Rolex GMT Master Vintage: La Guida Completa

Scritto da:Lorenzo R.|
9 minuti

Tabella dei Contenuti

Gli anni 50 furono un’epoca di rivoluzioni e ripresa economica, dopo le devastazioni provocate dalla Seconda Guerra Mondiale. L’orologeria non fa eccezione, visto che proprio in questo periodo vennero creati molti dei segnatempo più iconici di sempre.

Tra di essi possiamo sicuramente annoverare il Rolex Gmt-Master, nato da un’esigenza di natura prettamente pratica.

In quegli anni, grazie all’adozione dei jet Boeing, le compagnie più importanti poterono, per la prima volta, effettuare lunghe tratte senza scali. Ciò, da un lato segnava una decisiva svolta in termini di rapidità, mentre dall’altro faceva sorgere un nuovo problema per l’equipaggio, ossia il jet-lag. Esso fu oggetto di molteplici studi scientifici, con lo scopo di attenuare il più possibile l’effetto di questo fenomeno, che causava al personale spossatezza e confusione.

Dai vari test emerse che uno dei metodi per contrastare il jet-lag era quello di possedere uno strumento che indicasse contemporaneamente sia il fuso orario di casa che quello della destinazione del volo.

La Pan-Am, ex compagnia di bandiera statunitense, fu tra le prime a soddisfare tale esigenza, affidando a Rolex la creazione di un orologio munito delle specifiche di cui sopra.


Il progetto

Prima di iniziare l’effettiva produzione del modello, Rolex collaborò per circa due anni con la Pan-Am per definire al meglio il progetto.
La sfida che la Casa coronata si trovò ad affrontare fu, prima di tutto, quella di creare un movimento che permettesse di visualizzare due fusi orari.

L’indicazione del secondo fuso orario venne ottenuta tramite una lancetta ausiliaria con punta a triangolo e stelo rosso, la quale compie un giro intero ogni 24 ore. Per poter leggere il secondo fuso orario bisogna ruotare la ghiera in prossimità dell’ora desiderata, oppure fare riferimento alla posizione della lancetta rossa.
Nella foto di sotto trovate un esempio: ora locale 8:18 (lancette classiche), ora del secondo fuso 20:18 (lancetta rossa).

Ph: Vintage Watches Milano

Il nome “Gmt Master” venne registrato il 21 aprile 1955, dando inizio ad una gloria che dura ancor oggi.

La prima versione del Gmt è rappresentata dalla referenza 6542, le cui caratteristiche più lampanti sono sicuramente:

  • L’assenza delle spallette di protezione della corona.
  • La ghiera in Bachelite blu e rossa
Ph: Onlyvintage

Cassa

La cassa è a tre corpi in acciaio di tipo oyster ed impermeabile fino ad una profondità di 50 metri (165 ft). Sono assenti le spallette per la protezione della corona, che troveremo invece, nelle successive versioni del modello.

Il fondello è il classico prodotto da Rolex in quegli anni con scritta “Montres Rolex S.A.” ad archetto e con in basso inciso il quadrimestre dell’anno di produzione.

Quadrante

La produzione prende piede a partire dal 1954-55, montando in un primo momento quadranti che potremmo definire prototipi, ossia con scritta rossa. Fra di essi i più rari in assoluto sono quelli con sia la scritta Gmt Master che la profondità in rosso (tre esemplari conosciuti).

ph credit: Christie’s

Successivamente si susseguono 4 quadranti galvanici standard con grafica gilt fino al 1959, anno in cui la produzione cessò.

Ph: www.orologivintage.it

Il materiale luminescente che compone i pallettoni e riempie le sfere era costituito da radio e stronzio 90, sostanze pericolose a causa della loro radioattività. Proprio per questo motivo negli anni successivi molti quadranti originali vennero sostituiti da quadranti service al trizio.

Nella parte bassa, sotto alla scritta “Gmt Master”, era apposta l’attestazione ufficiale di cronometro posseduta dal movimento.

Il gioco sfere, come nei Submariner, era di tipo Mercedes.

Il datario era di tipo roulette, ossia alternava numeri neri a numeri rossi, come nella fotografia. Tuttavia verso fine produzione si pensa che esso sia stato sostituito col classico datario con solo numeri neri.

