Li abbiamo sognati, li abbiamo copiati e tante tantissime volte ci siamo immedesimati in loro, nel loro stile, nel loro comportamento e soprattutto negli oggetti che hanno portato in scena, i quali, testimone la storia, hanno segnato epoche e mode intramontabili.
La sintonia che si crea tra l’attore ed il suo fedele segnatempo rappresenta una variabile cruciale nel mondo della cinematografia, influenza la performance artistica, definisce il carattere del protagonista e lo lancia attraverso una dimensione metafisica all’interno della quale risulta difficile distinguere cosa è palco e cosa è realtà…
Capite bene che diventa quasi impossibile non lasciarsi avvolgere dall’aurea che si portano dietro gli orologi indossati dai vari personaggi famosi nei film che hanno fatto la storia. Paul Newman e il suo Daytona ref.6241, il Seiko 5 (a lungo pensato un Datejust due toni) di Christian Bale in American Psycho per non parlare dello Jaeger Master Ultra Thin Perpetual Calendar di Benedict Cumberbatch in Doctor Strange rappresentano solo alcuni degli esempi che ben definiscono l’importanza di questo tandem, particolari unici che hanno contribuito a rendere immortale pellicola, protagonista ed ovviamente il segnatempo in questione. Per saperne di più sulla storia degli orologi al cinema vi rimando a un bellissimo articolo trattato qualche tempo fa nel nostro magazine. Cliccate qui.
Uno dei massimi esponenti orologieri sul palcoscenico internazionale che ha fatto della collaborazione con il cinema uno dei pilastri della propria produzione è senza alcun dubbio il casato svizzero di Heuer. È facile ricordare il mitico Monaco indossato dal grande McQueen nel celebre film Le Mans del 1971, perfetto connubio tra classe e determinazione, a tal proposito potete rigustarvi tutta la storia cliccando qui. Ma facciamo un gioco cari amici di IWS e proviamo a citare insieme almeno un altrettanto attore famoso con un altrettanto meraviglioso Heuer al polso. Non vi viene in mente nulla?
Vi do un aiutino, e se vi dicessi James Garner e Carrera cosa vi viene in mente?
Il protagonista: James Garner
Attore quasi per caso e mito del genere western più per passione che per altro, Mr. Garner è stato stramaledettamente popolare negli States essenzialmente per due motivazioni: la prima per aver rappresentato uno dei volti più pop dell’entertainment americano del XX secolo abbracciando praticamente sei decenni di produzioni cinematografiche e televisive, la seconda invece, antitesi della prima, per essere stato un uomo altamente riservato, introverso e spiccatamente dedito alla famiglia a differenza dei colleghi viveur della sua epoca, che si dividevano tra set e party hollywoodiani a cinque stelle in compagnia delle donne più belle del mondo.
La sua maturità come attore dipende fortemente dalle esperienze giovanili nelle quali apprende e mette in cascina valori come rigore, fermezza, serietà e puntiglio. Dopo una lunga avventura militare nell’America alle prese con la nella seconda guerra mondiale, Garner inizia il suo percorso nel mondo dello spettacolo dalla porta secondaria, assicurandosi un ruolo da comparsa all’interno di uno spettacolo teatrale in programma a Broadway.
Da qui l’escalation è breve e ricca di grandi successi che lo porteranno in breve tempo a mettere la bandierina di conquista su alcune delle produzioni più celebri del panorama internazionale. Una su tutte, considerata probabilmente come la capostipite di tutti i successi, è sicuramente la serie televisiva Maverick in onda negli USA negli anni ’50: western senza alcun dubbio atipico per il quale Garner interpreta un giocatore d’azzardo cinico e freddo, che preferisce il poker e la vita da saloon a discapito delle violente sfide a singolar tenzone più in voga in quel periodo.
Ma torniamo agli orologi ragazzi e scopriamo più da vicino le motivazioni per le quali l’attore statunitense è così fortemente legato a questo mondo. Per farlo dobbiamo inevitabilmente ripartire dal concetto espresso nel paragrafo precedente, che richiama quella particolare sintonia tra l’attore ed il suo segnatempo, tanto unica da creare un legame indissolubile duraturo nel tempo. Il fedele compagno in questione è lo splendido Heuer Carrera ref.3647N entrato per la prima volta nella collezione di Garner in concomitanza con le riprese del celebre film Grand Prix del 1966.
