Cari amici di IWS, bentornati sul nostro magazine dove oggi andremo ad analizzare uno degli argomenti di cui tanto si parla ultimamente, ossia il neo-vintage.
Tutti sappiamo quanto sia importante e determinante tutto il settore del vintage all’interno del mondo delle lancette per ciò che concerne il collezionismo.
Parte non meno importante ricopre anche tutta quella che è la produzione di orologeria moderna, ossia quella categoria con cui più probabilmente un neofita si avvicina al mondo dei segnatempo e che permette, soprattutto ai collezionisti ed appassionati più giovani, di approcciarsi con più “sicurezza” a questo mondo.
In mezzo a questi due “segmenti” è anche posizionata tutta una categoria di orologi passati in sordina che meritano un posto degno di nota. Sto parlando di tutti quegli orologi che sono stati prodotti dagli anni ’90 fino ai primi anni 2000 e che, ad oggi, possiamo inserire all’interno della categoria neo-vintage.
Prima di addentrarci in questo mondo dell’orologeria, per certi versi ancora inesplorato, cercherò prima di far chiarezza sul significato della parola neo-vintage in quanto, attualmente, non trova un significato comune e condivisibile da tutti gli addetti ai lavori.
Per fare chiarezza, la definizione di vintage è abbastanza accettata: un oggetto che abbia almeno 20 anni di vita.
Tuttavia, questa definizione non è del tutto realistica per un mondo tanto longevo e “lento” come quello dell’orologeria. Se per la moda 20 anni sono un’infinità, per l’orologeria sono un tempo veramente breve. Dunque, considerare un orologio del 2002 un pezzo vintage in senso assoluto risulta quasi una forzatura.
Per questo motivo, tutti quegli orologi con una certa età ma che ancora sembrano troppo moderni e contemporanei per poter essere definiti vintage, vengono inseriti all’interno della categoria di orologi neo-vintage.
A questa categoria appartengono tutti quegli orologi prodotti tra la fine degli anni ’90 e i primi anni 2000. Sono un esempio i primi Richard Mille, i primi De Bethune, i primi F.P. Journe. Ma anche le referenze “moderne” di brand maggiormente conosciuti come Rolex, Patek Philippe ed Audemars Piguet.
Rivolgendoci a maison più blasonate come Rolex, infatti, iniziano ad essere neo-vintage le primissime referenze a 6 cifre come il Rolex Daytona 116520.
Come potete capire già da queste prime parole, la linea tra vintage e neo-vintage è una linea sottile e labile che non dipende soltanto dall’età ma anche, inevitabilmente, dallo stile e dalle dimensioni.
Ma allora, che cosa sono o meglio, che orologi rientrano in questa categoria tanto discussa recentemente?
Poco tempo fa mi è capitato di leggere in rete un articolo interessante sul mondo del neo-vintage e a tal proposito sono rimasto colpito da un’affermazione: “il neo-vintage rappresenta lo stile di chi guarda avanti”.
Espressione che meglio non potrebbe sposarsi in modo perfetto con il mondo dell’orologeria nel periodo compreso tra anni ’90 e 2000.
Ed è proprio in questo lasso di tempo durato poco più di 10 anni che grandi orologiai, a seguito della crisi del quarzo che colpì duramente l’orologeria svizzera, decisero di dare vita a capolavori da polso dotati di un design e una meccanica unici nel loro genere e che tutt’ora rappresentano lo stile di chi fu in grado di guardare avanti.
Per molti anni passati nell’ombra durante le principali aste internazionali, gli orologi neo-vintage, per come li intendiamo noi di IWS, da pochi anni a questa parte sono diventati il nuovo oggetto del desiderio dei grandi collezionisti di tutto il mondo.
Ed è proprio partendo dalla tradizione che abili personaggi come François-Paul Journe, per citarne uno dei più noti, ha iniziato a produrre orologi fuori dal coro tra la fine degli anni ’90 ed i primi anni 2000.
Avendo accennato a Journe è bene precisare quanto il mondo degli indipendenti sia stato, a mio avviso, il protagonista della nascita degli orologi neo-vintage.
Bisogna però specificare che in quest’epoca sono nate anche creazioni mai viste prima da parte delle maison più famose al mondo tra cui A. Lange & Söhne, Patek Philippe e molte altre ancora.
Tra gli orologiai indipendenti più in voga del momento troviamo senza dubbio François-Paul Journe. L’importanza di F.P. Journe non deriva solamente dalle sue più recenti creazione. Anzi, forse è più merito di un eredità costruita lentamente a partire dal 1999 con l’introduzione di tutti i suoi segnatempo più iconici.
Orologi che rientrano alla perfezione all’interno della categoria di neo-vintage di cui parliamo.
Con riferimento ad A. Lange & Söhne, bisogna dare particolare attenzione ai quattro modelli con cui la Maison fu rilanciata nel 1994, ossia il Lange 1, il Tourbillon “Pour le mérite”, l’Arkade e il Saxonia.
Si tratta di modelli nati proprio nel cuore dell’epoca neo-vintage e che si contraddistinguono sicuramente per il loro design iconico oltre che per una meccanica all’avanguardia.
Tutti ingredienti che hanno sicuramente dato modo alla maison di divenire un vero e proprio punto di interesse nel mondo del collezionismo, soprattutto con riguardo agli esemplari neo-vitnage che ancora oggi ispirano i modelli più moderni della casa.
Introdotto da Patek Philippe nel 1997, l’Aquanaut è uno degli orologi sportivi che meglio rappresenta la categoria di orologi neo-vintage.
Divenuto ormai una vera e propria icona, questo modello sportivo della maison è stato poi aggiornato negli anni nel suo design rimanendo però sempre fedele al suo predecessore.
Se abbiamo nominato François-Paul Journe, non possiamo omettere dal nostro articolo il genio Daniel Roth, maestro orologiaio che ha dato vita a dei capolavori di design e meccanica caratterizzati dall’iconica forma a doppia ellisse e dalle splendide finiture.
L’esemplare qui sopra è l’iconico tourbillon. Oltre alla forma inconfondibile, un ulteriore elemento caratteristico di questi stupendi orologi è la lavorazione tridimensionale del quadrante grazie alla composizione multistrato.
Rientra sicuramente in tale definizione anche la maison Richard Mille. Il visionario imprenditore ha saputo imporsi alla grande sul panorama orologiero con segnatempo del tutto esclusivi ed unici caratterizzati da un altissimo livello tecnologico e prezzi esorbitanti.
Di orologi neo-vintage e di tale epoca ci sarebbe sicuramente ancora molto da dire e, soprattutto, da discutere.
Quel che è certo è che noi di IWS siamo sicuri di quanto siano importanti i segnatempo nati in questa epoca in quanto racchiudono al loro interno un grande potenziale che piano piano sta venendo fuori e che sempre più verrà apprezzato.
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