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Lo Zaffiro Nell’Orologeria: Un Trend Di Passaggio O il Futuro?

DATA
31 Gennaio 2022
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Lo Zaffiro, dal greco sàppheiros, “azzurro”, oppure dall’ebraico “sappir” ossia “la cosa più bella”, identifica la varietà blu-azzurra del corindone, che chimicamente è ossido di alluminio e presenta una durezza pari a 9 sulla Scala di Mohs.

Gli zaffiri possono presentare i colori più diversi: dal rosa all’arancio, al porpora, al verde, al giallo fino al bianco incolore. Queste varianti vengono identificate con il nome di altre pietre, seguite dal suffisso “orientale”, ad esempio i termini ametista orientale e smeraldo orientale sono oggi identificati con i nomi di zaffiro viola e zaffiro verde.

Nel 1902 il chimico francese Auguste Verneuil sviluppò un processo per produrre cristalli di zaffiro sintetico, che trovano subito applicazione nell’ambito dell’orologeria.

Il vetro zaffiro infatti, è costituito da zaffiro sintetico, solitamente utilizzato per realizzare lo schermo protettivo del quadrante degli orologi, è inscalfibile e, grazie alla sua durezza può essere rigato solo dal nitruro di boro o dal diamante.

L’idea che ha rivoluzionato l’orologeria moderna.

Prima dell’avvento del vetro in zaffiro, anche le grandi aziende proponevano ai clienti quadranti racchiusi da un vetro plastica, realizzato in plexiglass utilizzato già da tempo per la sua resistenza agli urti e per la sua grande adattabilità, nonchè facilità di lavorazione. Purtroppo però, pur restituendo un feeling molto caldo tanto ricercato dagli amanti del vintage, questo materiale porta con sé anche qualche difetto, e non permette sempre una visione pulita e chiara del quadrante.

Paragone tra vetro zaffiro e plexiglass

Secondo la tradizione, il vetro zaffiro venne utilizzato per la prima volta da Jaeger LeCoultre negli anni ’30 e successivamente da Omega negli anni ’50. Tuttavia, a causa della difficoltà e dei costi di lavorazione non fu ma un utilizzo sistematico fino agli anni ’70 e ’80 quando Rolex iniziò ad utilizzare questo materiale su tutti i suoi modelli.

Ma perché la scelta del vetro zaffiro? Ripercorriamo insieme una parte dell’evoluzione di ROLEX.

All’inizio del 1970 la casa ginevrina mette in vendita diversi modelli ancora realizzati con il classico plexiglass, con l’unico elemento di discontinuità, già presente sui modelli Rolex dal 1954, ovvero la lente Cyclope che non era in plexiglass ma realizzata da una lente magnificatrice per orologi. 

La scelta del vetro in zaffiro arriverà più di quindici anni dopo la realizzazione della lente Cyclope facendo il suo debutto su un modello Rolex al quanto particolare, stiamo parlando di una delle prime referenza al quarzo dell’azienda il Quartz ref. 5100

Rolex Quartz ref. 5100 in oro giallo con quadrante bianco
Rolex Quartz ref. 5100

Minata dal mercato giapponese e dai suoi nuovi modelli al quarzo, Rolex opta anch’essa per un orologio con questo tipo di movimento. Oltre a stupire la sua clientela d’allora con un orologio non meccanico, il 5100 si differenzia anche per le inedite scelte stilistiche. È proprio con quest’orologio che per la prima volta viene creato una chiusura per il quadrante in zaffiro sintetico maggiormente resistente agli urti e molto meno soggetto ai graffi. 

Il Rolex Quartz, purtroppo, non ha goduto di grande fortuna. Solo dopo due anni di produzione questo modello venne eliminato dal catalogo Rolex; nonostante ciò possiamo dire che se oggi abbiamo i vetri in zaffiro un merito va anche agli ingegneri e designer del 5100. Nonostante l’insuccesso del 5100, la maison inizia ad utilizzare il vetro zaffiro anche negli altri modelli.

Le referenze che hanno il privilegio di veder montato questo vetro, anche se inserito ancora in fase sperimentale, sono la 1630 e la 1530. Proprio per controllare le prestazioni dello zaffiro e mantenerlo più saldo alla cassa, questi orologi presentano per la prima volta la cassa Shaped con bracciale integrato all’interno, soluzione tecnica utilizzata da molte maison al loro debutto nell’utilizzo di questo cristallo innovativo e performante.

Rolex Datejust 1630 acciaio e oro
Rolex Datejust ref. 1630 di Amsterdam Vintage Watches

Nove anni dopo l’impresa di Omega di portare nello spazio lo Speedmaster con un vetro Esalite, che diventerà emblema e segno distintivo del Moonwatch, Rolex utilizzando una nuova tipologia di zaffiro, crea il Vetro Rolex Saphir 25-285, appositamente per uno dei suoi orologi più resistenti e tecnici, il Rolex Sea-Dweller ref. 16660.

Il Saphir 25-285 realizzato per il Sea Dweller, è piatto ma al contempo più resistente, grazie ad uno spessore di circa 3 mm, caratteristica che permette di mantenere il vetro in ottime condizioni anche se sottoposto ad una forte pressione. L’adozione del vetro in zaffiro per tutti i modelli delle collezioni Rolex arriva durante gli anni ’90. 

Oggi il vetro in zaffiro ha subito ancora diversi cambiamenti, oltre ad essere maggiormente resistente, viene trattato con antigraffio e anti riflesso per fornire una visione sempre perfetta del quadrante e dei suoi dettagli. 