La passione per il motorsport
Ammetto di aver tralasciato un particolare molto importante della vita di James Garner, a tutti gli effetti da considerarsi come terza motivazione incisiva della sua spiccata popolarità nell’America di quel tempo, l’automobilismo.
La passione di James per le auto è infinita e prende vita molto probabilmente ben prima del noto film Grand Prix che l’ha definitivamente consacrata. Siamo appena entrati nella seconda metà del XX secolo, la grande guerra è solo un brutto ricordo lasciato alle spalle, i diner americani strabordano di ragazzi che ballano a colpi di Jukebox ed il boom economico sta crescendo in maniera esponenziale.
Il mondo del cinema, tra una produzione western e l’altra, inizia a dare spazio ad un nuovo genere, più dinamico e giovanile ben rappresentato dal mondo delle corse automobilistiche. Grand Prix nel 1966 e Le Mans del 1971 rappresentano i migliori esempi di quanto questo genere stia spopolando. Se a ciò aggiungiamo che alle riprese partecipavano alcuni dei piloti pro più amati dal pubblico internazionale non occorre essere dei critici cinematografici per immaginare il successo di queste pellicole.
È proprio all’interno di questo contesto che Garner fortifica la sua passione per le auto tanto da ricevere, per la sua abilità alla guida, i complimenti da alcuni dei mostri sacri del circuito di Formula 1 di quel tempo come Jack Brabham, Jim Clark, Jo Siffert, Bruce McLaren e Jochen Rindt, che si rapportavano con Garner più come se fosse un collega di pista piuttosto che un divo del grande schermo. Ad onor del vero va detto che lo stesso attore interpretò tutte le scene di guida del film, ivi comprese quelle maggiormente pericolose, senza alcuna controfigura al seguito.
Il co-protagonista: Heuer Carrera 3647N
La maison che più di tutti si erige a simbolo del motor sport del periodo era senza alcun dubbio la Heuer di Monsieur Edouard, casato svizzero in quei di La Chaux-de-Fonds, celebre per la sua storia d’amore infinita con tutto ciò che ha a che fare con il mondo della cronografia. A tal proposito, cliccando qui, vi rimando ad un articolo che ben definisce lo spirito della maison in tal senso. Tornando a noi, e a come i cronografi Heuer abbiano fortemente contribuito ad evolvere il modo di tenere sotto controllo il tempo, andiamo ad introdurre l’altro protagonista della pellicola l’Heuer Carrera 3647N.
Dando giusta importanza alla storia partiamo col dire che il modello Carrera è stato introdotto per la prima volta nel 1963 come tributo al rally automobilistico “Carrera Pan Americana“, nota anche come Carrera Messicana o Carrera Mexico, una sorta di Parigi Dakar del tempo nata sostanzialmente su iniziativa del governo messicano supportato da alcuni importatori locali di automobili col duplice obiettivo di celebrare i lavori del tratto di Panamericana di competenza messicana e allo stesso tempo promuovere il turismo nella regione.
A differenza del classico crono a tre contatori ref. 2447, il Carrera di James Garner si presentava al pubblico con un quadrante più snello e moderno equipaggiato solamente da due contatori, uno su scala 30 minuti e l’altro su scala 45. Passato inizialmente alle luci della ribalta più come un crono utile agli arbitri di pallone piuttosto che a un giudice di una corsa automobilistica, il modello a due contatori divenne presto noto come Carrera 45.
Vista la concreta partecipazione nel mondo delle corse, verso la metà degli anni ’60 diversi segnatempo Carrera 45 furono customizzati su specifiche richieste di sponsor e partner affiliati a Heuer. Le personalizzazioni dei segnatempo variavano in maniera abbastanza uniforme, sdoppiandosi tra loghi ed emblemi dello sponsor fino ad arrivare ai classici nominativi ad personam stampati sia sulla superficie del quadrante, sia sul fondello, sia, in qualche caso, su alcuni componenti del calibro.
Dimostrazioni concrete sono alcune referenze 3647N caratterizzate dal logo “Wheels and Wings” della 500 Miglia di Indianapolis cosi come alcuni quadranti stampati con il logo della nota casa automobilistica britannica MG che tanto successo hanno avuto all’asta di Phillips lo scorso 2021 a New York.
Per quanto detto ha pienamente senso pensare che la maison svizzera, considerata la grande passione per le auto del divo di Hollywood e specialmente il possibile business commerciale ricavabile dall’aurea di cotanto testimone, offrì a James Garner un Carrera 3647N personalizzato riportante nome e cognome sul quadrante.
