Gli anni 50 furono un’epoca di rivoluzioni e ripresa economica, dopo le devastazioni provocate dalla Seconda Guerra Mondiale. L’orologeria non fa eccezione, visto che proprio in questo periodo vennero creati molti dei segnatempo più iconici di sempre.
Tra di essi possiamo sicuramente annoverare il Rolex Gmt-Master, nato da un’esigenza di natura prettamente pratica.
In quegli anni, grazie all’adozione dei jet Boeing, le compagnie più importanti poterono, per la prima volta, effettuare lunghe tratte senza scali. Ciò, da un lato segnava una decisiva svolta in termini di rapidità, mentre dall’altro faceva sorgere un nuovo problema per l’equipaggio, ossia il jet-lag. Esso fu oggetto di molteplici studi scientifici, con lo scopo di attenuare il più possibile l’effetto di questo fenomeno, che causava al personale spossatezza e confusione.
Dai vari test emerse che uno dei metodi per contrastare il jet-lag era quello di possedere uno strumento che indicasse contemporaneamente sia il fuso orario di casa che quello della destinazione del volo.
La Pan-Am, ex compagnia di bandiera statunitense, fu tra le prime a soddisfare tale esigenza, affidando a Rolex la creazione di un orologio munito delle specifiche di cui sopra.
Prima di iniziare l’effettiva produzione del modello, Rolex collaborò per circa due anni con la Pan-Am per definire al meglio il progetto.
La sfida che la Casa coronata si trovò ad affrontare fu, prima di tutto, quella di creare un movimento che permettesse di visualizzare due fusi orari.
L’indicazione del secondo fuso orario venne ottenuta tramite una lancetta ausiliaria con punta a triangolo e stelo rosso, la quale compie un giro intero ogni 24 ore. Per poter leggere il secondo fuso orario bisogna ruotare la ghiera in prossimità dell’ora desiderata, oppure fare riferimento alla posizione della lancetta rossa.
Nella foto di sotto trovate un esempio: ora locale 8:18 (lancette classiche), ora del secondo fuso 20:18 (lancetta rossa).
Il nome “Gmt Master” venne registrato il 21 aprile 1955, dando inizio ad una gloria che dura ancor oggi.
La prima versione del Gmt è rappresentata dalla referenza 6542, le cui caratteristiche più lampanti sono sicuramente:
La cassa è a tre corpi in acciaio di tipo oyster ed impermeabile fino ad una profondità di 50 metri (165 ft). Sono assenti le spallette per la protezione della corona, che troveremo invece, nelle successive versioni del modello.
Il fondello è il classico prodotto da Rolex in quegli anni con scritta “Montres Rolex S.A.” ad archetto e con in basso inciso il quadrimestre dell’anno di produzione.
La produzione prende piede a partire dal 1954-55, montando in un primo momento quadranti che potremmo definire prototipi, ossia con scritta rossa. Fra di essi i più rari in assoluto sono quelli con sia la scritta Gmt Master che la profondità in rosso (tre esemplari conosciuti).
Il materiale luminescente che compone i pallettoni e riempie le sfere era costituito da radio e stronzio 90, sostanze pericolose a causa della loro radioattività. Proprio per questo motivo negli anni successivi molti quadranti originali vennero sostituiti da quadranti service al trizio.
Nella parte bassa, sotto alla scritta “Gmt Master”, era apposta l’attestazione ufficiale di cronometro posseduta dal movimento.
Il gioco sfere, come nei Submariner, era di tipo Mercedes.
Il datario era di tipo roulette, ossia alternava numeri neri a numeri rossi, come nella fotografia. Tuttavia verso fine produzione si pensa che esso sia stato sostituito col classico datario con solo numeri neri.
La base sulla quale il movimento del 6542 venne concepito fu quella di un 1030, il quale normalmente equipaggiava il modello Turnograph.
Il calibro di cui il 6542 fu dotato era il 1036, rinominato 1065 ed infine 1066. Esso era munito di certificato di cronometro e possedeva un tipo di rotore che verrà successivamente rinominato “butterfly” per via della forma.
La lunetta in bachelite del Rolex Gmt Master 6542 è l’elemento che rende questo modello, da un lato facilmente riconoscibile, ma dall’altro incredibilmente difficile da reperire nelle sue condizioni originali, data la sua estrema fragilità
La bachelite è una plastica (o meglio una resina) che, grazie al suo aspetto ed ai suoi colori vivaci, conferisce all’orologio un immenso fascino.
