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I primi Patek Philippe Ore del Mondo

DATA
22 Luglio 2020
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Poche complicazioni sono legate in maniera così indissolubile ad un marchio come le Ore del Mondo a Patek Philippe, che ne ha fatto il suo cavallo di battaglia e, ancora oggi, continua a riproporne versioni sempre più audaci.

Nonostante Patek Philippe abbia implementato per prima tale complicazione su un segnatempo da polso, la nascita delle Ore del Mondo non avviene propriamente negli atelier del brand, ma per mano di un orologiaio indipendente.
Il suo nome è Louis Cottier, ma andiamo con ordine.


La storia delle Ore del Mondo

Fino alla metà del 1800 ben pochi studiosi si erano cimentati nella standardizzazione dei fusi orari internazionali.
Tale mancanza causava non pochi grattacapi ai viaggiatori, i quali spesso si trovavano a perdere coincidenze ferroviarie ed a confrontarsi con questioni di cui oggi non siamo nemmeno a conoscenza.
La svolta si ebbe nel 1879, grazie a Sir Fleming, il quale proprio in seguito alla perdita di una coincidenza decise che fosse giunto il momento di istituire un fuso orario universalmente accettato.

Se vuoi conoscere meglio la storia di questa magnifica complicazione, abbiamo un articolo dedicato.

Dall’introduzione dell’ora globale all’implementazione di essa su un segnatempo il passo è stato breve…ma non privo di complicazioni.

Tra i tanti orologiai che tentarono quest’ardua impresa, troviamo Emmanuel Cottier, il quale brevettò un sistema di Ore del Mondo, che si rivelerà ben presto fallace.
Ma per la famiglia Cottier non tutto è andato perduto, in quanto sarà proprio il figlio di Emmanuel, Louis ad introdurre nel 1931 un sistema definitivo ed adottato all’unisono.


Louis Cottier

Louis Cottier nasce nel 1885 e, seguendo le orme del padre, dimostra da subito una spiccata attitudine per l’orologeria e la micromeccanica, attitudine ben presto riconosciuta e premiata. A dimostrazione di ciò, Cottier viene immediatamente assunto dalla Jaeger, una delle marche più prestigiose del tempo.

Accanto al suo impiego in Jaeger, Louis Cottier disponeva di un atelier, nel quale poteva dare libero sfogo alla sua fervida fantasia di inventore, coadiuvata da una capacità tecnica altrettanto strabiliante.
Proprio fra le mura del suo laboratorio prende vita il progetto delle Ore del Mondo (o Heures Universelles), che nel 1931 trova la sua definitiva consacrazione.

L’istantaneo successo che l’invenzione di Cottier riscosse si deve tanto alla sua tempestività nel soddisfare l’esigenza, quanto nella praticità della soluzione adottata.

Louis Cottier

Nonostante il brevetto abbia subito delle costanti evoluzioni nel corso degli anni, le prime applicazioni pratiche prevedevano la presenza di un:

  • Quadrante interno fisso con le sfere.
  • Cerchio interno, recante le 12 ore.
  • Anello esterno recante dalle 24 alle 31 città, che identificano i relativi fuso orari.

Le sfere venivano aggiustate in modo da indicare l’orario di una delle 24 città presenti sull’anello esterno. Successivamente l’anello esterno veniva ruotato, attraverso il movimento delle sfere, fino a posizionare la città scelta ad ore 12.
A questo punto il movimento delle sfere permette al disco interno delle ore di ruotare in senso orario e mostrare in ogni momento tutti e 24 i fusi.

Disegno originale di Louis Cottier per il brevetto delle Ore del Mondo.

Prototipi e modelli speciali

Come già anticipato, Patek Philippe fu la prima maison ad introdurre un orologio Ore del Mondo da polso.
Tuttavia le prime referenze si configurano come dei prototipi, realizzati in pochissimi pezzi, i quali non entrarono mai entrati stabilmente in catalogo.

Patek Philippe 96HU

La prima volta in cui Patek Philippe implementò le Ore del Mondo non potè che farlo su una cassa ampiamente collaudata. La stessa della referenza 96, che pochi anni prima aveva inaugurato il mito del Calatrava. Il merito per la realizzazione di questo design da 31mm, tanto pulito e ricercato si deve ad Antoine Gerlach, uno dei mastri cassai più apprezzati di tutto il panorama ginevrino.

I calibri 12” utilizzati negli unici 2 esemplari di 96HU mai realizzati risalgono al 1913. Tuttavia essi vennero incassati solo nel 1937, non dopo essere passati dall’atelier Cottier per l’aggiunta del modulo delle Ore del Mondo.
All’interno dei fondelli, oltre al punzone del cassaio ed il seriale di cassa, troviamo un punzone recante un gufo, segno di esportazione verso la Francia.