La cassa in acciaio di questo iconico segnatempo misura circa 35 mm di diametro. I pulsanti che pilotano il crono sono inseriti, al pari della corona di carica, sul lato sinistro del segnatempo. Al primo, posizionato a ore 2, sono affidati i compiti di avvio e arresto, mentre quello riposto a ore 4 rimette a zero la lancetta grande dei secondi. La corona di carica, riportante il marchio del casato in rilievo, ha una lavoratura zigrinata per favorire chiaramente la giusta praticità di manovra, mentre il fondello a vite assicura la corretta compartimentazione del movimento.
Abbracciato dalla cassa appena descritta il quadrante nero rappresenta sicuramente il punto di forza di questo segnatempo. Oltre ai due contatori secondari riposti rispettivamente ad ore 3 e a ore 9, spicca su tutti il nominativo dell’artista “James Garner” esteso all’interno del semicerchio sud dell’oggetto da ore 5 a ore 7. Scritte, indici e personalizzazione sono realizzate mediante l’utilizzo di una particolare vernice bianca in maniera tale da risaltare sul quadrante nero corvino.
Il cuore del movimento è affidato al più che rodato calibro manuale, Valjoux 92, 17 rubini, caratterizzato da ruota a colonne. Il suo diametro è pari complessivamente a 29,5 mm mentre lo spessore è di 6 mm. Il battito si aggira intorno alle 18.000 alternanze/ora per una riserva di carica pari a 39 ore.
Gigi Garner e la collaborazione con Phillips
Che Garner e la figlia Gigi fossero grandi amanti degli animali era cosa risaputa nel mondo del jet set hollywoodiano del tempo. Ed è proprio per questo motivo che la stessa Gigi, spinta con ogni probabilità dall’obiettivo di dare continuità ad alcuni dei progetti che aveva imbastito con il padre, decide di dare seguito alla apertura di un centro di soccorso per animali in difficoltà. La linea guida è tracciata, ma sebbene siano presenti idee e progetti elaborati con papà James, all’appello manca una parte fondamentale per completare il puzzle, quella economica…
E quale modalità migliore, pensò Gigi, se non quella di raccogliere un po’ di grano mettendo all’asta alcuni degli oggetti più prestigiosi appartenuti alla grande star americana? È così che si avvia una stretta collaborazione con la prestigiosa casa d’aste newyorkese Phillips, che raggiunge il suo apice nella sessione avvenuta a cavallo tra lo scorso 11 e 12 giugno, all’interno della quale, il mitico Heuer Carrera 3647N, stimato in partenza dai 20.000 $ ai 40.000 $, viene battuto alla modica cifra di 176.400 $, circa sei volte tanto, grande testimonianza di come il pubblico americano sia ancora estremamente legato ad uno dei suoi figli prediletti.
Conclusioni
E anche oggi cari amici di IWS siamo arrivati al capolinea del nostro viaggio. Dopo esserci immersi all’interno di una delle storie più appassionanti che il mondo dell’orologeria ha da raccontarci, rivissuto la vita di uno dei più grandi attori americani del ‘900 e ripercorso le sue passioni per il mondo dell’automobilismo è arrivato il momento, come da prassi alla fine di ogni viaggio che si rispetti, di fare un bilancio generale e cogliere in maniera più profonda il significato di questa storia.
Per farlo devo collegarmi obbligatoriamente a quanto raccontato nei paragrafi precedenti, andando ad aggiungere un piccolo tassello complice di aver reso il menù ancora più interessante e decisamente di maggior appeal. Abbiamo visto quanto sia fondamentale la sintonia che si crea tra il personaggio e il suo segnatempo, ma in questo caso specifico Garner è voluto andare oltre, abbattendo letteralmente i confini tra la finzione cinematografica e la realtà, indossando il suo magnifico Carrera non solo sul set ma anche nella vita di tutti i giorni.
È proprio grazie a questo amore viscerale per il suo fedele compagno di avventura che il pubblico non riesce ad immaginare il suo James senza Carrera e viceversa. Ecco che, quando circostanze di questo tipo si miscelano, sono in grado di dare vita ad alcune delle icone più potenti e riconosciute sul panorama internazionale, e il duello a colpi di rilanci ne è la piena testimonianza.
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