Rolex Explorer VS Tudor Ranger: L’Esplorazione Ha Bisogno Di Un Amico Affidabile

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03 Giugno 2024
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Ben ritrovati cari amici di IWS, oggi siamo qui per fare una breve analisi di due orologi che si ispirano alla natura e alla sua esplorazione più profonda. Stiamo parlando di due segnatempo che possiamo definire in un certo senso “cugini”, ovvero, del Rolex Explorer e del Tudor Ranger. Parleremo della loro storia, del contesto in cui sono nati e del loro design.

In molti tutt’oggi, si chiedono quale acquistare tra i due e la scelta è chiaramente difficile. Entrambe sono due delle maison più blasonate, di larga diffusione, ma i loro due orologi hanno listini di prezzo totalmente differenti. Le caratteristiche, i materiali e le mission sono simili, se non le medesime. Ma cominciamo a fare chiarezza, partendo dalle loro origini.

Le origini del Rolex Explorer

Il Rolex Explorer è il capostipite degli orologi tecnici (Professional) sviluppati dalla maison nel tempo, il primo sulla quale si sono concentrati e svolti tutti i test per renderlo indistruttibile. L’obiettivo della casa è creare un orologio con ottime caratteristiche tecniche e di resistenza, adatto ad un uso professionale e dunque ha cominciato con il modificare un modello noto del marchio, ovvero il famigerato Ovettone.

Sono gli anni ’50 e questo orologio già si dimostra di ottima fattura e resistenza, per questo è stato utilizzato da cavia.

Il Rolex "Ovettone" ref.6098 risalente al 1952
Il Rolex “Ovettone” ref.6098 risalente al 1952. Credits: Davide Parmegiani

Presentando una cassa robustissima, la ref. 6098, presenta un’immediata leggibilità, grazie al quadrante chiaro e luminoso, agli indici irrobustiti in corrispondenza del 3, 6 e 9 e alle sfere in stile misto tra “foglia” e “gladio”, abbastanza spesse da poter essere lette con facilità e chiarezza. Inoltre ha la scala numerica dei minuti all’estremità degli indici applicati e il numero arabo a ore 12.

Oltre alla suddetta referenza, ce n’é un’altra che risulta la diretta progenitrice dell’ Explorer I, ovvero la ref. 6150.

Il Rolex Oyster Perpetual ref. 6150
Il Rolex Oyster Perpetual ref. 6150

Essa presenta un magnifico quadrante nero che dà enorme risalto e contrasto agli indici al trizio, con numeri arabi ad ore 3, 6 e 9, sfera delle ore “Mercedes” e sfera dei secondi “Lollipop”. Non ancora chiamato a catalogo con il nome “Explorer”, ma semplicemente con il nome Oyster Perpetual; esso presenta solamente una scritta identificativa con suddetto nome, puramente a scopo identificativo, per denotare i cambiamenti effettuati, al fine di renderlo un super professionale.

Siamo nel 1953, quando il colonnello inglese John Hunt, organizza una spedizione per tentare la scalata del Monte Everest, la vetta più alta del pianeta con i suoi 8.842 metri di altezza. Quale occasione migliore per testare e pubblicizzare il professionale di casa Rolex?

Ebbene, la maison decide di munire di vari Rolex “pre-Explorer” l’intera spedizione, al fine di testarne l’affidabilità in situazioni estreme. La spedizione è composta da almeno 350 portatori, una ventina di Sherpa (le guide scalatrici nepalesi), e parecchia attrezzatura. Insomma, sembra un’impresa militare!

Il 29 Maggio del 1953, due sono gli uomini che arrivano in cima: il neozelandese Edmund Hillary e lo sherpa nepalese Tenzing Norgay. È un grande traguardo che ha enorme risonanza nel mondo intero, dopo il fallimento di vari tentativi per scalare l’Everest.