Affinché l’equipaggio potesse godere di una migliore concezione temporale, Rolex optò per una lunetta bicolore: rossa (ore diurne) e blu (ore notturne). Queste due colorazioni divennero ben presto il simbolo del modello Gmt Master, sebbene in seguito la casa ginevrina vi affiancò altre tonalità tra cui scegliere.
Al fine di implementare la visibilità in condizioni di buio, si decise di riempire i numeri della ghiera con un composto di radio e stronzio 90. Tuttavia tale scelta creò non pochi grattacapi alla Rolex. Infatti nella seconda metà degli anni 50 gli studi sulla radioattività rivelarono come questi due materiali (soprattutto lo stronzio) fossero estremamente radioattivi e pericolosi, sia per chi usava l’orologio, ma soprattutto per chi assemblava i pezzi in manifattura.
Per adeguarsi alle nuove normative i proprietari del Gmt erano invitati, attraverso dei cartelloni uguali a quelli usati per pubblicizzare i modelli, a consegnarlo al proprio concessionario. Questo, a sua volta, avrebbe inviato l’orologio a Ginevra. Una volta arrivati presso la Manifattura le ghiere venivano sostituite da altre prive di materiale radioattivo.
Come accennato sopra, col passare del tempo, alla maggioranza degli esemplari fu sostituita la ghiera (per rotture o motivi precauzionali). Ad oggi le ghiere non coeve sono di 2 tipi:
Finora abbiamo parlato del 6542 nella sua piu classica veste. Tuttavia esiste anche una versione in oro, ugualmente fascinosa e forse ancor più rara.
Le due versioni presentano molti elementi in comune, come cassa e movimento.
Le principali differenze sono:
L’esistenza di un 6542 con quadrante bianco è ancora oggetto di vivo dibattito fra i collezionisti.
La storia vuole che l’allora capo della PAN-AM avesse notato come alcuni dirigenti erano in possesso del GMT, il quale tuttavia era destinato in via esclusiva ai piloti ed ai membri dell’equipaggio. Dunque pensò bene di commissionare a Rolex la creazione di un numero limitatissimo di orologi con quadrante bianco, da destinare, appunto, agli alti dirigenti della compagnia.
I collezionisti nonché fans di James Bond hanno attribuito a questa referenza il soprannome “Pussy Galore”, in quanto indossata dall’omonima Bond Girl nel Film “Goldfinger”, del 1964.
Abbiamo visto la nascita del mito, il primo GMT, con le sue particolarità e le sue varie configurazioni. Come tutti già sapete, però, il GMT Master non si ferma con la ref. 6542 precedentemente discussa.
Già a partire dal 1959, infatti, la ref.6542 viene sostituita dalla nuova referenza 1675, che rimarrà in produzione fino alla fine degli anni ’70.
Le novità introdotte riguardano principalmente:
La referenza 1675 si divide in due grande produzioni:
La produzione di quadranti con grafica oro corrisponde al primo periodo di vita della ref. 1675, approssimativamente dal 1959 al 1967.
Tali esemplari sono piu rari e costosi rispetto a quelli con grafica bianca, sia perché sono stati prodotti in un numero piu esiguo di pezzi, sia perché la lavorazione con cui si otteneva l’effetto galvanico è piu complessa ed onerosa da realizzare.
I quadranti galvanici erano soggetti ad una lavorazione piuttosto complessa, in quattro fasi.
La prima fase consiste nell’immersione della base del quadrante in un bagno dorato.
La seconda è l’applicazione delle matrici a tampone nella parte in cui dovevano esserci le varie scritte.
La terza fase è un secondo bagno galvanico, questa volta nero, al fine di colorare tutto il quadrante, tranne la parte in cui vi erano le matrici.
Per ultimo viene invece eseguito un trattamento con vernici lucide.
Il risultato di questa lavorazione risulta molto affascinante, in quanto le scritte gilt rimangono leggermente infossate rispetto al resto della superficie nera. Ciò è dovuto al secondo bagno che sovrasta tutta la parte oro precedentemente applicata.
La nuova cassa misura 40 mm, 2 in piu rispetto a quella del 6542.
Come già detto la grande novità apportata dalla nuova referenza consiste nell’introduzione delle spallette di protezione, dette anche “crown guards”. A tal proposito ve ne sono di due tipi, entrambi rinvenibili nell’arco della produzione gilt.
Cominciamo con le spallette a punta o “cornino”: vennero adottate a partire dal 1959 fino alla seconda metà del 1964. Risultano inconfondibili, a causa della particolare forma, appunto, a corna di toro.
Le altre sono le spallette “normali” o tonde. Sono le classiche spallette proteggi corona, introdotte dopo le cornino e da lì in avanti sempre mantenute di questa forma.
