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La Guida Completa All’Orologio Cronografo

DATA
15 Novembre 2022
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Con questa guida ai cronografi vogliamo spiegarvi l’ABC e le varianti dei cronografi da polso (e qualcosa anche da tasca…), per proseguire con le modalità di utilizzo di un cronografo e la spiegazione di tutte le scale che si possono utilizzare con questi orologi.

Il primo cronografo della storia, il “contatore di Terzi”, venne creato da Louis Moinet nel 1816 ed era il primo orologio da tasca con una lancetta centrale in grado di fare un giro al minuto e di essere avviata, fermata e rimessa in posizione da un pulsante.

guida ai cronografi il primo orologio cronografo

Il termine “chronographe”, però, venne coniato alcuni anni dopo da Nicolas-Mathieu Rieussec che brevettò un sistema dove la lancetta di misurazione era dotata di un piccolo serbatoio di inchiostro e riusciva a segnare su un quadrante bianco il momento di avvio e di stop, così da poter misurare la durata di un intervallo.

A dire il vero, il nome “cronografo”, come ci ha spiegato il Direttore del Brand Heritage di Omega, Petros Protopapas, è un errore diventato di uso comune che deriva proprio dall’invenzione sopra citata. Gli odierni cronografi, per essere in accordo con l’etimologia greca, dovrebbero infatti chiamarsi “cronòscopi”. Per saperne di più vi lascio il link al nostro video!

La vera rivoluzione arriva quando, verso gli anni ’30 del 900, furono brevettati i primi cronografi da polso aggiungendo al meccanismo dell’orologio un modulo che gestiva in maniera separata le funzioni di avvio, stop e reset.

Nel corso della storia gli innumerevoli utilizzi del cronografo trovano terreno fertile per far diventare questa complicazione famosa ed amata sia da chi realmente la utilizza per scopi tecnici, sia da chi l’apprezza per fattori esclusivamente estetici.

Nozioni tecniche di base

Esistono vari tipi di cronografo ma prima è giusto dare delle nozioni generali per capire il funzionamento dei modelli più complicati.

Le parti principalmente interessate sono la ruota dei secondi dell’orologio e quella dei secondi del cronografo. Mentre la prima gira continuamente, quella dei secondi cronografici deve poter azionarsi e fermarsi a comando. Parte fondamentale quindi del funzionamento del meccanismo è in che modo viene realizzato il collegamento tra secondi continui e cronografici, chiamato innesto.

L’innesto può essere laterale o verticale

L’innesto laterale agisce mediante una leva azionata dal tasto che si preme per far partire la misurazione del tempo. Alla pressione, una leva muove un ingranaggio verso la ruota dei secondi continui che, connettendosi alla ruota dei secondi cronografici, li mette in moto. Questo tipo di innesto è meno preciso rispetto a quello verticale perché alla pressione della leva potrebbe verificarsi un piccolo “salto” dovuto all’allineamento delle due ruote.

L’innesto verticale, invece, funziona come una frizione. Le due ruote dei secondi sono sovrapposte e, quando viene premuto il tasto di avvio, l’innesto avviene tramite il contatto e non l’incastro. Questo rende il tutto più fluido e tende ad usurarsi in maniera meno veloce rispetto all’innesto laterale.

Altro fattore cruciale è il sistema di smistamento

Ovvero il processo con il quale vengono gestiti tutti i leveraggi che comandano le funzioni del cronografo.Anche qui i sistemi sono due.

Smistamento con ruota a colonne

Movimento di un Romeo Ferraris

È considerato il miglior sistema di smistamento e, oltre ad essere tecnicamente molto avanzato, fa sicuramente aumentare il prestigio e l’apprezzamento da parte degli appassionati a causa della complessità di costruzione.

Funziona tramite la Ruota a Colonne (visibile nella parte alta della foto), un componente cilindrico pieno sulla quale sommità vengono realizzate sei “colonne” di forma trapezoidale che servono per smistare i leveraggi che comandano le funzioni del cronografo.

Questo sistema rende l’avvio del cronografo morbido e necessita una pressione minore rispetto allo smistamento a camme.

