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La storia dell’Omega Speedmaster di Richard M. Nixon

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24 Gennaio 2022
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Abbiamo tutti sognato di diventare astronauti da bambini, ed il solo pensiero di possedere uno di questi iconici oggetti, tiene vivo in me il sogno di diventare prima o poi uno di loro…

Quali e quanti sono gli Omega Speedmaster commemorativi?

Quale è stato il più importante?

Avete mai sentito parlare del celebre modello regalato al presidente degli Stati Uniti Richard Nixon?

E se si, sapete in quale occasione?

Ben ritrovati amici di IWS, come avrete intuito l’argomento è bello tosto e stimolante, d’altronde non potrebbe essere altrimenti al cospetto di uno dei topic che ha contribuito a cambiare la storia dell’umanità, elevando la capacità dell’uomo di affrontare e superare i propri limiti portandolo a conquistare orizzonti inimmaginabili. 

E quale modo migliore di celebrare questo evento se non con la realizzazione di pezzi esclusivi creati appositamente dalla maison di Bienne per acclamare, attraverso l’unico orologio mai qualificato dalla NASA al volo spaziale, il successo delle missioni Apollo?

Si parte ragazzi, oggi ci divertiremo insieme andando a scoprire il primo e più importante Omega Speedmaster celebrativo della storia, la prestigiosa referenza BA145.022.

Omega Speedmaster edizione commemorativa per gli allunaggi. ref. BA145.022
Omega ref. BA145.022. Credits: Hodinkee

Un tributo agli eroi

Nell’immaginario comune abbiamo sempre associato gli eroi a maschere, mantelli, superpoteri e cattivi da sconfiggere. Tutti collegamenti validi per gli astronauti delle missioni Apollo, accomunando tuta e casco spaziale a maschera e mantello, associando i superpoteri alle abilità attraverso le quali affrontano l’ignoto, e assimilando i cattivi, vista la guerra fredda in pieno corso, ai sovietici, unici rivali nella corsa allo spazio. 

L’impresa del 69 fu dunque epica ed il suo successo fu celebrato con fervore in tutti i paesi del mondo che incoronarono gli astronauti come veri e propri eroi dell’epoca, fonti di ispirazione verso la perfezione. Una delle tante occasioni per glorificare questi uomini straordinari si concretizzò il 25 novembre di quell’anno magico per i colori americani. La location, manco a dirlo, fu Houston Texas, casa della National Aeronautics and Space Administration, meglio nota come NASA

L’evento, per la gioia di molti, fu un ricevimento di gala dal nome alquanto evocativo “Astronaut Appreciation Dinner” orchestrato per celebrare non solo gli eroi dello sbarco lunare ma dell’intero programma spaziale americano che contribuirono all’impresa negli anni.

Menu della cena organizzata da Omega in onore delle missioni Apollo
Omega Dinner Menu. Credits: Barneby’s

L’evento di gala, di per sé già un successo vista la fama che accompagna gli astronauti in questi anni, fu ulteriormente impreziosito dall’omaggio che la maison svizzera fece ai protagonisti dell’evento, il primissimo Speedmaster celebrativo dello sbarco lunare, la referenza interamenterealizzatain oro 18 Kt BA145.022.

Una serie limitata a 1014 esemplari

Passando ai numeri ragazzi, la tiratura di questo splendido esemplare di Speedy fu di 1014 pezzi. Il numero 1 ed il numero 2 furono destinati al presidente Richard Nixon ed al vicepresidente Spiro Agnew, i quali, sfortunatamente per loro, a causa delle severe leggi alle quali devono attenersi le alte cariche pubbliche americane in termini di omaggi, dovettero declinare. 

Non preoccupatevi, i pezzi non andarono perduti o chiusi in uno scrigno e nascosti nelle segrete della casa bianca assieme al tesoro dei templari ricercato dal buon Nicolas Cage nell’omonimo film, tantomeno aggiunti alle riserve auree statunitensi stipate a Fort Knox. I due esemplari furono infatti trasferiti al museo Omega di Bienne all’interno del quale si trovano tuttora in esposizione per la gioia dei visitatori di tutto il mondo. 