Il fondello presenta una disposizione delle scritte comune a tanti altri modelli dell’epoca, con scritta Montres Rolex SA ad archetto, ed in basso, il trimestre dell’anno di produzione.
Il quadrante rappresenta il cuore di questa referenza, dato che dalla sua originalità e condizioni dipende gran parte del valore dell’orologio.
I quadranti della produzione gilt si distinguono in:
Nel 1964 si assiste ad un altro cambiamento radicale, ossia il definitivo passaggio da radio a trizio. In quegli anni infatti l’opinione pubblica, cosi come il sistema legislativo, presero definitivamente coscienza della pericolosità delle sostanze radioattive.
Rolex dovette adattarsi utilizzando il trizio come materiale luminoso dei suoi quadranti, ma non è finita qui. Infatti, anche la quantità era limitata al di sotto dei 25 curie, come segnalato all’estremità inferiore del quadrante (swiss-t <25).
Uno dei tanti cambiamenti che la ref. 1675 porta con sé, risiede nel movimento. Infatti, il nuovo calibro 1565 era munito della designazione SCOC (superlative chronometer officially certified) a denotarne la precisione ed affidabilità.
Non spaventatevi se nel movimento trovate scritto 1560, il “5” indica semplicemente la presenza della data.
Il 1565 viene incassato fino al 1965, anno in cui viene rimpiazzato dal piu moderno 1575(1570 riportato nel movimento), che farà marciare i 1675 fino a fine produzione.
Nell 1966 si verifica la transizione da quadranti galvanici con grafica oro a quadranti (opachi) con grafica bianca. La ragione di tale cambiamento non è chiara, tuttavia il fattore economico sembra l’ipotesi più accreditata. Infatti, il nuovo quadrante era meno costoso e più semplice da produrre.
A differenza delle gilt, le scritte bianche vengono applicate sopra al nero, dunque risultano leggermente sopraelevate.
Tale lavorazione resterà in voga fino al 1984.
Le casse sono identiche a quelle della produzione gilt. Le spallette di protezione continuano ad essere quelle tonde, soluzione che si rivelerà estremamente longeva.
Anche le scritte del fondello rimangono identiche nella disposizione, l’unico cambiamento è rappresentato dalla scomparsa del trimestre nell’indicazione dell’anno di produzione.
I quadranti con finitura matte (opaca) sono, certamente, meno rari di quelli galvanici ma conservano un fascino particolare.
Anche in questo caso, a seconda del periodo, vi sono grafiche differenti. Alcune di esse risultano davvero inconfondibili ed aumentano il valore collezionistico del pezzo:
Un’altra differenza con i gilt risiede nella freccia GMT (quella con lo stelo rosso). Infatti, fino al 1966 la punta della freccia era piccola (“freccino”), mentre successivamente si ingrandisce.
Il 1675 incasserà, fino a fine produzione, il movimento 1575, sostanzialmente uguale alla prima versione, introdotta nel 1965.
L’unico intervento risale al 1971, quando Rolex dota il 1575 della funzione fermo macchina. Ciò vuol dire che l’utilizzatore poteva interrompere il funzionamento del meccanismo estraendo la corona.
Negli ultimi anni lo studio del vintage ha fatto passi da gigante. Tuttavia, a causa delle tante opinioni contrastanti, non si è ancora giunti ad una classificazione univoca per le lunette dei 1675 (sia gilt che grafica bianca).
Un esempio sono le cosiddette “fat font”. Alcuni sostengono essere prerogativa dei primissimi 1675, altri invece le collocano più in là nella produzione.
Inoltre, a partire dagli anni 70, quella “Pepsi” non è l’unica lunetta presente sui 1675:
Ovviamente anche per il 1675 esiste la versione in oro e pure in questo caso vi sono parecchie configurazioni fra cui scegliere. Un esempio è il quadrante, detto “nipple”, a causa degli indici tondi applicati in oro.
Oltre all’oro, Rolex ha prodotto anche dei modelli in acciaio ed oro, combinazione che conobbe molto successo negli anni 90. La versione più iconica e riconoscibile di questa linea è sicuramente la cosiddetta “occhio di tigre”, che abbiamo già citato nell’articolo sui nickname.
Presenta una lunetta bicolore ocra e burgundy, quadrante burgundy ed indici nipple. Il bracciale, anch’esso bicolore ha la parte centrale oro, mentre quelle laterali in acciaio.
Al di là delle singola produzione vi sono importanti criteri generali che determinano se siamo davanti ad un pezzo mediocre o eccezionale:
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