Il legame tra l’essere umano e gli astri è indissolubile, ciò che avviene nel cosmo non può essere indifferente e questo è noto sin dall’antichità.
Quest’oggi parleremo della complicazione delle fasi lunari negli orologi, una particolare funzione che in passato era di fondamentale importanza e che, nonostante oggi la tecnologia l’abbia resa obsoleta, risulta ancora una delle più affascianti di sempre.
Lo scopo e il funzionamento della complicazione fasi lunari
Questa rinomata complicazione ha lo scopo di mostrare la fase corrente della luna, quindi indicare se siamo in presenza di luna nuova, crescente, piena o calante, senza la necessità di guardare il cielo. Ora, una domanda sorge spontanea: perché è stata inventata questa complicazione?
Il mondo odierno è stato stravolto dalla tecnologia, la quale ha reso accessibile a tutti qualsiasi tipo di informazioni ma, fino a 40 anni fa, era molto difficile misurare in modo preciso e veloce, fenomeni e situazioni come, ad esempio, una gara automobilistica o il fuso orario, senza la presenza di un orologio.
Le fasi lunari nascono appunto, per fornire supporto nella lettura degli astri, in particolare delle fasi della luna che, ricordiamolo, compie una rivoluzione intorno alla terra ogni 29,5 giorni.
In realtà, il ciclo lunare è di 29 giorni, 12 ore, 44 minuti e 3 secondi, il ché genera un leggero scarto, il quale porta ad un errore di un giorno ogni 2 anni e 7 mesi, un valore veramente esiguo considerando la complessità del calcolo.
L’impiego della funzione indicante le fasi lunari sugli orologi, ha quindi richiesto diversi secoli per perfezionarsi, con uno sforzo significativo da parte dei maestri orologiai che da sempre si sono dedicati al suo sviluppo.
Parlando invece del funzionamento, è necessario fare una distinzione iniziale riguardo il tipo di movimento in quanto, gli orologi al quarzo, presentano, al loro interno, come sappiamo, un circuito stampato e programmato. Mentre, in un orologio meccanico, sono presenti ingranaggi e ruote che rendono questa funzione più complicata e tecnica.
Al di sotto del quadrante di un orologio automatico o al quarzo scorre un disco contenente due lune identiche, che effettua un giro completo ogni 29,5 giorni proprio come l’orbita della luna intorno alla terra. Vengono utilizzate due lune perché dopo questo periodo di tempo, la seconda apparirà sull’apertura del quadrante da sinistra, mentre l’altra si “nasconderà” sulla destra. Questo disco presenta 59 denti (29,5×2) e avanza di una tacca ogni 24 ore, mostrando così piano piano le fasi lunari dietro due o tre “gobbe” che rappresentano la terra.
Le fasi lunari nell’antichità
Fin dall’antichità, l’uomo ha sempre cercato di comprendere il sistema solare, in modo da misurare lo scorrere del tempo e adattare la vita quotidiana di conseguenza. La lettura degli astri era fondamentale poiché permetteva di orientarsi nello spazio, di spiegare fenomeni naturali che avvengono sul nostro pianeta e di assistere attività come la navigazione, la pesca e l’agricoltura.
Nel 1999 venne scoperto il cerchio di Goseck, un sito archeologico situato in Germania e databile al 4800 a.C., il quale sarebbe servito per scopi astronomici e agricoli. Esso è composto da tre aperture, il cui asse coincide con l’alba, il tramonto del sole al solstizio di inverno e d’estate e ci permette di capire l’importanza nel conoscere la posizione esatta del sorgere e del calar del sole.
La raffigurazione più vicina a quella che notiamo sui moderni orologi, è il disco di Nabra, ossia, un disco di bronzo di 30 cm di diametro nel quale è stato rappresentato il sole, trentadue stelle e una mezzaluna. Questa è la rappresentazione della volta celeste più antica mai trovata e risale al 1600 a.C.
Gli sviluppi nel corso dei secoli
Col passare dei secoli l’uomo ha cercato di migliorare costantemente il calcolo delle fasi lunari, e lo sviluppo sociale e scientifico hanno contribuito a questo fenomeno.
Prima dell’avvento degli orologi, erano le cattedrali con i loro campanili a scandire il tempo e la vita quotidiana, per cui risultava fondamentale implementare questa complicazione in tali strutture, proprio come è avvenuto con l’orologio astronomico di Salisbury del 1386 o, per citarne uno conosciuti a molti, l’orologio astronomico di Praga situato in Piazza della Vecchia Città, risalente al 1410.
Come sappiamo il medioevo e i secoli successivi come sono stati ricchi di scoperte scientifiche, le quali hanno permesso l’ulteriore miglioramento e perfezionamento delle fasi lunari, grazie a figure come Galileo Galilei e Copernico, il cui pensiero ha rivoluzionato la concezione precedente riguardo l’orientamento terrestre.
Questi sviluppi scientifici hanno portato alla fine del XVI secolo alla realizzazione dei primi orologi da tasca, i quali andarono presto a sostituire la lettura del tempo dai vecchi campanili.
Alcuni deli orologi più celebri con fasi lunari
Uno dei primi orologi da polso a misurare le fasi lunari fu il Patek Philippe 97975 del 1925, il quale ha segnato il passaggio delle fasi lunari dagli orologi da tasca a quelli da polso. Questo segnatempo è stato il primo calendario perpetuo della storia, integrando quindi le fasi lunari all’indicazione del giorno della settimana, del mese e dell’anno.
Con il passare degli anni la quasi totalità delle maison hanno seguito le orme di Patek Philippe, come Jaeger LeCoultre con il suo Master Ultra Thin Moonphase, Rolex con il Cellini Moonphase o A. Lange & Söhne con il Lange 1 Moon Phase.
L’arte e la maestria degli artigiani orologiai negli anni è cresciuta enormemente, e quello che inizialmente era il conteggio delle fasi della luna è stato esasperato come, ad esempio, è accaduto con il Vacheron Constantin Les Cabinotiers Celestia Astronomical Grand Complication 3600, un orologio che si avvicina maggiormente ad un’opera d’arte.
Questo magnifico segnatempo presenta 23 complicazioni, quasi tutte finalizzate al calcolo dei fenomeni celesti. Ad esempio, è in grado di calcolare il livello delle maree attraverso una mini riproduzione del sole, della terra e della luna stampati in 3D, che si muovono costantemente. Sono mostrati anche gli orari dell’alba e del tramonto, indicati da sottili lancette che si muovono su due scale graduate, nonché la durata del giorno e della notte che appare su uno speciale indicatore a ore 6.
E non è finita qui, perché anche segni zodiacali, stagioni, solstizi ed equinozi sono presenti all’interno del quadrate, mentre sul fondello è stata realizzata la costellazione vista dall’emisfero settentrionale, integrando anche la via lattea. Un vero capolavoro di ingegneria e tecnica.
Come anticipato all’inizio di questo articolo, per quanto possa ritenersi una complicazione ormai superflua, ritengo che le fasi lunari rappresenteranno per sempre una delle funzioni più affascinanti di sempre e di cui i collezionisti saranno sempre alla ricerca.
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