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Le Icone di Cartier: I Modelli Più Importanti Della Maison

DATA
24 Aprile 2023
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Cartier è, senza alcun dubbio, un’icona dell’orologeria. Questo è un primato non solo “soggettivo” ma anche supportato da fattori meramente pratici. Ad esempio, anche quest’anno si è prepotentemente presa il secondo posto per fatturato nell’anno 2022 secondo il report sull’industria orologiera svizzera di Morgan Stanley.

Mi è stato chiesto recentemente quali, per me, fossero i modelli più Iconici di questa Maison. Vi assicuro che non è stato per nulla semplice scegliere e descrivere in così poche righe dei segnatempo che racchiudano in sé storie, caratteristiche e particolarità così forti e marcate come questi modelli, tuttavia ci abbiamo provato!

Tank de Cartier

Iniziamo subito col botto!
Per quanto mi riguarda, Tank de Cartier è senza ombra di dubbio l’orologio per eccellenza di Cartier.
Questo segnatempo, nelle sue diverse varianti, si è preso con merito e prepotenza scettro e corona nella mia personaòe lista di icone Cartier!

Si dice che per la sua realizzazione, nel 1917, Louise Cartier abbia preso ispirazione dai carri armati Renault, storia che trova riscontro nel nome e nell’aspetto di questo meraviglioso orologio!

Tank de Cartier fa della sua semplicità la sua unicità.
Aspetto minimale, funzionalità ed eleganza l’hanno da subito consacrato ad Icona di stile.

Dopo più di cent’anni ed innumerevoli versioni, Tank de Cartier continua a mantenere intatta e inviolata la sua essenza e personalità anche nella sua nuova e più recente edizione targata 2022.

Santos Dumont

Santos de Cartier nasce come orologio destinato all’aviazione. Nei primi anni del ‘900, Alberto Santos-Dumont, da cui questo segnatempo prenderà il nome, esperto aviatore e pioniere di ultraleggeri e noto esponente dell’alta società francese, si lamentò più volte con Cartier delle difficoltà correlate alla fruizione degli orologi da tasca durante i voli.

Così, nel 1904, fu realizzato il primo prototipo del Santos nonché il primo orologio da polso della Maison Francese. Nel 1911 verrà ufficialmente prodotto e commercializzato ma solo nel 2018, anno in cui è stato rispolverato, quest’orologio toccherà l’apice della sua fama, poiché rinnovato e riproposto al pubblico.

Il Santos ha conservato le sue tipiche linee geometriche e le sue particolari viti a vista sulla lunetta, mantenendo intatta la sua essenza classica ma volando verso l’attualità e consacrandosi ad icona Cartier grazie ai suoi più di 100 anni di storia.

Per la storia completa sul Santos, leggi il nostro articolo cliccando qui.

Pasha de Cartier

Pasha de Cartier condivide una storia analoga al Santos de Cartier. Il Sultano di Marrakech, El Glaoui, soprannominato Pasha, desiderava possedere un orologio che fosse idoneo sia agli impegni reali sia all’attività sportiva e che fosse del tutto impermeabile. Louis Cartier, nel 1932, realizzò per il Sultano il Pasha de Cartier il primo orologio impermeabile della Maison nonché uno dei primi della storia dell’orologeria.

Sultano El Glaoui

Bisogna però attendere fino al 1985 per vedere finalmente questo modello commercializzato e proposto al pubblico.

Per ulteriori informazioni su questo orologio, leggi il nostro articolo dedicato.

Pebble de Cartier

Cartier Pebble

Pebble de Cartier è uno dei precursori dell’orologeria per come la conosciamo oggi. Cartier London è stata senza dubbio l’azienda del gruppo che più di tutte ha sperimentato ed innovato tra gli anni ‘60 e ‘70 del Novecento. Il modello Pebble ne è per me un esempio lampante.

Potremmo tradurre letteralmente Pebble in “ciottolo”, quella sottile e rotonda pietra che cerchiamo, sul bordo delle rive di laghi e fiumi, al solo fine di lanciarla a pelo d’acqua per farla saltare più volte possibile prima di vederla affondare.

Dopo cinquant’anni il modello Pebble de Cartier è stato rivisto e rilanciato sul mercato riconfermando l’apprezzamento già ottenuto nel 1972 e consacrandosi tra le Icone di Cartier.

Cheich de Cartier

Lo Cheich nasce nel 1983 dall’incredibile collaborazione tra la Maison Francese e la corsa transnazionale più famosa al Mondo: Parigi-Dakar. L’orologio è stato realizzato come premio destinato al vincitore della Cartier Challenge, una sfida ritenuta impossibile da superare: vincere per due volte consecutive la Parigi-Dakar. Solo Gaston Rahier riuscì nell’impresa di far sua la Cartier Challenge, nel 1984 e nel 1985.

Esistono solo quattro esemplari di Cheich de Cartier: quello destinato a Gaston Rahier, uno per una possibile vincitrice femminile, uno per un nuovo possibile vincitore maschile ed il quarto ed ultimo esemplare, attualmente considerato perduto, offerto a Thierry Sabine da Alain-Dominique Perrin.

Il suo particolare aspetto, frutto dell’iconica collaborazione, la sua storia, la sua tiratura e la sua incredibile unicità mi hanno spinto ad inserirlo nei modelli più Iconici di Cartier.

Per saperne di più su questo orologio, leggi il nostro articolo dedicato.

Crash de Cartier

Il Crash si è prepotentemente preso un trafiletto nel mio elenco. Fino a qualche decennio fa non credo sarebbe stato inserito tra i modelli più iconici di Cartier, tuttavia in pochi anni è passato dall’essere un modello di nicchia ad un orologio tra i più desiderati al mondo.

A differenza della classicità di alcuni modelli precedentemente trattati, Crash de Cartier si distingue ed emerge proprio per la sua innovazione.Nasce negli anni ‘60 nella fredda, grigia ed elegante Londra, un contesto che nulla aveva in comune con un’idea tanto rivoluzionaria quanto folle.
Secondo Francesca Cartier Brickell, discendente di Jean-Jacques Cartier, il Crash è un orologio nato dall’idea di “prendere un ovale, pizzicarlo in un punto ed inserire una piega in mezzo”.

Le sue linee completamente illogiche e lontane dalla convenzionalità, il suo essere più arte che oggetto funzionale, le storie dietro all’idea della sua realizzazione, ciò che rappresenta e trasmette, per quel che mi riguarda Crash de Cartier è l’opera massima di Cartier e merita di esser inserito tra i modelli più iconici della maison.

Abbiamo approfondito sul Crash de Cartier in un nostro articolo che trovi a questo link.


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