Edmund Hillary e Tenzing Norgay in cima all'Everest. Credits: Royal Geographics Society
Edmund Hillary e Tenzing Norgay in cima all’Everest. Credits: Royal Geographics Society

Dopo codesta impresa, Sir. John Hunt, scrive alla maison svizzera la seguente lettera: «I Rolex Oyster Perpetual, orologi con i quali erano equipaggiati i componenti della squadra inglese, hanno dimostrato la loro affidabilità sull’Everest. Siamo ammirati dal fatto che abbiano misurato il tempo così accuratamente… I vostri Rolex Oyster sono stati completamente impermeabili, insensibili alle immersioni nella neve e resistenti agli estremi sbalzi di temperatura dalle calde umidità delle basse colline al grande gelo dei campi base. Infine, ma non da ultimo, il meccanismo automatico ha esentato la squadra dal fastidio di caricare i loro orologi». Tale lettera verrà poi pubblicata sulla rivista Horological Journal.

Il design

Durante lo stesso anno, Rolex decide di sostituire in catalogo la ref. 6150 con la nuova ref. 6350, assumendo ora l’iconico nome “Explorer”.

Il Rolex "Explorer" ref. 6350, Honeycomb Dial
Il Rolex “Explorer” ref. 6350, Honeycomb Dial. Credits: Hairspring

La nuova referenza presenta due nuovi quadranti: “glossy” oppure con lavorazione “Honeycomb“, mantenendo i medesimi indici presenti nella precedente referenza e portando in bella vista la nuova colorazione in oro della maison e la denominazione “Explorer”. Un dettaglio importante è costituito dalle tacche dei minuti, unite da un anello (minuteria continua). Le sfere potranno essere in stile “Pencil” o “Mercedes“, il bracciale è di tipo Oyster rivettato, mentre la cassa ha una dimensione di 36mm.

Esso monta un calibro di casa Rolex denominato A.296 (creato nel 1950), automatico con una frequenza di 18.000 alternanze/ora e con un diametro di 29.50mm. Nelle successive referenze il calibro verrà sostituito con il 1030.

Il calibro 1030 di casa Rolex.
Il calibro 1030 di casa Rolex.

Molte sono le referenze che si sono susseguite fino ad arrivare alla ref. 1016, una referenza fortunata, possiamo dire, poichè rimasta in listino per oltre 40 anni fino al 1990; presenta alcune novità, come la minuteria aperta (rimando alla vecchia referenza), un nuovo quadrante nero opaco, un nuovo font grafico per la denominazione, infine, l’introduzione del fermo-macchina nel 1972.

Il Rolex "Explorer" ref. 1016.
Il Rolex “Explorer” ref. 1016. Credits: Wind Vintage

Le origini del Tudor Ranger

Un orologio dalle caratteristiche simili in termini di resistenza, impermeabilità e affidabilità; il caro cugino del Rolex Explorer, ha origini ben più antiche. E’ esattamente il 1926, quando Hans Wilsdorf (il fondatore della Rolex), registra il nome del marchio Tudor e solo alcuni mesi dopo, il nome Ranger, con lo scopo di rendere accattivanti i propri orologi da polso.

Hans, un visionario come pochi, fa ben presto parlare di sè, fornendo alla nuotatrice Mercedes Gielze un orologio da polso con cassa Oyster a cuscino, con il quale effettuare la traversata del canale della Manica. Beh, inutile dire che ha funzionato come trovata pubblicitaria, ma soprattutto come “orologio” posto sotto delle condizioni di enorme stress.

Articolo sul Rolex Oyster e la nuotatrice Mercedes Gielze.
Articolo sul Rolex Oyster e la nuotatrice Mercedes Gielze.

E’ solo agli inizi degli anni ’50, che si comincia a pensare alle spedizioni come nuovo banco di prova per gli orologi affidabili e resistenti di Hans Wilsdorf. Prima di arrivare alla famosa scalata del monte Everest, che vede come protagonisti Tenzing Norgay e Edmund Hillary, in Inghilterra si mira ad organizzare una spedizione per esplorare la calotta glaciale della Groenlandia.

È l’8 Luglio del 1952 quando dalle sponde del Tamigi, precisamente da Deptford, parte la spedizione scientifica (composta da 30 membri), alla volta della grande isola ghiacciata con lo scopo di condurre ricerche in ambito glaciologico e sismico, accompagnati dai loro orologi da polso di casa Tudor.