Movimento

La base sulla quale il movimento del 6542 venne concepito fu quella di un 1030, il quale normalmente equipaggiava il modello Turnograph.

Il calibro di cui il 6542 fu dotato era il 1036, rinominato 1065 ed infine 1066. Esso era munito di certificato di cronometro e possedeva un tipo di rotore che verrà successivamente rinominato “butterfly” per via della forma.

ph credit: Matthew Bain

Lunetta

La lunetta in bachelite del Rolex Gmt Master 6542 è l’elemento che rende questo modello, da un lato facilmente riconoscibile, ma dall’altro incredibilmente difficile da reperire nelle sue condizioni originali, data la sua estrema fragilità

La bachelite è una plastica (o meglio una resina) che, grazie al suo aspetto ed ai suoi colori vivaci, conferisce all’orologio un immenso fascino.

Affinché l’equipaggio potesse godere di una migliore concezione temporale, Rolex optò per una lunetta bicolore: rossa (ore diurne) e blu (ore notturne). Queste due colorazioni divennero ben presto il simbolo del modello Gmt Master, sebbene in seguito la casa ginevrina vi affiancò altre tonalità tra cui scegliere.

La radioattività

Al fine di implementare la visibilità in condizioni di buio, si decise di riempire i numeri della ghiera con un composto di radio e stronzio 90. Tuttavia tale scelta creò non pochi grattacapi alla Rolex. Infatti nella seconda metà degli anni 50 gli studi sulla radioattività rivelarono come questi due materiali (soprattutto lo stronzio) fossero estremamente radioattivi e pericolosi, sia per chi usava l’orologio, ma soprattutto per chi assemblava i pezzi in manifattura.

Per adeguarsi alle nuove normative i proprietari del Gmt erano invitati, attraverso dei cartelloni uguali a quelli usati per pubblicizzare i modelli, a consegnarlo al proprio concessionario. Questo, a sua volta, avrebbe inviato l’orologio a Ginevra. Una volta arrivati presso la Manifattura le ghiere venivano sostituite da altre prive di materiale radioattivo.


Ghiere non coeve

Come accennato sopra, col passare del tempo, alla maggioranza degli esemplari fu sostituita la ghiera (per rotture o motivi precauzionali). Ad oggi le ghiere non coeve sono di 2 tipi:

  1. Inserti originali Rolex in alluminio ma di periodi successivi.
  2. Inserti in bachelite “aftermarket”(prodotti da terzi, non originali Rolex). Il metodo principale usato dagli esperti per distinguere tra ghiere originali ed aftermarket è quello di guardare le differenze nella grafica dei numeri.
Credits: Orologi&Passioni

Le altre versioni

Rolex Gmt Master 6542 oro giallo

Finora abbiamo parlato del 6542 nella sua piu classica veste. Tuttavia esiste anche una versione in oro, ugualmente fascinosa e forse ancor più rara.

Le due versioni presentano molti elementi in comune, come cassa e movimento.
Le principali differenze sono:

  • Lunetta sempre in bachelite ma monocolore “burgundy”.
  • Quadrante anch’esso di colore burgundy.
  • Sfere non più di tipo Mercedes ma “a foglia”.
  • Logo in oro applicato sul quadrante.
Vintage Watches Milano

Rolex Gmt Master 6542 “Albino”

L’esistenza di un 6542 con quadrante bianco è ancora oggetto di vivo dibattito fra i collezionisti.

La storia vuole che l’allora capo della PAN-AM avesse notato come alcuni dirigenti erano in possesso del GMT, il quale tuttavia era destinato in via esclusiva ai piloti ed ai membri dell’equipaggio. Dunque pensò bene di commissionare a Rolex la creazione di un numero limitatissimo di orologi con quadrante bianco, da destinare, appunto, agli alti dirigenti della compagnia.

Il 6542 sul grande schermo

I collezionisti nonché fans di James Bond hanno attribuito a questa referenza il soprannome “Pussy Galore”, in quanto indossata dall’omonima Bond Girl nel Film “Goldfinger”, del 1964.

La referenza 1675

Abbiamo visto la nascita del mito, il primo GMT, con le sue particolarità e le sue varie configurazioni. Come tutti già sapete, però, il GMT Master non si ferma con la ref. 6542 precedentemente discussa.