Dal vetro alle casse, preziose trasparenze per meccaniche di pregio… 

L’evoluzione nell’utilizzo dello zaffiro nell’orologeria non si è mai fermata da quando ha avuto inizio negli anni ’70, oggi ci troviamo davanti ad un suo utilizzo che solo pochi anni fa sembrava inimmaginabile.

Parte di questo successo la si deve all’opera di uno degli italiani più importanti del mondo dell’orologeria: Vincent Calabrese, che nel 1980 creò per Corum il primo Golden Bridge con cassa interamente in vetro zaffiro.

Adesso sono molte le maison che si stanno cimentando nella produzione di cassa in vetro zaffiro, non solo trasparente, ma anche in diverse cromie, dalle più sobrie in grigio fumé, alle più vivaci.

A sancire l’inizio di questa nuova era fu Richard Mille che nel 2012 presentò l’RM 056. Non dimentichiamo inoltre il ruolo di rilievo che tutt’ora detiene Hublot, che nel 2016, quando il marchio guidato da Ricardo Guadalupe presentò due serie di orologi con la cassa in vetro zaffiro; a Ginevra 20 esemplari dell’MP5 La Ferrari Sapphire, mentre a Basilea 500 Big Bang Unico Sapphire.

Nel frattempo la cassa in vetro zaffiro è diventata una tendenza diffusa; parecchie case di alta orologeria si sono fatte tentare dallo stile “trasparente”, creando modelli che non sempre sono rimasti in catalogo.

I modelli lanciati negli ultimi anni sono infatti molto numerosi, anche se effimeri, perché in genere si tratta di serie limitate, se non limitatissime, destinate a esaurirsi in breve tempo, soprattutto se la maison che le lancia ha un certo “potere di attrazione”, facendole andare subito sold out a dispetto del prezzo.

Armin Strom Dual Time Resonance con cassa in zaffiro
Armin Strom Dual Time Resonance

Per comprendere la complessità ed il costo di una cassa in zaffiro, evitiamo qui di entrare nei dettagli della cosiddetta “fusione alla fiamma”. Per ora basti dire che, attraverso trattamenti ad alta pressione e ad altissima temperatura, è possibile realizzare blocchi cilindrici dalle dimensioni coerenti con le esigenze dell’orologeria. 

Questi cilindri subiscono poi lunghi processi di lavorazione di fresatura e tornitura, con mole e altri utensili a punta diamantata, i soli in grado di tagliarli, modellarli e inciderli, perché il diamante con una durezza di 10 nella Scala di Mohs, è l’unico materiale a poter scalfire lo Zaffiro, di durezza pari a 9.

Questo porterebbe a pensare che lo zaffiro sia un materiale praticamente infrangibile, se non indistruttibile, ed in effetti romperlo è estremamente difficile. Tuttavia non è impossibile, anche il vetro zaffiro, come il vetro possiede un punto di rottura, per cui può scheggiarsi, fratturarsi e perfino andare letteralmente in pezzi, cosa che non capita di frequente, per fortuna. 

Bove Recital 26 Brainstorm Chapter One con cassa in vetro zaffiro e quadrante verde
Bovet Recital 26 Brainstorm Chapter One

Va da sé che si parli di costi di produzione e finitura elevati. La tecnologia per produrre una cassa in vetro zaffiro ha costi direttamente proporzionali alla grandezza e allo spessore del vetro stesso, oltre che al numero di operazioni necessarie per ottenere la forma desiderata. 

Certo non è mai cosa da poco, anche una semplice cassa rotonda con le anse integrate non è facile da eseguire, figuriamoci quando la forma è più complessa, magari con bisellature, smussi, incassi, incisioni, o fori per i pulsanti Tutti passaggi che richiedono tempo, strumenti giusti e competenza, che incidono ovviamente sui costi del prodotto finale.

In questo risiede il motivo per cui la cassa in vetro zaffiro è utilizzata dalle maison in casi eccezionali.

Vista dal fondello del Girard Perregaux Quasar Azure Tourbillon Tre Ponti in zaffiro azzurro
Girard Perregaux Quasar Azure Tourbillon Three Bridges

Ma quindi, è il futuro o solo un trend di passaggio?

È giunto il momento di rispondere alla domanda dalla quale siamo partiti, l’utilizzo dello Zaffiro in orologeria è un trend di passaggio o il futuro? 

Certamente è stato parte dell’evoluzione dell’orologeria ed un’innovazione molto importante e funzionale. Si pensi solo all’impiego negli orologi diver, che ha permesso di aumentare in modo esponenziale la resistenza alle alte pressioni, in combinata con casse sempre più evolute.

Indubbiamente, l’uso dello zaffiro nella creazione delle casse sta aumentando. Molte sono le maison che lo impiegano in edizioni limitate più o meno grandi, che trovano spesso il consenso del pubblico. 

In conclusione, lo zaffiro per le sue caratteristiche si presta ad essere sicuramente una risorsa molto importante ed interessante nel mondo dell’orologeria. Tralasciando i suoi impieghi ormai consueti, è probabile che l’avanzamento della tecnologia ne renda più semplice la lavorazione e quindi ancor più frequente l’utilizzo.

Questo quindi fa pensare che non si tratti di una moda del momento, ma di un trend in crescita nel mondo dell’orologeria, dove gli appassionati aumentano ed i movimenti sono sempre più complessi, lavorati e rifiniti. Ed in effetti, non vi è una vetrina migliore per metterli in mostra, se non una magnifica cassa in zaffiro, con le sue preziose trasparenze.

 

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