Entrata con reception del museo Omega di Bienna
Entrata del Museo Omega a Bienna

Facendo una rapida panoramica sulla destinazione dei restanti pezzi prodotti constatiamo che i numeri dal 3 al 28 furono distribuiti ai veri protagonisti delle imprese Apollo, gli astronauti, ivi compreso i deceduti della tragica missione Apollo 1

Stessa destinazione per i pezzi dal numero 1001 al 1008, assegnati tra il 1972 e il 1973 agli astronauti delle missioni Apollo14, 15, 16 e 17. I pezzi dal 29 al 32, sebbene non riportassero la numerazione incisa, furono assegnati direttamente a dirigenti e addetti ai lavori di casa Omega, mentre gran parte della produzione, dal numero 33 al numero 1000, fu destinata al mercato internazionale. I pezzi dal 1009 al 1014 infine furono assegnati a personale NASA e ad altri addetti ai lavori dell’industria spaziale americana.

Il presidente della Luna

Nonostante la corsa alla Luna fu lanciata e sviluppata dai predecessori Kennedy e Johnson, il repubblicano Richard Nixon, 37° presidente della storia Americana, fu colui che non solo raccolse i frutti, ma mantenne salda la rotta sulla strada dell’esplorazione spaziale. 

In carica dal Gennaio del 1969 fino all’Agosto del 1974, ebbe il privilegio di godersi come primo, e maggiormente interessato spettatore, tutti gli allunaggi, dall’Apollo 11 all’Apollo 17, tanto da guadagnarsi sul campo il titolo ad honoris causa di “President of the Moon” e con esso il diritto a essere omaggiato del prezioso Speedmaster celebrativo n°1 realizzato in occasione della “Astronaut Appreciation Dinner”.

Richard Nixon e altre due persone mentre scendono da un aereo

Le caratteristiche principali che esaltano l’unicità di questo pezzo straordinario risiedono senza alcun dubbio nella personalizzazione del fondello. In prossimità del bordo e per tutto il perimetro circolare infatti, risulta possibile ammirare non solo il numero di produzione, in questo caso specifico il numero 1, ma anche il nome del ricevente Richard M. Nixon e la carica ricoperta all’interno della missione “President of the United States”. 

Il centro del fondello, e qui la connotazione comune a tutta la produzione destinata al parterre VIP, è decorato dalla celebre frase “to mark man’s conquest of space with time, through time, on time” letteralmente “Segnare la conquista dello spazio da parte dell’uomo con il tempo, attraverso il tempo, e nel tempo”.

In realtà… abbiamo avuto questo esatto orologio tra le nostre mani un paio di anni fa durante la presentazione del 50° anniversario!

Incisione sul fondello dell'Omega Speedmaster di Richard Nixon

Trovare le differenze

Sebbene i materiali utilizzati, il movimento, il bracciale, la carrure, e la lunetta fossero identici, le principali differenze riscontrabili tra il Moonwatch del Presidente, i pezzi assegnati agli astronauti e le numerazioni destinate al mercato, risiedono esclusivamente nella fattura del fondello. 

Descritte in precedenza le particolarità che contraddistinguono il segnatempo di Nixon, andiamo a scoprire insieme gli elementi distintivi che caratterizzano le altre produzioni. Per cominciare occorre fare un distinguo tra i numeri destinati agli astronauti e quelli invece destinati al mercato.

I primi presentano tutti gli elementi ritrovabili nel fondello del presidente USA: nominativo dell’astronauta, incarico svolto, missione specifica Apollo alla quale aveva preso parte, numero di produzione e frase evocativa al centro.

Fondello dell'omega speedmaster omaggiato ad uno dei partecipanti alle missioni apollo
Credits: FratelloWatches

La produzione destinata al commercio invece era decorata dalla più generica incisione centrale “The first Watch Worn On The Moon” ritrovabile in quasi tutte le referenze Speedmaster prodotte, accompagnata dalla scritta circolare a tutto bordo “Omega Speedmaster Apollo XI 1969”. 

Per completezza di informazione, i primissimi modelli destinati al mercato, riportano le diciture menzionate solamente incise, mentre all’interno dei modelli successivi l’incisione assume una funzione più decorativa diventando colorata e riprendendo il tono bordeaux della lunetta tachimetrica.

Incisione sul fondello per i modelli offerti al pubblico dell'Omega Speedmaster commemorativo delle missioni Apollo
Credits: Iconeek

Le caratteristiche tecniche

Dopo aver rivissuto la storia di questa splendida referenza, esaminato le differenze che rendono uniche le varie produzioni, e fatta conoscenza del presidente della luna Richard Nixon, è arrivato il momento di scoprire insieme le caratteristiche tecniche principali che contraddistinguono questo iconico oggetto.