Già a partire dal 1959, infatti, la ref.6542 viene sostituita dalla nuova referenza 1675, che rimarrà in produzione fino alla fine degli anni ’70.

Le novità introdotte riguardano principalmente:

  • Inserto: Si passa dall’iconico (e problematico) inserto in bachelite ad un inserto in alluminio bicolore. Tale soluzione risulterà particolarmente longeva, dal momento che esso verrà rimpiazzato dal nuovo inserto in ceramica solo nel 2005.
  • Cassa: Così come per il Submariner, anche la cassa del nuovo GMT viene dotata di spallette proteggi corona.
  • Calibro: Ricordiamo come il 6542 avesse adottato, nel corso della sua produzione, tre denominazioni diverse per lo stesso calibro. L’introduzione della nuova ref. segna anche l’avvento di un movimento totalmente nuovo, ossia il 1565.

La referenza 1675 si divide in due grande produzioni:

  • Esemplari con quadrante galvanico e grafica oro (gilt).
  • Esemplari con quadrante opaco e grafica bianca

Esemplari Gilt

La produzione di quadranti con grafica oro corrisponde al primo periodo di vita della ref. 1675, approssimativamente dal 1959 al 1967.

Tali esemplari sono piu rari e costosi rispetto a quelli con grafica bianca, sia perché sono stati prodotti in un numero piu esiguo di pezzi, sia perché la lavorazione con cui si otteneva l’effetto galvanico è piu complessa ed onerosa da realizzare.

Credits: Vintage Watches Milano

Cosa vogliono dire i termini “galvanico” e “gilt”?

I quadranti galvanici erano soggetti ad una lavorazione piuttosto complessa, in quattro fasi.

La prima fase consiste nell’immersione della base del quadrante in un bagno dorato.
La seconda è l’applicazione delle matrici a tampone nella parte in cui dovevano esserci le varie scritte.
La terza fase è un secondo bagno galvanico, questa volta nero, al fine di colorare tutto il quadrante, tranne la parte in cui vi erano le matrici.
Per ultimo viene invece eseguito un trattamento con vernici lucide.

Il risultato di questa lavorazione risulta molto affascinante, in quanto le scritte gilt rimangono leggermente infossate rispetto al resto della superficie nera. Ciò è dovuto al secondo bagno che sovrasta tutta la parte oro precedentemente applicata.

Credits: timexchange

Cassa

La nuova cassa misura 40 mm, 2 in piu rispetto a quella del 6542.

Come già detto la grande novità apportata dalla nuova referenza consiste nell’introduzione delle spallette di protezione, dette anche “crown guards”. A tal proposito ve ne sono di due tipi, entrambi rinvenibili nell’arco della produzione gilt.

Cominciamo con le spallette a punta ocornino”: vennero adottate a partire dal 1959 fino alla seconda metà del 1964. Risultano inconfondibili, a causa della particolare forma, appunto, a corna di toro.

Credits: Stefano Mazzariol

Le altre sono le spallette “normali” o tonde. Sono le classiche spallette proteggi corona, introdotte dopo le cornino e da lì in avanti sempre mantenute di questa forma.

Credits: Orologivintage.it

Il fondello presenta una disposizione delle scritte comune a tanti altri modelli dell’epoca, con scritta Montres Rolex SA ad archetto, ed in basso, il trimestre dell’anno di produzione.

Quadrante

Il quadrante rappresenta il cuore di questa referenza, dato che dalla sua originalità e condizioni dipende gran parte del valore dell’orologio.

I quadranti della produzione gilt si distinguono in:

