Cenni Biografici
Michael Ovitz non ha sicuramente bisogno di presentazioni, infatti la sua ammirevole carriera da agente delle più grandi star di Hollywood e da presidente della Disney parla da sé. E a gran voce aggiungerei.
Grande filantropo e personalità di estrema importanza nel mondo del collezionismo d’arte, negli anni si è affermato anche in un altro settore (molto più vicino a noi), quello del collezionismo di orologi, che in questo articolo analizzeremo in particolare.
Stato della collezione
Come tutte le collezioni private è difficile conoscerne la reale entità e composizione ma attraverso le foto che lo ritraggono è possibile risalire a parte dei suoi orologi, o almeno a quelli che indossa più o meno regolarmente. Per questo dobbiamo ringraziare il watch spotting, pratica nata una decina di anni fa che abbiamo descritto in dettaglio in questo altro articolo.
I classici Rolex
I pezzi più fotografati al suo polso sono senza dubbio modelli della casa coronata, che si conferma così ancora una volta al centro della scena mondana. In particolare possiamo ammirare diverse versioni del Daytona tra cui un iconico Paul Newman con quadrante bianco (se vuoi approfondire la tua conoscenza sui Daytona Vintage consulta la nostra guida).
L’uomo più potente di Hollywood però, non disdegna neanche modelli più recenti come possiamo notare in questa foto che lo ritrae con un Daytona (ai tempi) moderno.
A queste icone si aggiungono un Explorer II con quadrante bianco “polare”, un intramontabile Day-Date in oro giallo con bracciale president e quadrante champagne e un GMT Master II con ghiera in ceramica nera, ossia il primo modello della linea ad adottare la ghiera in ceramica.
I pezzi unici di Patek Philippe
Ma adesso arriviamo al punto focale della sua collezione: Patek Philippe.
Nessuna collezione di un certo livello sarebbe completa senza dei segnatempo della celebre maison e pare che Mr. Ovitz l’abbia capito piuttosto bene. Infatti non solo ha acquisito per la sua collezione importanti pezzi, ma è diventato un cliente talmente affezionato da commissionare alla casa ginevrina diverse dozzine di pezzi su misura, secondo le sue particolari preferenze.
A variare rispetto ai modelli in produzione “ordinaria” sono le configurazioni dei quadranti, in cui cambiano colori, vengono spesso inseriti numeri in stile Breguet e viene sostituita la dicitura “swiss”, presente normalmente a ore 6, con il monogramma MSO (dalle iniziali di Michael Steven Ovitz).
Quest’ultimo dettaglio in particolare rende immediatamente distinguibili i modelli da lui commissionati e ne fa dei pezzi unici particolarmente interessanti e desiderati dai collezionisti come testimoniano i successi delle vendite, più o meno private, che sono venute alla luce.
Tra queste menzioniamo il 5139G con uno straordinario quadrante blu e decorazione Clou de Paris a incorniciarlo. In vendita da Monaco Legend Group alla loro prossima asta.
Un 3940G con quadrante salmone venduto da Monaco Legend Group.
Un 3940R con quadrante marrone (invece di bianco) ed uno speciale 5050J con numeri Breguet e quadrante nero.
Un fantastico 5004J con quadrante nero, indicatori delle ore sferici in oro, numero romano ad ore 12 “XII” e per concludere il monogramma MSO ad ore 6.
A parte il quadrante, il resto dell’orologio rispetta gli standard della classica referenza 5004J.
Ed infine un 5059J con quadrante nero, numeri Breguet e lancetta retrograda della data rossa.
Conclusioni
Nel mondo dell’orologeria è ben nota l’esclusività e il prestigio di Patek Philippe e al giorno d’oggi ci si può ritenere fortunati a riuscire a venire anche solo in possesso dei modelli più limitati del marchio, possiamo quindi solo immaginare gli impegni (anche finanziari certo, ma non solo) che Michael Ovitz ha dovuto sostenere per riuscire a commissionare una tale quantità di pezzi unici.
Le configurazioni scelte sono state senza dubbio azzeccate e ciò ha portato altri committenti altrettanto importanti a richiederle. Questo naturalmente non è stato ben visto dal committente originale, che si è in qualche modo visto espropriare di alcune sue creazioni e si è ripromesso, nel caso dovesse ordinare ulteriori modelli configurati unicamente per lui, di chiedere le esclusive su quei design.
Certo Michael, capisco la delusione di vedere addosso ad altri quello che doveva essere pensato solo per te, ma devo dire che, nonostante tutto, non mi sembra ti sia andata proprio male!
Autore: Pietro Pilla