Uno dei due 96HU, proveniente dalla collezione personale di Jean-Claude Biver, è stato battuto a fine giugno da Phillips, totalizzando 387.500 CHF (364.507 euro).

Il quadrante non riporta la firma Patek Philippe

Patek Philippe 515HU

La referenza 515HU, anch’essa risalente al 1937, rappresenta un unicum nell’ambito delle Ore del Mondo.

Una cassa “carré galbè” dal design unico, che rende questo segnatempo il coronamento di ogni collezione.
Data la forma della cassa, risulta impossibile cambiare la città di riferimento, confermando come questo segnatempo fosse più un virtuosismo che non un prodotto da commercializzare.

Ad oggi solo un 515HU ha calcato il mercato. Precisamente nel 1994, quando Antiquorum ne vendette un esemplare con cassa in oro rosa, realizzato su specifica richiesta di un cliente americano.


Patek Philippe 542HU

Nel 1937 nasce un’ulteriore referenza, la cui cassa già racchiude quello che sarà il design del primo Ore del Mondo ad essere prodotto in serie, ovvero il 1415HU.

Il 542HU sfoggia una cassa di 28mm, il che lo rende l’Ore del Mondo più piccolo mai realizzato. Tali dimensioni che oggi definiremmo irrisorie, non lo privano di certo di personalità…anzi lo rendono ancora più affascinante se pensiamo alla difficoltà che Louis Cottier deve aver incontrato nell’installare le Ore del Mondo in un calibro da appena 10”.

La referenza 542HU conobbe solo 2 esemplari, entrambi in oro giallo, e presenta una differenza sostanziale rispetto alle due referenze sopra descritte. Le 31 città, infatti, per la prima volta si presentano sulla ghiera e non sul quadrante, come accadeva in precedenza. Tale cambiamento risulta estremamente prezioso in termini di praticità di utilizzo, in quanto l’utente poteva limitarsi a ruotare la ghiera per impostare il fuso orario di riferimento.

Prerogativa della 542HU sono le anse spesse e dritte

Patek Philippe 1415HU

Nel 1939 prende avvio la produzione del 1415HU, il primo Ore del Mondo ad entrare stabilmente in catalogo.
Nonostante l’esatto numero di 1415HU realizzati non sia chiaro, si ipotizza che la produzione si attesti su un totale di 115 esemplari, tutti equipaggiati con il nuovo calibro 12-120HU.

Tale movimento consiste nell’aggiornamento di un calibro base, che Patek Philippe usava per i suoi orologi solo tempo, successivamente modificato da Louis Cottier in persona. La cassa del 1415HU possiede un diametro di 31mm e per la sua manifattura Patek Philippe si affidò all’illustre cassaio Wenger.

Le casse del 1415HU vennero realizzate principalmente in oro giallo ed oro rosa, con un solo esemplare conosciuto in platino(foto sopra a destra), venduto da Antiquorum nel 2002 ad un prezzo record di 6 milioni di franchi.
Il 1415HU conobbe due batch di produzione, dapprima i quadranti erano silver o dorati con 28 città sulla ghiera.
Successivamente nascono i primi quadranti cloisonné enamel, dove si raffigurano le mappe dei vari continenti, rendendo questi segnatempo delle vere e proprie opere d’arte.

L’arte dei quadranti cloisonné enamel

Tali quadranti forniti da Stern Freres (i cui proprietari erano gli stessi che oggi possiedono Patek Philippe), potevano essere realizzati solo da pochissimi artigiani in grado di seguire tutte le fasi.

In un primo momento veniva utilizzata la filigrana per tracciare i contorni delle mappe, successivamente veniva steso il colore dei continenti e si passava alla prima cottura in forno. Dopo la prima cottura, delicatissimo processo in cui le probabilità di crepatura erano altissime, si stendeva il blu dell’oceano, il quale a sua volta subiva un passaggio in forno.
Le mappe non raffigurano mai l’intero emisfero, infatti nei 1415HU solitamente troviamo l’emisfero orientale, ma vi sono anche 2 esemplari recanti l’Eurasia.


Patek Philippe 1415-1

Accanto al 1415HU esiste un magnifico pezzo unico ref.1415-1, eseguito su specifica richiesta per il dottor P. Schmidt nel 1940. Nonostante la cassa rimanga invariata, la ref. 1415-1 possiede un cronografo, scala pulsometrica, nonché indici e sfere luminose.

Un segnatempo dal fascino ineguagliabile che racconta molto circa la vita del suo proprietario: un medico, il quale spesso si trovava a viaggiare e necessitava dunque di un orologio che lo coadiuvasse sia nello svolgimento della sua professione, sia lo aiutasse a tenere traccia dei diversi fusi orari.