  • Minuteria chiusa: da inizio produzione fino al 1964. Il nome deriva dal fatto che la scala sessagesimale era inscritta in un cerchio.
Rolex GMT 1675 minuteria chiusa
Credits: Matteo Monticone
  • Minuteria aperta: dal 1964 fino a fine produzione (ed oltre). Scompare il cerchio che delimita la minuteria.
Rolex GMT 1675 minuteria aperta
Credits: Amanico
Diverse sono inoltre le grafiche, alcune delle quali estremamente peculiari e riconoscibili, ad esempio:
  • Il primissimo tipo di quadrante, conosciuto come “MK1”, salta subito all’occhio. Infatti, in luogo della nuova dicitura “superlative chronometer officially certified”, campeggia ancora la scritta “officially certified chronometre” (OCC), propria del vecchio movimento.
Rolex GMT Master MK1 OCC
Credits: tempusorologi.it
  • Il quadrante conosciuto come “MK2” si distingue per l’apertura dentro la corona fortemente spostata a destra. Per questo viene definito dai collezionisti “boccuccia storta”.
Rolex GMT 1675 MK2
Credits: Stefano Mazzariol
  • Negli anni 62 e 63 i quadranti riportavano spesso una sottolineatura (detta “underline“) o un puntino di materiale luminoso sotto l’indice delle ore 6 (chiamato “exclamation point”). Questi accorgimenti erano atti a segnalare un minor uso del radio, a causa dell’inasprimento delle leggi sull’utilizzo delle sostanze radioattive.

Nel 1964 si assiste ad un altro cambiamento radicale, ossia il definitivo passaggio da radio a trizio. In quegli anni infatti l’opinione pubblica, cosi come il sistema legislativo, presero definitivamente coscienza della pericolosità delle sostanze radioattive.

Rolex dovette adattarsi utilizzando il trizio come materiale luminoso dei suoi quadranti, ma non è finita qui. Infatti, anche la quantità era limitata al di sotto dei 25 curie, come segnalato all’estremità inferiore del quadrante (swiss-t <25).

Rolex GMT 1675 dial swiss-t <25
Credits: Gmtmaster1675.com

Movimento

Uno dei tanti cambiamenti che la ref. 1675 porta con sé, risiede nel movimento. Infatti, il nuovo calibro 1565 era munito della designazione SCOC (superlative chronometer officially certified) a denotarne la precisione ed affidabilità.

Non spaventatevi se nel movimento trovate scritto 1560, il “5” indica semplicemente la presenza della data.

Il 1565 viene incassato fino al 1965, anno in cui viene rimpiazzato dal piu moderno 1575(1570 riportato nel movimento), che farà marciare i 1675 fino a fine produzione.

Rolex caliber 1565
Credits: bjsonline.com

Esemplari Grafica Bianca

Credits: Jatucka

Nell 1966 si verifica la transizione da quadranti galvanici con grafica oro a quadranti (opachi) con grafica bianca. La ragione di tale cambiamento non è chiara, tuttavia il fattore economico sembra l’ipotesi più accreditata. Infatti, il nuovo quadrante era meno costoso e più semplice da produrre.

A differenza delle gilt, le scritte bianche vengono applicate sopra al nero, dunque risultano leggermente sopraelevate.

Tale lavorazione resterà in voga fino al 1984.

Cassa

Le casse sono identiche a quelle della produzione gilt. Le spallette di protezione continuano ad essere quelle tonde, soluzione che si rivelerà estremamente longeva.

Anche le scritte del fondello rimangono identiche nella disposizione, l’unico cambiamento è rappresentato dalla scomparsa del trimestre nell’indicazione dell’anno di produzione.

Quadrante

I quadranti con finitura matte (opaca) sono, certamente, meno rari di quelli galvanici ma conservano un fascino particolare.

Anche in questo caso, a seconda del periodo, vi sono grafiche differenti. Alcune di esse risultano davvero inconfondibili ed aumentano il valore collezionistico del pezzo:

  • Il primo quadrante con grafica bianca, detto “MK1” si distingue per la gambetta centrale della E di Rolex che ha la stessa lunghezza delle altre due. Per questo motivo tale configurazione è conosciuta con il nome di “Long E”.
Credits: Stefano Mazzariol
  • Il terzo o quarto (a seconda della classificazione a cui si fa riferimento) tipo di quadrante è davvero peculiare. In esso i pallettoni sono spostati leggermente verso il centro, creando un effetto unico e molto apprezzato dai collezionisti. In gergo viene denominato “radiale” o “mini dial”.
Credits: Stefano Mazzariol

Un’altra differenza con i gilt risiede nella freccia GMT (quella con lo stelo rosso). Infatti, fino al 1966 la punta della freccia era piccola (“freccino”), mentre successivamente si ingrandisce.

Movimento

Il 1675 incasserà, fino a fine produzione, il movimento 1575, sostanzialmente uguale alla prima versione, introdotta nel 1965.