Ovviamente, il compito secondario era di raccogliere dati sul funzionamento dei segnatempo con cassa Oyster. Questa è l’occasione in cui l’orologio prende l’appellativo di Ranger! La referenza utilizzata dalla British North Greenland Expedition, è la 7808, con quadrante chiaro, indici numerici arabi nei quattro punti cardinali e sfere in stile Dauphine. Dettaglio importante è la rosa come logo della casa ginevrina; essa è un emblema araldico tradizionale dell’Inghilterra, che trae origine e nome dalla famiglia Tudor che riunì le casate degli York e dei Lancaster. Solamente dal 1969 con la ref. 9050, i quadranti presenteranno l’iconico scudo come logo della maison.

Il Tudor Oyster Prince "Ranger" ref.7808
Il Tudor Oyster Prince “Ranger” ref.7808

Il design

Ebbene si, chi cerca qualità e robustezza ad un prezzo accessibile, può sicuramente contare sull’affidabilità del Tudor Ranger. Il look è simile al Rolex Explorer, ovvero quello di un “field watch”; d’altronde, è un orologio “strumento” dalla lettura chiara ed immediata.

Partendo dalla ref. 7995, che ha visto la luce nel 1965, esso presenta un quadrante nero con indici al trizio e sfere in stile “freccia” (una freccia più aggraziata, rispetto a quelle presenti sui quadranti di altri orologi). La scala della minuteria è aperta, regalando al quadrante maggiore spazio e pulizia, mentre gli indici con i numeri arabi 3, 6, 9 e 12 sono grandi e dominano il quadrante. Il logo della maison svizzera e la denominazione dell’orologio, sono in un carattere appena visibile, mentre il bracciale in stile Oyster, in acciaio 316L, ha le maglie rivettate. Il calibro montato è un automatico ETA 2483.

Il Tudor Oyster Prince Ranger ref. 7995.

Detto volgarmente, Tudor è il fratello minore di Rolex e dunque utilizza alcune componenti come la corona, fondello, cassa e bracciale della casa coronata fino al 1969, anno in cui cambieranno alcuni dettagli con l’introduzione della ref. 9050. I dettagli che balzano immediatamente all’occhio sono: il nuovo logo della maison, uno scudo, una corona con una nuova incisione (una rosa) e la possibilità di averlo con o senza datario.

Il Tudor Ranger ref.9050. Credits: Tudor

Considerazioni finali

In conclusione, abbiamo fatto un tuffo nel passato per riscoprire la genesi di due orologi da polso professionali che hanno accompagnato l’uomo nell’esplorazione, sfidando le temperature rigidissime della Groenlandia e del monte Everest. Non c’è un vincitore né un vinto, questo è abbastanza lampante poichè appartengono alla stessa famiglia ginevrina. Dunque, sarebbe come sparare a zero sullo stesso orologio!

Attualmente i due orologi sono abbastanza diversi, sia stilisticamente che meccanicamente, ma condividono ancora quel richiamo comune all’avventura.

A sinistra il Rolex Explorer I ref. 214270. A destra il Tudor Ranger ref. 79950.

Le differenze sono abbastanza chiare: il Rolex Explorer ha un diametro cassa di soli 36mm, mentre il Tudor Ranger un diametro di 39mm. I numeri arabi sul quadrante hanno uno stile che richiama il passato per il Ranger, mentre l’Explorer, ha voluto mantenersi al passo con i tempi, utilizzando un font meno “morbido”, in un certo senso più futuristico. Il calibro che monta il Tudor Ranger è un automatico MT5402, mentre il Rolex Explorer, monta un automatico di manifattura, ovvero il 3230.

La qualità-prezzo fa pendere l’ago della bilancia verso il Tudor Ranger, ma c’è chi vuole rimanere fedele al brand coronato e portare al polso un orologio arrivato fin sopra il tetto del mondo.

Io ho le idee abbastanza chiare sulla scelta e voi? Con quale dei due orologi partireste alla volta di un viaggio ai confini del mondo?


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