Smistamento a camme

Watchuseek

Lo smistamento a camme prevede un sistema di leve che vengono gestite da una camma. Il numero dei componenti è simile a quello dello smistamento a colonna ma necessita di una precisione costruttiva minore e costi minori di produzione e manutenzione.

Il sistema migliore è sicuramente lo smistamento con ruota a colonna ed innesto verticale, mentre quello più economico è lo smistamento a camme con innesto laterale, che pecca di precisione a causa del “salto” provocato dall’unione tra gli ingranaggi dei secondi continui e cronografici.

I diversi tipi di cronografo

I cronografi sono degli importanti strumenti di calcolo e necessitano di garantire la massima precisione possibile Per questo, negli anni, sono nate diverse versioni che si adattano a moltissimi campi d’utilizzo. Vediamone alcune.

Flyback

Longines Collector

Fu Longines, nel 1936, a depositare il brevetto dell’antenato degli odierni cronografi flyback. Questa “complicazione nella complicazione” consente di effettuare misurazioni in rapida successione senza dover azzerare manualmente il cronografo. Viene solitamente utilizzato il pulsante di reset che, quando il cronografo è attivo, fa ripartire istantaneamente la misurazione da zero.

Rattrapante

F.P. Journe Chronograph Rattrapante Monopulsante per Only Watch

Come abbiamo spiegato in un articolo precedente, il primo misuratore rattrapante venne creato nel 1827 da Louis-Fredric Perrelet. Questo particolare tipo di cronografo è utilissimo per registrare due eventi con uguale inizio ma diversa fine.

Le lancette dei secondi sono due, una sovrapposta all’altra. Una volta fatte partire simultaneamente si ha la facoltà, attraverso un apposito pulsante, di fermarne una mentre l’altra prosegue la misurazione senza fermarsi. Riavviandola, poi, raggiunge e segue la marcia di quella che non era stata fermata.

Avendo due sfere dei secondi da gestire è considerata una complicazione importante e difficile da implementare a causa dei vari errori e imprecisioni che potrebbero comparire, per esempio l’imperfetto allineamento delle sfere dei secondi.

Fondello del F.P. Journe Cronografo Rattrapante Monopulsante per Only Watch

All’interno della categoria dei cronografi rattrappanti esiste anche il monorattrappante. È costituito da una lancetta singola ed è in grado di arrestarsi e riprendere il moto recuperando i secondi di pausa perduti durante l’intervallo di stop.

Monopulsante

Montblanc 1858 Chronograph Monopusher Bronze

Il cronografo monopulsante presenta un pulsante singolo che, in sequenza obbligata, permette di compiere tutte le tre fasi di avvio, stop e reset che normalmente vengono gestite da due pulsanti distinti. Un tratto distintivo sta nella posizione del tasto, che può trovarsi ad ore 2, 4 o, in alcuni casi, nella corona ad ore 3.

Cronografi da regata

Non meno importanti, questi particolari cronografi servono al regatante per calcolare, nei minuti che precedono la partenza, il lato giusto da cui partire in funzione della linea di partenza e direzione del vento.

Hanno un particolare sistema di countdown preimpostato e azionato dal meccanismo cronografico che segna il tempo rimanente dal SET a START, spesso con cifre analogiche o sistemi di finestrelle dai colori sgargianti per facilitare la lettura. Consentono quindi di calcolare ottime strategie di partenza interfacciandosi anche con la ghiera graduata.

Cronografo “Centrale”

Introdotto da Singer Reimagined nel 2017 ed incentrato su un’alta leggibilità della funzione cronografica. È il frutto di un imponente lavoro da parte del team per creare un movimento che permetta di leggere l’ora in modo periferico (ai lati del quadrante) con due dischi rotanti, e le informazioni del cronografo al centro del movimento.

Monopulsante “Absolute Clutch” De Bethune

Come potete leggere nel nostro articolo sulla nuova collezione, De Bethune, con il DB21 Maxichrono, detiene un record: un cronografo monopulsante con 5 lancette centrali. Questo fa in modo di avere, al centro, tutte le indicazioni cronografiche, leggibili in modo molto rapido. Il tutto è ottenuto grazie all’Absolute Clutch, una combinazione di entrambi i tipi di innesto sopra menzionati.