L’unico intervento risale al 1971, quando Rolex dota il 1575 della funzione fermo macchina. Ciò vuol dire che l’utilizzatore poteva interrompere il funzionamento del meccanismo estraendo la corona.

Lunetta

Negli ultimi anni lo studio del vintage ha fatto passi da gigante. Tuttavia, a causa delle tante opinioni contrastanti, non si è ancora giunti ad una classificazione univoca per le lunette dei 1675 (sia gilt che grafica bianca).

Un esempio sono le cosiddette “fat font”. Alcuni sostengono essere prerogativa dei primissimi 1675, altri invece le collocano più in là nella produzione.

Inoltre, a partire dagli anni 70, quella “Pepsi” non è l’unica lunetta presente sui 1675:

  • Lunetta nera: anche qui vi sono pareri discordanti, in quanto qualcuno la accetta già sui 1675 matt, mentre altri vedono la sua introduzione contestuale a quella della ref. successiva, ossia la 16750.
Credits: mentawatches.com
  • Lunetta blu o “blueberry”: qui le cose si fanno complicate, in quanto non si discute solo circa la data di pertinenza ma circa l’originalità o meno! Diversi collezionisti sostengono che le lunette blu non sono mai uscite dalla Rolex, ma sono una produzione aftermarket. La questione risulta molto intricata, dal momento che vengono a scontrarsi interessi di natura economica. Per questo motivo sarà molto difficile pervenire ad una verità assoluta, soprattutto dal momento che Rolex non si pronuncia mai in merito a tali diatribe. Sta di fatto che queste lunette hanno prezzi di vendita davvero stellari.
Credits: tempusorologi.it

Non solo acciaio

Ovviamente anche per il 1675 esiste la versione in oro e pure in questo caso vi sono parecchie configurazioni fra cui scegliere. Un esempio è il quadrante, detto “nipple”, a causa degli indici tondi applicati in oro.

Credits: Vintage watches Milano

Oltre all’oro, Rolex ha prodotto anche dei modelli in acciaio ed oro, combinazione che conobbe molto successo negli anni 90. La versione più iconica e riconoscibile di questa linea è sicuramente la cosiddetta “occhio di tigre”, che abbiamo già citato nell’articolo sui nickname.

Presenta una lunetta bicolore ocra e burgundy, quadrante burgundy ed indici nipple. Il bracciale, anch’esso bicolore ha la parte centrale oro, mentre quelle laterali in acciaio.

Mercato

  • Gilt: come già accennato godono di quotazioni più alte dei successivi, grazie alla produzione limitata ed al fascino emanato dal quadrante. Il prezzo può variare enormemente, a seconda delle caratteristiche del quadrante. I quadranti OCC o underline sono un esempio di configurazioni particolari, per le quali i collezionisti sono disposti a pagare molto.
  • Grafica bianca: il loro prezzo, negli ultimi anni, è aumentato in maniera considerevole. Le configurazioni più ambite e costose sono la “long E” e quella “radiale”.

Al di là delle singola produzione vi sono importanti criteri generali che determinano se siamo davanti ad un pezzo mediocre o eccezionale:

  • Corredo: la presenza del corredo originale incide enormemente (anche del 100%) sul valore dell’orologio.
  • Condizioni: oggi più che mai le condizioni sono fondamentali, anche a discapito della rarità. Generalmente risulta molto difficile trovare, a distanza di mezzo secolo, orologi NOS o mai lucidati. Ciò vale specialmente per modelli come il 1675, ossia “tool watch”, usati per scopi professionali.
  • Quadrante: potrebbe rientrare nella voce “condizioni” ma vista la sua incidenza sul valore, credo sia opportuno trattarlo separatamente. L’originalità è imprescindibile, in quanto un quadrante ristampato, retriziato o addirittura falso farà davvero fatica a trovare un nuovo proprietario ed il prezzo ne risentirà molto.
Credits: orologivintage.it

Visita il nostro canale Youtube per vivere il meglio del mondo dell’orologeria in prima persona.

Per tutti gli aggiornamenti in tempo reale seguici su Instagram.

AUTORE

Revisore ed Autore
Classe 1999, Studente di Economia. Appassionato di orologi vintage da ormai 4 anni, partecipa attivamente a diversi blog del settore. Finalmente può coniugare la propria attitudine alla scrittura con la grande passione per i segnatempo.
Back to top