Nel 1955, Breguet consegnava alla storia uno dei cronografi più iconici mai creati per uso civile: il “Type XX”. A distanza di 70 anni e nell’ambito del 250° anniversario della maison, la leggenda dei cieli fa il suo ritorno con l’inedita referenza 2075. Una novità che riconquista, in chiave squisitamente contemporanea, la propria eredità storica, tecnica e stilistica.
Scopriamo assieme le origini e tutte le particolarità dei nuovi Breguet Type XX Chronographe 2075!
Nomen Omen – La storia dei cronografi “Type 20” e “Type XX”
Tra gli anni ’50 e ‘60, il Ministero della Difesa francese commissiona un cronografo destinato ai piloti dell’Armée de l’Air, del Centre d’Essais en Vol e dell’Aéronatique navale. La richiesta e le specifiche erano chiare: realizzare un cronografo a carica manuale con funzione “retour en vol” meglio conosciuta come flyback (una caratteristica, pensata per facilitare le manovre dei piloti in volo, che permette di azzerare e far ripartire istantaneamente il cronometro con una sola pressione), leggibile, affidabile e preciso.
Nasce così il “Type 20” che non era ancora associato a Breguet e non designava un modello specifico bensì un “tipo” di orologio — in quanto alla gara d’appalto lanciata dall’aeronautica francese parteciparono diverse manifatture tra cui: Auricoste, Dodane, Airain e Mathey-Tissot. Grazie al successo e alla domanda di questa versione destinata unicamente alle forze aeree militari, Breguet successivamente decise di svilupparne anche una civile denominata “Type XX”.
250° Anniversario – Breguet Type XX Chronographe 2075
Nel celebrare il 250° anniversario, Breguet attinge al suo ricco archivio e ripercorre le sfide, non solo tecniche, affrontate dagli illustri Abraham-Louis Breguet, Louis Breguet e la coppia Dieudonné Costes e Maurice Bellonte.
3 nuovi capitoli, 3 storie e 3 orologi: Il Classique Souscription presentato a Parigi che rende omaggio al capolavoro da tasca, il Souscription N° 3424 del 1797, il Tradition Seconde Rétrograde 7035 presentato a Shanghai, rispettoso dell’incredibile savoir-faire tecnico ed estetico di Breguet ed ultimi, ma non per importanza, i due cronografi Type XX referenza 2075 presentati a New York.
Tutte le nuove uscite sono accomunate dall’adozione di una nuova lega d’oro, l’oro Breguet 18 carati. Una combinazione di oro giallo arricchito con argento, rame e palladio che si distingue non solo per la sua brillantezza ma anche per la resistenza allo scolorimento e durevolezza nel tempo.
Le due nuove versioni della referenza 2075 sono i diretti eredi degli unici 3 esemplari del Type XX realizzati in oro. Si discostano dalla quarta generazione di cronografi introdotta nel 2023 e si avvicinano maggiormente, per stile e proporzioni, al Type XX Big Eye 2065ST creato per Only Watch 2021.
Presentano entrambi una cassa da 38,3 mm in oro Breguet con lunetta unidirezionale zigrinata (vitale per la misurazione di intervalli di tempo in modo semplice ed accurato), la cui finitura satinata entra sapientemente in contrasto con la corona non avvitata e i pulsanti a pompa lucidi. Le anse corte scolpite e lo spesso vetro zaffiro bombato conferiscono quell’ulteriore equilibrio tra gli elementi di ispirazione vintage e aspetto contemporaneo. Lo spessore in questo caso si riduce, passando dai 14,1 mm dei modelli automatici da 42 mm a 13,2 mm, grazie all’adozione di due eccellenti movimenti a carica manuale: il calibro 7279 (per la versione nera) e 7278 (per quella in argento).
I quadranti riflettono le due differenti anime dell’orologio. Il primo, un edizione speciale non limitata, è realizzato in alluminio anodizzato nero e rende omaggio a Louis Breguet, che fu un pioniere nell’uso del Duralumin (una lega composta al 95% da alluminio) per le strutture dei suoi aeroplani. Tra le ore 7 e 8 troviamo un curioso dettaglio, la dicitura “Al” che conferma quasi segretamente la presenza dell’alluminio.
La configurazione rispecchia il classico layout bi-compax “big-eye”, con un contatore dei 15 minuti sovradimensionato alle ore 3. Le sfere, realizzate anch’esse in oro 18 carati, sono a siringa, mentre la piccola sfera dei minuti è a goccia. Tutti gli elementi compresi i 10 numeri arabi luminescenti sono rivestiti in Super-LumiNova beige, e sempre sul quadrante troviamo il logo Breguet stavolta però applicato in oro.
Il secondo, limitato a 250 esemplari, è una totale novità per Breguet. Il suo quadrante è infatti realizzato in argento 925 con satinatura verticale a mano su cui sono applicati indici a bastone e numeri arabi in oro. A differenza della precedente versione presenta una configurazione atipica con: contatori simmetrici, scala tachimetrica interna e sfere a gladio anch’esse in oro. Completano l’orologio la sfera dei secondi azzurrata e la dicitura in blu “retour en vol” assieme, anche in questo caso, al logo Breguet applicato.
Al di sotto del fondello a vite, dotato di vetro zaffiro, si celano i calibri manuali 7279 (per la versione nera) e 7278 (per quella argento), derivati dal calibro di manifattura 728 automatico. Performance eccezionali con 60 ore di riserva, frequenza a 5 Hz, spirale piatta in silicio, flyback e ruota a colonne. E non è tutto, il ponte principale riporta uno dei particolari più affascinanti di questi segnatempo, un’incisione a mano che omaggia il Breguet 19 — l’aereo protagonista della traversata atlantica del 1930 firmata Costes-Bellonte.
Conclusioni e Prezzo
Con i nuovi Type XX 2075 per il 250° anniversario, Breguet propone due interpretazioni ben distinte di una pietra miliare dell’orologeria. Una versione guarda al passato, rileggendo il prototipo del 1955, mentre l’altra volge verso un linguaggio più moderno.
I loro listini sono rispettivamente €43.400 per la versione con quadrante in alluminio anodizzato nero (ref. 2075BH/99/398) e €45.200 per la versione limitata a 250 esemplari in argento 925 (ref. 2075BH/G9/398)
La generazione del 2023 aveva sollevato perplessità tra alcuni appassionati e collezionisti storici del marchio sia nelle proporzioni: con un diametro di 42 mm e uno spessore di 14,1 mm, il Type XX automatico risultava piuttosto imponente al polso, che per la presenza della data — percepita come elemento non in linea con il DNA del modello. Le nuove referenze 2075 segnano invece un passo importante per la collezione rispondendo in modo diretto e quasi “filologico” a queste osservazioni con: dimensioni ridotte, assenza del datario, calibro manuale e una cura ancora maggiore nelle finiture. Una rinascita coerente, autentica e ben ancorata alle proprie radici!
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