno, il sensazionalismo dei social media, l’inseguire le mode. Immagino che questi siano alcuni ingredienti di un cocktail piuttosto esplosivo a cui stiamo assistendo ormai da qualche tempo. Sono anni molto interessanti e cruciali e di profondi cambiamenti, ma di certo il mercato dell’orologeria non si fermera’ a questo. In uno scenario a mio avviso spesso caotico, noi di Collectability cerchiamo di educare il lettore a fare la scelta giusta ed equilibrata nel caso di acquisto o vendita in un contesto in continua evoluzione.

8. Hai un sogno nel cassetto in termini di orologi?

EC: Ne ho due! Intanto, quello di poter curare insieme ai miei amici di Collectability un’esposizione dei più rari modelli di Ellipse in occasione del prossimo anniversario di questo modello iconografico!
E poi, quello di molti altri appassionati come me: poter osservare da vicino il 2499 di John Lennon….

l'introvabile patek philippe 2499 di john lennon

9. Che consiglio daresti a dei giovani che vogliono iniziare a collezionare orologi?

EC: Suggerirei innanzitutto di accostarsi il piu’ possibile alla storia dell’orologeria e di studiare a fondo il DNA del brand preferito; di scegliere in modo oculato un esperto in materia che possa diventare un partner di fiducia, un consigliere che li aiuti nella costruzione della loro collezione; di cercare informazioni da fonti ragguardevoli; di istruirsi, ispirandosi a collezionisti piu’ attempati ed esperti; di fare delle scelte ponderate, coltivando il proprio gusto e non per forza seguendo la tendenza del momento; soprattutto di collezionare per passione e non necessariamente per investimento. E, possibilmente, di cercare cio’ che e’ destinato a durare nel tempo piuttosto che una moda passeggera…

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