Cronografo a doppio tourbillon Zenith Defy

Questo nuovo cronografo Zenith, presentato nel 2019 alla fiera di Basilea, monta il sofisticatissimo movimento cronografico automatico El Primero 9020 che, grazie ai suoi due tourbillon, arriva a misurare con precisione fino ai centesimi di secondo.

Questo è possibile grazie a due scappamenti tourbillon separati:

Quello dell’orologio lavora ad una frequenza di 36.000vph e il tourbillon compie un giro ogni 60 secondi, mentre quello del cronografo, il più veloce al mondo, lavora alla impressionante frequenza di 360.000vph compiendo un giro ogni 5 secondi e permettendo alla lancetta dei secondi cronografici di compiere un giro del quadrante al secondo.

Eberhard Chrono 4

Questo orologio, nato nel 2001 e protetto da un brevetto che permette solo ad Eberhard di produrre questa complicazione, allinea i contatori del cronografo e il sotto-quadrante dei secondi continui.

All’apparenza banale, per costruire questo tipo di movimento ci vollero parecchi anni e la testardaggine di Palmiro Monti, all’epoca CEO del gruppo. Basato su un movimento cronografico modulare ETA 2894-2 altamente rivisitato e rivisto, si è giunti al Crono 4 montando otto ruotismi aggiuntivi per dare movimento ai quattro sotto-quadranti che ( da sinistra a destra) segnano minuti, ore, 24 ore del cronografo e secondi continui.

Benché con l’avvento della tecnologia questa funzione sia sempre meno usata da chi la indossa, il cronografo rappresenta senza dubbio una delle complicazioni fondanti dell’orologeria, nonché uno degli elementi principiali della sua diffusione nel ‘900. Basti pensare al legame che il cronografo ha con la velocità ed i motori per capire quanto una “semplice lancetta” possa rivoluzionare del tutto un oggetto

I due modelli più iconici sono sicuramente il Rolex Daytona e l’Omega Speedmaster. Per la loro gloriosa storia e per le loro caratteristiche sono sicuramente i più conosciuti, e nonostante siano mossi da movimenti diversi il loro funzionamento è analogo.

Adesso andiamo a vedere come si usa un cronografo e a cosa servono, nella vita quotidiana le scale cronografiche che possiamo trovare sui quadranti degli orologi dotati di questa complicazione.

Funzionamento

In genere, il pulsante posto ad ore due avvia e arresta la misurazione del tempo cronografico, mentre il secondo pulsante, ad ore quattro, serve per resettare la misurazione una volta fermato il crono.

Una caratteristica tecnica che differenzia i due orologi dal punto di vista pratico è che gli odierni Daytona utilizzano dei tasti a pompa con chiusura a vite per garantire un’impermeabilità maggiore e che quindi, prima di poter utilizzare il cronografo, andranno svitati.

I Contatori

Per poter misurare con precisione tempi che superano il minuto ci si avvale di alcuni contatori che, nella maggior parte dei casi ci consentono di registrare tempi fino a 12 ore.

I sotto-quadranti o contatori hanno una scala in trentesimi per il contatore dei minuti (ad ore 3), che quindi ogni due giri farà avanzare di un’ora il contatore delle ore (ad ore 6) che invece è suddiviso in dodicesimi. Il terzo contatore presente con scala in sessantesimi (ad ore 9) è quello dei secondi continui che è indipendente dal cronografo ed è sempre in movimento.

Scala tachimetrica

La velocità media per percorrere un chilometro secondo la scala tachimetrica è di 180 Km/h circa

Serve per misurare la velocità media di un corpo sulla base di una distanza predefinita (solitamente un chilometro).

Per fare questo, sulla ghiera o sul quadrante è riportata una scala di valori che indica le possibili velocità medie del corpo oggetto della misurazione. Più aumenta il tempo impiegato, più questa decresce. Nella pratica si avvia la misurazione del cronografo quando il corpo supera il primo punto della distanza presa come base di misurazione e si arresta quando questo supera il punto che delimita la fine. La velocità media verrà indicata dalla lancetta dei secondi sulla scala. Quindi nell’immagine sopra quant’è la velocità?…. 180 Km/h.

