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Polaris: il re dei diver

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09 Agosto 2020
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Uno dei segnatempo Jaeger-LeCoultre più importanti, complicati ed ingegnosi, il Polaris rappresenta un’icona assoluta nel mondo dei diver.

Attorno al 1950 si intensifica la corsa alla scoperta degli oceani, nonché le attività subacque, sia a scopo ludico che militare.
Le attrezzature di nuova generazione permettono di raggiungere profondità prima giudicate impensabili, di conseguenza sorge la necessità di poter disporre di orologi altrettanto validi.

Fin dai primi anni ’50 innumerevoli brand si cimentarono nella realizzazione di diver, ovvero orologi professionali da destinare alle professioni subacque.
In questo periodo nascono tanti dei diver più iconici di sempre, fra gli altri ricordiamo il Fifty Fathoms di Blancpain nel 1953 ed il Submariner di Rolex nel 1954.

Il primo diver firmato Jaeger-Le Coultre

Jaeger-LeCoultre attende fino al 1959 per lanciare il suo primo diver, il quale non si configura come un semplice solotempo impermeabile ma aggiunge, per la prima volta, un memovox con suoneria funzionante sott’acqua.
Il nuovo modello, realizzato in 1.061 esemplari prende il nome di Deep Sea Alarm referenza E857.
Esso conoscerà due versioni, una per il mercato americano con scritta “Deep Sea Alarm”, mentre l’altra per il mercato europeo senza scritta.

Credits: Phillips

Il Polaris

Nel 1963 vede la luce il Polaris, un orologio per “l’uomo d’azione”, come riporta la pubblicità Jaeger-LeCoultre dell’epoca.
Il modello conobbe una produzione di 1714 esemplari (più 50 prototipi di cui parleremo dopo) dal 1965 al 1970, numero oggi irrisorio ma che all’epoca significava un enorme successo, soprattutto per un orologio di nicchia.
Il motivo di un successo tanto elevato si deve al fatto che il Polaris riuniva tutti gli elementi apprezzati dai sub, i quali consentivano loro di svolgere le mansioni in totale sicurezza.

Cassa:

Sicuramente la prima imbeccata vincente di Jaeger-LeCoultre fu la costruzione di una cassa da 42mm, diametro decisamente oversized per l’epoca, cosi da regalare più spazio al quadrante migliorando la leggibilità.
Le casse del Polaris vennero commissionate a Piquerez, azienda esperta nella creazione di casse per diver, grazie al brevetto “Piquerez Compressor System”.
Inoltre le casse in acciaio del Polaris risultano tecnicamente molto valide, sia per quanto concerne la robustezza, sia l’impermeabilità garantita fino a 200m, confermata dalla presenza del logo del palombaro nel fondello interno.

Occorre approfondire quello che è uno dei tratti distintivi del Polaris, ovvero le tre corone.
Esse presentano la classica lavorazione a “quadrille”, comune ad altri celeberrimi diver dello stesso periodo come quello di Longines o l’812AD Aquatimer di IWC.

  • La prima carica la sveglia ed una volta estratta può impostarla o disattivarla.
  • La corona in mezzo serve a ruotare il disco della sveglia.
  • L’ultima ad ore 4 carica l’orologio ed una volta estratta regola il tempo e la data.

Quadrante:

I quadranti del Polaris subiscono diverse variazioni a seconda della serie che si esamina, tuttavia alcuni tratti rimangono intatti per tutta la vita del modello.
Grazie ad una cassa di grandi dimensioni e ad un largo uso di materiale luminoso, il Polaris non manca certo di leggibilità, anzi proprio questa fu una delle caratteristiche che gli garantirono un apprezzamento su larga scala.
Il quadrante poteva riportare la scritta Jaeger-LeCoultre o LeCoultre, a seconda che l’esemplare fosse destinato al mercato europeo o americano.

La presenza della data ad ore tre, che oggi a volte ci pare disturbare l’armonia del quadrante, all’epoca costituiva una prerogativa fondamentale.
Infatti, in assenza di smartphone, conoscere la data in maniera rapida poteva risultare di estrema utilità, soprattutto in ambito professionale.
Inoltre il quadrante poteva riportare la dicitura “t swiss t” oppure “t swiss made t”.