Patek Philippe 1416HU

Nel 1939 vede la luce un’altra referenza molto ricercata, ovvero la 1416HU.
Di aspetto molto simile alla 1415HU, l’unica differenza evidente risiede nelle anse che in questo caso si presentano dritte.
Tale referenza conta solo solo 3 esemplari e presenta layout e calibro uguali alla 1415HU.

Credits: Antiquorum

Patek Philippe 2523HU

Introdotta nel 1953, la referenza 2523 con l’inedito movimento 12-400HU segna uno spartiacque nell’ambito delle Ore del Mondo, in quanto Louis Cottier brevetta la corona ausiliaria che permette di ruotare il disco delle 41 città nel quadrante.
All’interno della referenza 2523 possiamo individuare due ulteriori modelli quasi identici: il 2523HU con anse più larghe e spesse ed il 2523-1 dotato di anse più fini.
Il 2523HU inaugura una cassa più robusta e moderna da 35.5mm, realizzata dal celebre cassaio Gerlach.

Un’infinità di quadranti

Come per la ref.1415HU, anche la 2523HU dispone di un’incredibile varietà di quadranti, tutti accomunati da un’eccellente resa estetica.

I più ricercati dai collezionisti risultano sicuramente gli enamel e i guilloché.
Per quanto concerne i quadranti enamel la loro lavorazione segue quanto detto sopra, anche se la varietà di continenti è sicuramente maggiore rispetto ai 1415HU. Infatti, molti dei quadranti cloisonné enamel per 2523HU raffigurano il continente nordamericano, uno solamente il Sud America e due l’Eurasia.

La seconda tipologia di quadrante riguarda quella realizzata con la tecnica del guillochè, rinvenibile in diversi colori, principalmente oro e silver.

In realtà esisterebbe anche un terzo quadrante…certamente il più affascinante di tutti, ovvero realizzato in enemal blu. Fra i 4 esemplari noti, Christies ha recentemente venduto il più prestigioso di tutti, con firma Gobbi sul quadrante, una caratteristica unica che ha fatto lievitare il prezzo a 7.990.000 euro(ultima foto in basso).

Come per gli altri segnatempo Ore del Mondo, anche il 2523HU ha conosciuto una tiratura estremamente limitata. Tanto limitata che ad oggi gli esemplari conosciuti sono solamente 23, di cui la maggior parte in  oro giallo, alcuni in oro rosa ed un solo esemplare in oro bianco(che riposa presso il museo Patek Philippe).


Patek Philippe 2523-1

Come accennato prima, accanto alla referenza 2523HU troviamo la meno nota ref. 2523-1. Oltre alle differenze sopra esposte, essa possiede anche una cassa di diametro leggermente maggiore, da 36mm.

La ref.2523-1 nacque 4 anni più tardi, nel 1957 e non presenta alcun quadrante enamel, ma solo quadranti lisci o guilloché.
Anch’essa incassa il calibro 12-400HU, brevettato da Louis Cottier all’inizio degli anni ’50 e sfoggia 41 città sul quadrante.
Si dice che né la ref. 2523HU né tantomeno la 2523-1 riscossero molto successo all’epoca, supposizione confermata dai soli 10 esemplari prodotti per quest’ultima referenza.


Non solo polso

Accanto alle referenze da polso, Patek Philippe proponeva anche un segnatempo Ore del Mondo da tasca.
Nel 1937 Louis Cottier realizza circa 100 calibri di grandi dimensioni(17-170HU), quasi tutti confluiti nella referenza 605HU.
Nonostante il 605HU non possa essere indossato, il suo diametro di 44mm ci permette di ammirare al meglio i colori della mappa sul quadrante, nonché i dettagli del movimento progettato e realizzato da Cottier.

Anche all’interno del 605HU possiamo riscontrare due quadranti diversi.
In un primo momento Patek Philippe era solita equipaggiarlo con quadranti silver, champagne o rosa.
Tale scelta si rivelò ben presto carente, in quanto non apprezzato dalla clientela in un momento, peraltro, in cui l’orologio da tasca stava iniziando la sua inesorabile discesa.
Proprio per questo motivo, Patek Philippe sostituì i quadranti lisci con i prestigiosi cloisonné enamel, i quali impreziosivano notevolmente il segnatempo.

La stragrande maggioranza delle casse per 605HU venne realizzata in oro giallo, con solamente 7 esemplari conosciuti in oro rosa.
Il merito della scoperta del settimo esemplare va a Phillips, la quale ne ha recentemente battuto uno “fresh to market” con configurazione di quadrante unica. Il mercato ha subito realizzato l’importanza di tale ritrovamento, portandolo a realizzare un prezzo di 1.160.000 CHF(1.091.000 euro).

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