Eberhard Cronografo con scala tachimetrica a spiralre al centro

Nel caso in cui il corpo abbia una velocità media inferiore a 60 km/h esistono alcune scale ( non presenti in Daytona o Speedmaster) che consentono la lettura di tempi medi più brevi attraverso una “scala a spirale” (dette anche “a chiocciola”).

Scala telemetrica

La scala telemetrica serve per determinare la distanza di un fenomeno visibile ed udibile.

Si dice che venisse usata durante la guerra per calcolare come posizionare i cannoni per colpire un bersaglio. Alla visione del lampo provocato dal cannone veniva fatta partire la misurazione e, quando il proiettile toccava terra, veniva fermata. Un’altra sfortunata occasione di utilizzo, sempre in guerra, era quella di misurare la distanza del fuoco nemico misurando il tempo intercorso tra il lampo ed il suono dello sparo.

Al giorno d’oggi può essere utile per calcolare, ad esempio, la distanza di un fulmine dall’osservatore, mediante la differenza tra lampo e tuono. Questo avviene grazie alla differenza di velocità tra il suono nell’aria (circa 345 mt al secondo) e la velocità della luce ( 300.000 km al secondo).

Scala pulsometrica

A. Lange & Söhne 1815 Cronografo

La scala pulsometrica è un perfetto strumento per i medici o chiunque debba calcolare velocemente i battiti per minuto di una persona. Solitamente è indicato sul quadrante il numero di battiti da monitorare dopo aver fatto partire la misurazione: nell’immagine potete vedere “gradué pour 30 pulsations” ovvero calibrato per 30 pulsazioni. Una volta fatto partire il cronografo si contano i battiti (solitamente 15 o 30) e successivamente si ferma. La lancetta dei secondi indicherà i battiti per minuto della persona.

Molto spesso gli orologi con scala pulsometrica più professionali vengono prodotti con cronografo monopulsante per rendere più pratico l’utilizzo a chi, oltre ad azionare la lancetta, sta contemporaneamente verificando i battiti del paziente e si ritrova con una sola mano disponibile.

Scala asmometrica

Più difficile da trovare perché meno precisa, la scala asmometrica funziona nel medesimo modo della pulsometrica. Rileva però, invece che i battiti cardiaci, le respirazioni per minuto eseguite dal soggetto in misurazione.

Decimetro

Zenith Defy 21 El Primero

Questo particolare tipo di scala consente di dividere il minuto in cento parti, consentendo una facile conversione decimale del tempo. Il minuto in centesimi era usato in ambito scientifico e industriale per facilitare il calcolo di costi di produzione e tempistiche di assemblaggio.

Scala filmometrica

Universal Genève Film Compax

Una scala molto insolita e particolare, presente su alcuni rari modelli di Universal Geneve e Heuer prodotti intorno agli anni ’50 del 900.

Parlando dello specifico caso dell’Universal Geneve Film-Compax la doppia scala di due colori differenti presente sul quadrante serve (o forse è meglio dire serviva) per calcolare la quantità di pellicola cinematografica consumata in piedi al secondo.

La scala rossa indica la quantità di pellicola da 16 mm mentre la nera indica la quantità di pellicola 35 mm, stando agli standard dell’epoca dei “classici” 24 fotogrammi al secondo. Inoltre, il sotto-quadrante ad ore tre indica gli incrementi di piedi per minuto per entrambi i tipi di pellicola.

All in one

Patek Philippe Ref. 5975

Esistono anche alcuni orologi che, per soddisfare le esigenze di carattere tecnico di coloro che necessitano di misurare vari fenomeni utilizzando un orologio solo, incorporano nel quadrante tre differenti scale.

Famoso è il caso del Patek Philippe ref. 5975 che sul quadrante, apparentemente complesso alla lettura, presenta una scala telemetrica, una pulsometrica a 15 pulsazioni e una tachimetrica a spirale che consente di registrare velocità medie fino a 20km/h.

Siamo al capolinea della nostra guida ai cronografi, ma se volete approfondire la vostra conoscenza non perdetevi la nostra guida ai Rolex Daytona Vintage!


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