Movimento:

Lo Jaeger-LeCoultre Polaris è animato dal calibro di manifattura K825, movimento automatico resistente ed affidabile.
Esso veniva già impiegato per il modello Memovox e risulta tecnicamente interessante, in quanto rientra nella categoria dei bumper.
Tali movimenti possiedono un rotore che non oscilla a 360 gradi, con all’estremità due molle che accumulano energia quando il rotore vi si appoggia.


Il primo Polaris prototipo.

Nel 1963 Jaeger-LeCoultre costruì 50 prototipi di Polaris, i quali non saranno mai commercializzati e non rientrano nel conteggio dei 1.714 esemplari.
Questo modello pre-serie introduce la robusta cassa Supercompressor da 42mm, mantenuta durante tutta la produzione.
Tali prototipi presentano delle caratteristiche uniche che non ritroveremo nella produzione “standard” del Polaris, a partire dal 1965.

  • Quadrante senza materiale luminescente sugli indici
  • Sfere dauphine
  • Fondello liscio, senza le 16 tacche.
  • Assenza della scritta Memovox/Memodate

La versione del 1965

Il primo Polaris ad entrare ufficialmente in catalogo nasce nel 1965 e condivide molti tratti comuni con il prototipo del 1963.
Il quadrante, infatti, ripropone gli indici baton senza materiale luminoso ed, almeno inizialmente, anche le sfere dauphine.
Tutto il resto, ovvero cassa, corone e movimento non solo risulta identico al prototipo ma verrà riproposto anche nella versione definitiva del 1968.
Tuttavia il Polaris 1965 sfoggia per la prima volta la scritta Memovox, nonchè una peculiarià unica di questo modello, ovvero la scritta “automatic alarm calendar”, in luogo del semplice “automatic”
Il Polaris del 1965 venne costruito in appena 500 esemplari ed oggi ci si riferisce a questa iterazione come “prima serie”.

La versione del 1968

Nel 1967 vede la luce la versione definitiva del Polaris, la quale se non per piccoli cambiamenti, resterà immutata fino a al 1970, anno in cui la produzione cessa.
Il Polaris definitivo fa della leggibilità il suo cavallo di battaglia con i suoi ampi indici a trapezio ricoperti di trizio e le sfere a siringa.
Come già detto, il fondello interno reca l’iconico palombaro, mentre all’esterno presenta una peculiarità del tutto propria del Polaris. Infatti, al fine di amplificare il suono della suoneria sott’acqua, Jaeger-Le Coultre progettò un fondello con 16 incisioni (o tacche) all’esterno, caratteristica questa non presente nei prototipi del 1963.
Nella sua versione standard il Polaris venne realizzato in 1714 esemplari, divisi nei vari anni:

  • 9 unità del 1967
  • 1.214 unità nel 1968
  • 55 unità nel 1970.

Quest’ultimo batch spesso presenta delle sfere diverse, cosiddette “calypso” (foto in alto a destra).
Dai numeri di produzione si nota come, seppur con un numero di esemplari esiguo, la produzione fosse già stata implementata nel 1967.
Tuttavia stranamente quando ci si riferisce al Polaris definitivo si chiama sempre in causa la “versione del 1968” o “seconda serie”.

Un nuovo debutto per il Polaris

Dopo più di quarant’anni Jaeger-LeCoultre reimmette in catalogo il Polaris, in due nuove versioni che ricalcano fedelmente quella originale.
La prima, in edizione limitata a 165 esemplari, si ispira al primissimo Polaris concepito nel 1963.
La peculiarità di quest’orologio davvero simile alla versione originale è la cassa in platino, a sottolineare l’importanza di questo modello iconico a tutti gli effetti.
La seconda edizione riprende invece la versione definitiva del Polaris e consta di 1.000 esemplari.
Una reinterpretazione alla lettera quella operata dal brand, con un quadrante che non presenta particolari differenze con l’originale, se non per l’ovvia assenza del trizio.
Le tre corone, le quali hanno mantenuto la stessa funzione e posizione, recano anche la classica trama “quadrille” di cui sopra.

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