Il calibro 861

Tanto per cominciare, a raccogliere la pesante eredità lasciata dal calibro 321, capostipite dei calibri montati su Speedmaster, troviamo il celebre 861. Introdotto con la referenza 145.022, l’iconico automatico a carica manuale rimane in servizio, seppur con qualche piccola modifica nel corso della sua storia, dal 1968 fino al 1997. 

I suoi 27 mm di diametro e 6,87 di spessore fanno da chioccia alle tre classiche funzioni cronometriche, ore, minuti e secondi, smistate da navette ad innesto laterale e non a colonna come per il calibro 321. Il bilanciere liscio, non più con viti di regolazione come per il suo predecessore, oscilla a 21.600 alternanze/ora mentre la riserva di carica si aggira intorno alle 50 ore effettive.

Poster Omega del calibro 861

La cassa

La cassa dell’iconica referenza BA145.022 presenta tutti i classici elementi distintivi che conosciamo ed apprezziamo dello Speedmaster. I 42 mm di diametro in oro giallo 18 Kt contraddistinti da carrure asimmetrica ed anse ricurve, mettono in risalto tutta la bellezza del quadrante in oro massiccio spazzolato. 

Gli indici sfaccettati sono realizzati in onice nero, laccatura ripresa anche per le sfere principali di ore e minuti realizzate in oro, così come quelle dei tre piccoli quadranti del cronografo.

Ad ore 12 campeggiano sia il simbolo Ω del casato sia la scritta Omega Speedmaster Professional. A certificazione dell’oro massiccio utilizzato per la realizzazione del quadrante troviamo la dicitura OM, “Or Massif“ ad ore sei accompagnata dalla scritta Swiss Made.

L’anello della lunetta, riportante la classica scala tachimetrica, è realizzato in alluminio anodizzato con gradazione di grigio metallizzato su un meraviglioso sfondo bordeaux. Il vetro bombato non può che essere in esalite. 

omega Speedmaster BA145.022
Credits: Maurizio De Angelis

Il bracciale

Tutti i numeri di produzione, dalla 1 alla 1014, vennero equipaggiati dall’elegantissimo bracciale in oro a maglie miste, interne cave ed esterne in oro massiccio, con referenza 1116 e 575 per i terminali. La particolarità che lo rende così raffinato, trovo risieda tutta nella silhouette che lo caratterizza, passando dai 20 mm tra le anse fino ad arrivare ai 14 in prossimità della chiusura scanalata dove spicca il logo della maison di Bienne.

Bracciale e chiusura dell'Omega Speedmaster BA145.022

Conclusioni

Cosa aggiungere ragazzi? Dopo esserci immersi nella storia che avvolge la più importante e prestigiosa referenza celebrativa di questo splendido segnatempo e scoperte le sue peculiarità tecniche, mi prendo una piccola licenza di penna allo scopo di arrivare meglio al significato che questa referenza porta con sé. 

Prendendola larga, che sia il modello classico o qualche referenza commemorativa, siamo tutti d’accordo nell’affermare che non basterebbe un libro per decantare fascino, caratteristiche, storie ed aneddoti che accompagnano l’iconico orologio lunare. 

Dalla sua nascita nel 1957 come cronografo sportivo da corsa infatti, fino alle primissime missioni Mercury dei primi anni 60, dai severi test di resistenza appositamente studiati dall’Ingegnere della NASA James Regan e brillantemente superati, fino alla definitiva consacrazione come orologio lunare, lo Speedmaster rappresenta per noi addicted una delle colonne portanti dell’orologeria mondiale. 

Spingendomi oltre però, la cosa che mi fa perdutamente innamorare del Moonwatch, è la connotazione quasi “umana” che lo contraddistingue, rendendolo ai miei occhi un fedele, infallibile e dunque imprescindibile compagno nella splendida avventura della vita, che sia una missione spaziale oppure la routine di tutti giorni.

A conferma di ciò, gli Ingegneri della NASA infatti, lo certificarono non solamente come segnatempo spaziale, ma si spinsero oltre, presentandolo agli astronauti come strumento sul quale fare affidamento certo, sia in caso di eventuali default della strumentazione digitale di bordo, sia per cronometrare con precisione i vari tempi di manovra in orbita.  

Ed è proprio per queste motivazioni cari amici di IWS, oltre alle giustissime sebbene fredde regole del business, che mi piace pensare che in casa Omega abbiano deciso di vestire a festa questo immenso protagonista dell’impresa spaziale celebrandolo con questa leggendaria referenza.

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